Truffa phishing da quasi 50mila euro a Collegno, ingegnere derubato con bonifico falso

Truffa phishing da quasi 50mila euro a Collegno, ingegnere derubato con bonifico falso

Un ingegnere di Collegno perde quasi 49mila euro in un attacco di phishing; Poste Italiane e le forze dell’ordine bloccano un secondo bonifico, mentre il processo a Macerata procede contro il presunto truffatore.
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Un ingegnere di Collegno ha perso quasi 49mila euro a causa di un sofisticato attacco di phishing; grazie all’intervento di Poste Italiane e delle forze dell’ordine, un secondo furto è stato bloccato e il presunto truffatore è ora sotto processo a Macerata. - Gaeta.it

Un ingegnere di 69 anni di Collegno è rimasto vittima di un complesso attacco di phishing che gli ha svuotato il conto corrente di quasi 49mila euro in poche ore. Il denaro è stato trasferito a un uomo di Macerata, con una causale apparentemente innocua. Il caso mette in luce i rischi concreti legati alla sicurezza bancaria online e il lavoro delle forze dell’ordine per fermare i responsabili.

Come è avvenuto l’attacco e il furto dei dati sensibili

La vittima ha ricevuto una email contraffatta che sembrava provenire da un ente affidabile, un esempio di phishing accurato. Nel messaggio erano presenti richieste di accesso al conto bancario che, senza insospettirlo, l’ingegnere ha seguito. Così i truffatori hanno carpito le sue credenziali di accesso, riuscendo ad entrare nel conto. Il primo bonifico di quasi 49mila euro è stato disposto poco dopo, verso un destinatario ignoto, con la causale “Acquisto box” per non destare sospetti.

Si tratta di una tecnica molto raffinata, dove la email ha tutti i dettagli di una comunicazione autentica: logo, testi, riferimenti e un indirizzo email quasi identico a quello ufficiale. Questo tipo di messaggi riesce a ingannare anche utenti attenti. La rapidità con cui è stato effettuato il prelievo ha impedito all’ingegnere di accorgersi in tempo. Dopo il primo versamento, il truffatore ha tentato subito un secondo bonifico da 50mila euro, bloccato all’ultimo momento.

Particolare attenzione del messaggio

La sofisticazione del messaggio di phishing comprendeva elementi visivi e testuali studiati per apparire del tutto autentici.

Il ruolo delle poste italiane e l’intervento tempestivo

A notare qualcosa di strano sono stati gli operatori di Poste Italiane, dove la vittima tiene il conto. Il trasferimento di una somma così consistente con una richiesta immediata di prelievo in contanti ha allertato la vigilanza interna. Ulteriori controlli sull’identità del beneficiario hanno rivelato che in tutta Italia esiste solo un individuo con quel nome, residente a Macerata. Questa coincidenza ha fatto scattare subito la denuncia alle autorità.

Il lavoro congiunto tra forze dell’ordine e dipendenti postali ha permesso di individuare e bloccare gran parte della frode in tempi molto rapidi. Il secondo bonifico da 50mila euro, potenzialmente devastante, è stato impedito grazie alla prontezza degli addetti. L’episodio rappresenta un esempio di come la segnalazione tempestiva e la collaborazione tra enti pubblici e forze dell’ordine possano arginare i danni.

Vigilanza e controllo interno

La capacità degli operatori di Poste Italiane di intercettare l’anomalia è stata determinante.

Il processo a macerata e la posizione dell’imputato

Il presunto truffatore, un uomo di 30 anni identificato poco dopo la denuncia, è ora sotto processo per frode informatica e riciclaggio al tribunale di Macerata. La prima udienza è prevista per ottobre 2025. L’indagine ha ricostruito i flussi finanziari, confermando i trasferimenti illeciti, con particolare attenzione al blocco del secondo pagamento, considerato elemento chiave per la prosecuzione del procedimento.

L’imputato ha respinto ogni accusa, dichiarandosi estraneo ai fatti. In corso ci sono accertamenti per comprendere esattamente la modalità con cui ha ottenuto le credenziali della vittima e se operasse in rete più ampia di truffatori. Le autorità monitorano il caso con attenzione perché potrebbe fornire spunti su altri raggiri simili.

La vittima e la richiesta di risarcimento a poste italiane

L’ingegnere truffato si è costituito parte civile con l’assistenza del legale Gianluca Visca. La sua richiesta riguarda un risarcimento sia contro il presunto truffatore sia contro Poste Italiane, ritenuta responsabile della sicurezza del conto. La denuncia punta a sottolineare come sia possibile violare un profilo bancario con facilità, mettendo in discussione i sistemi di protezione attuali.

L’avvocato ha evidenziato che “la facilità con cui è stato realizzato il furto lascia interrogativi sulla capacità dell’istituto di garantire la tutela degli utenti contro persone malintenzionate”. Questo caso potrebbe portare a dibattiti più ampi sulle procedure di sicurezza delle banche e postali, in un contesto dove i raggiri via email, ormai diffusi, colpiscono sempre più persone.

Dubbi sulla sicurezza bancaria

Un punto focale è la capacità di Poste Italiane di prevenire attacchi informatici sofisticati.

Riflessioni sulla sicurezza digitale e i rischi per gli utenti

Il fatto accaduto a Collegno ricorda quanto siano reali, veloci e gravi i problemi legati alle truffe online con phishing. Le email che sembrano venire da fonti affidabili nascondono spesso insidie che possono portare a sottrazioni ingenti. Nessun conto è immune se chi lo usa non rimane vigile davanti a comunicazioni sospette.

Non è solo responsabilità degli utenti, ma anche degli enti finanziari aggiornare le difese informatiche e formare lo staff a riconoscere segnali d’allarme. Il blocco del secondo bonifico in questo caso ha limitato le perdite, dimostrando quanto conti una rete di controllo attiva. I casi come questo insegnano che la sicurezza digitale richiede attenzione quotidiana e risposte rapide per evitare conseguenze pesanti sui risparmi delle persone.

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