Una famiglia di Santa Maria del Cedro, in Calabria, è stata vittima di una truffa telefonica durante la quale malviventi si sono spacciati per carabinieri per estorcere denaro e gioielli. L’inganno si è svolto in modo articolato e ha coinvolto più membri della famiglia, che hanno creduto alle false accuse e richieste dei truffatori.
La dinamica della truffa ai danni di un nucleo familiare in calabria
L’episodio è avvenuto nei giorni scorsi a Santa Maria del Cedro, comune calabrese della provincia di Cosenza. I truffatori hanno telefonato a una donna ultra sessantenne, che ha risposto al telefono. Hanno riferito che un familiare era indagato poiché coinvolto in un furto commesso con la propria auto ai danni di una gioielleria.
I falsi carabinieri hanno spiegato che dovevano perquisire la casa alla ricerca della refurtiva e hanno richiesto di preparare un sacchetto con l’oro e i contanti presenti, specificando una somma di circa mille euro. Hanno chiesto di tenere il sacchetto in attesa dell’arrivo di un loro “militare” incaricato di ritirare gli oggetti.
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I codici dettati durante la telefonata
Nel corso della telefonata, inoltre, i truffatori hanno dettato una lunga serie di codici, indicati come riferimenti agli oggetti preziosi rubati durante il finto furto. La donna ha scritto codici e descrizioni su un foglio come richiesto.
Questa fase si è protratta per circa un’ora, un tempo insolitamente lungo per una truffa telefonica, facendo pensare che vi fosse un meccanismo di condizionamento o suggestione su chi ha risposto.
La consegna degli oggetti e il raggiro concluso con la fuga
Alla fine della telefonata, la donna ha mostrato un comportamento insolito, diverso dal suo abituale modo di agire. Nonostante qualche dubbio sollevato da chi era presente in casa, ha consegnato il sacchetto con gioielli e contanti al falso carabiniere. L’uomo si è allontanato poi rapidamente a bordo di un’auto, facendo perdere le sue tracce.
Il raggiro ha sorpreso l’intera famiglia, sorpresa dalla durezza della frode e dalla capacità dei truffatori di convincere la vittima. Solo dopo aver perso il contatto con i falsi militari e aver constatato l’assenza di pattuglie o controlli reali, la famiglia ha capito di essere stata ingannata.
La denuncia ai carabinieri e le azioni successive
La famiglia ha subito sporto denuncia presso la compagnia carabinieri di Scalea, segnalando il raggiro subito. Le forze dell’ordine hanno avviato gli accertamenti per identificare i responsabili e mettere in guardia la comunità locale da episodi simili.
Le truffe del falso carabiniere continuano a diffondersi in diverse regioni italiane, spesso rivolte a persone anziane o più vulnerabili. Le autorità invitano a non fornire mai denaro o oggetti di valore su richiesta telefonica e a verificare qualsiasi comunicazione contattando direttamente le forze dell’ordine.
Nel caso di Santa Maria del Cedro si tratta di uno stratagemma particolarmente elaborato e durato oltre il consueto, che ha convinto un’intera famiglia a consegnare i propri averi a sconosciuti. Le indagini proseguono per rintracciare i truffatori e fermarne la rete.