Lo spoofing telefonico continua a colpire in molte città italiane, spingendo l’operatore Iliad a segnalare il fenomeno alle autorità di Milano. Questa tecnica ingannevole consente di mascherare il numero reale del chiamante, mostrando sul telefono della vittima un numero falso o familiare. Un caso recente, che ha coinvolto un dipendente Iliad, ha portato alla denuncia formale per bloccare questi raggiri.
Il caso che ha portato alla denuncia di iliad
Michele Rillo, impiegato di Iliad, ha ricevuto una telefonata sospetta che sembrava provenire proprio dalla sua azienda. Una voce femminile lo ha informato di un presunto “disservizio” sulla sua linea telefonica e della necessità di cambiare contratto per evitare problemi futuri. Siccome Michele conosce i metodi di lavoro di Iliad, sa che la compagnia non fa mai teleselling per telefono: così ha subito capito che si trattava di un tentativo di truffa. Registrando la telefonata e raccogliendo le prove, Iliad ha presentato un esposto alla procura di Milano per fermare questi abusi.
Questo episodio dimostra come la truffa sia diventata sempre più raffinata e insidiosa. I malviventi non si limitano più a chiamare da numeri sconosciuti, ma usano numerazioni che ingannano chi risponde, spacciandosi per aziende o enti noti. Il fatto che la vittima fosse proprio un dipendente Iliad rafforza l’allarme su quanto queste tecniche possano minacciare anche chi conosce bene il settore.
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Come funziona lo spoofing telefonico
La tecnica dello spoofing consente di falsificare il numero che appare sul telefono di chi riceve la chiamata. Chi truffa utilizza app o servizi online, molti dei quali gratuiti o di facile accesso, per far visualizzare numeri di telefono diversi da quelli reali. Non è raro vedere numeri con prefissi familiari, come quello di Roma o della banca, oppure persino numerazioni ufficiali di enti come i Carabinieri. Questo apparecchio induce la vittima a rispondere, pensando di parlare con qualcuno di noto o affidabile.
Spesso i numeri mostrati sono fasulli; quando si tenta di richiamarli, risultano inesistenti. Altre volte, invece, i truffatori clonano numeri reali di persone ignare, causando danni anche ai proprietari legittimi di quei numeri. Lo scopo è quello di creare un collegamento di fiducia, spingendo l’utente a credere alla comunicazione ricevuta.
Le fasi della truffa e gli strumenti usati
Nel dettaglio, la truffa si sviluppa in tre passaggi principali. Prima viene attivato il Cli Spoofing : questa fase serve a nascondere il vero numero, facendo comparire un’identità telefonica credibile. La seconda fase sfrutta una narrazione urgente, nella quale la vittima viene indotta a fornire informazioni personali o contatti. I truffatori costruiscono storie convincenti, come la necessità di evitare un guasto o una modifica contrattuale.
Uno sguardo alle tecnologie usate
Infine, nella terza fase, interviene un canale di teleselling apparentemente legittimo. Attraverso questo, i malintenzionati propongono un’offerta e attivano contratti a nome di operatori terzi, spesso senza il consenso reale della vittima. Le tecnologie usate sono avanzate; software specifici generano numeri telefonici casuali o cloni di numeri autentici. Spesso le vittime si trovano a combattere contro organizzazioni complesse, tanto che le indagini si concentrano su reti che sfruttano diversi strumenti digitali per essere più credibili e difficili da rintracciare.
Lo spoofing telefonico è diventato un problema serio in Italia, in particolare nelle grandi città dove il numero di chiamate e truffe cresce ogni anno. Segnalazioni come questa di Iliad portano a interventi delle autorità giudiziarie, ma la battaglia sul fronte della sicurezza telefonica continua anche sul piano tecnologico e dell’informazione rivolta agli utenti.