Trovato un corpo senza vita in un alloggio popolare di bellavista: indagini in corso a ivrea

Trovato un corpo senza vita in un alloggio popolare di bellavista: indagini in corso a ivrea

Un trentenne trovato morto in un appartamento popolare di via papa Giovanni XXIII a Ivrea, con indagini in corso per overdose; il caso evidenzia degrado, spaccio e abbandono nel quartiere Bellavista.
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A Ivrea, nel quartiere Bellavista, un trentenne è stato trovato morto in un appartamento popolare noto per spaccio e degrado; le indagini puntano a un possibile overdose in un contesto di abbandono e illegalità diffusa. - Gaeta.it

Un dramma è emerso in via papa Giovanni XXIII, cuore del quartiere bellavista a Ivrea. Un trentenne è stato rinvenuto morto in un appartamento popolare sotto condizioni che hanno subito attirato l’attenzione delle forze dell’ordine. Accanto al corpo, un sacchetto con sostanze stupefacenti e nessun segno di violenza apparente. L’appartamento, già noto per questioni di spaccio e abbandono, dimostra ancora una volta le difficoltà legate al controllo e alla gestione di queste aree.

Lo scenario della tragedia in via papa Giovanni XXIII

I carabinieri della compagnia di Ivrea sono intervenuti dopo una segnalazione che li ha condotti in un alloggio al secondo piano del civico 72. Lì hanno trovato il corpo senza vita di un uomo di trent’anni, un cittadino eporediese con precedenti legati allo spaccio. Vicino al corpo si trovava un sacchetto con sostanze stupefacenti, ma non erano evidenti segni di violenza. L’ambiente è apparso come un rifugio provvisorio, segnato dal tempo e dall’usura, abbandonato a sé stesso da tempo.

Al momento del ritrovamento, con il defunto era presente almeno un’altra persona, che ha dichiarato ai militari di aver passato la notte in quel luogo e di essersi accorta della tragedia al risveglio. Entrambi avevano le chiavi dell’appartamento, ottenute da un terzo soggetto che, a sua volta, le aveva ricevute dall’assegnatario ufficiale della casa. Quest’ultimo, non presente al momento, ha precedenti specifici per spaccio e risulta irreperibile.

Le indagini aperte da procura e carabinieri

La procura di Ivrea ha subito avviato le indagini per chiarire le cause della morte. Il pm giulia nicodemi coordina il fascicolo aperto per verificare se si tratti di un decesso legato all’uso di droghe, come suggerisce la presenza di stupefacenti e l’esclusione di segni di violenza negli accertamenti preliminari medico-legali. L’autopsia è stata disposta e gli esami tossicologici saranno fondamentali per stabilire con certezza le circostanze esatte.

A supporto dell’ipotesi overdose, i testimoni hanno riferito che la sera precedente il trentenne e il suo accompagnatore avevano assunto sostanze, forse con una ragazza che ha poi deciso di trascorrere la notte altrove. Questa testimonianza corrisponde alla dinamica trovata dai carabinieri, mettendo in luce una situazione difficile dentro un appartamento abbandonato a se stesso.

L’alloggio popolare come simbolo di degrado e abbandono a bellavista

Il civico 72 di via papa Giovanni XXIII non è estraneo alla cronaca. L’assegnatario ufficiale, coinvolto precedentemente in indagini per spaccio, aveva continuato a gestire l’attività illecita dalla sua abitazione, anche durante i domiciliari. In una perquisizione erano stati trovati oltre 30mila euro in contanti. Ora l’uomo è finito in carcere, ma l’alloggio è rimasto vuoto solo formalmente.

Senza controlli regolari, gli spazi vuoti si trasformano in zone d’accesso facili per chi cerca rifugio temporaneo, come occupanti abusivi o persone in difficoltà. Cantine scardinate, spazi comuni violati e mobilio riciclato rendono queste case teatro di fenomeni che vanno oltre la semplice criminalità. Il quartiere bellavista soffre da anni la mancanza di manutenzione e vigilanza, lasciando emergere problemi che coinvolgono chi ci vive quotidianamente.

La vita nel quartiere vissuta dai residenti tra episodi di illegalità e paura

I residenti del quartiere raccontano di un via vai continuo di persone sconosciute, visite notturne, liti e rifiuti abbandonati in ogni angolo. Molti evitano di denunciare o esporsi per paura o esasperazione, mentre altri cercano di difendere i propri spazi sgomberando occupazioni abusive delle cantine e delle aree comuni. Il senso di abbandono segna la quotidianità della zona bellavista.

L’episodio di via papa Giovanni XXIII segna un punto critico in un contesto dove la criminalità si mescola con la carenza di attenzione e con problemi strutturali. I controlli saltano, le segnalazioni restano spesso inascoltate e le istituzioni faticano a contrastare il degrado diffuso. La presenza di spaccio e uso di sostanze stupefacenti si inserisce in questo quadro difficile.

L’attenzione delle istituzioni e gli interventi recenti sul territorio

A fine maggio, bellavista viva, un’associazione locale, aveva denunciato lo stato di degrado degli edifici popolari di via papa Giovanni XXIII, segnalando strutture fatiscenti e la mancanza di interventi da parte delle autorità. Un gesto simbolico era stata la rimozione da parte della polizia dell’auto abbandonata dell’assegnatario dell’alloggio, ma questo intervento non ha modificato lo stato interno degli edifici.

Con l’assenza lunga di controlli e azioni concrete, l’area è diventata una sorta di zona franca. È qui che spaccio, abusi e marginalità hanno creato una dinamica pericolosa, culminata nella morte del trentenne. Il caso ispira ora nuovi accertamenti anche sulle fonti della droga e sulle persone che la distribuiscono, con possibili conseguenze penali gravi per chi ha fornito sostanze fatali.

La morte come nuovo capitolo di un problema radicato nel quartiere

Il tragico evento avvenuto in via papa Giovanni XXIII porta alla luce una realtà difficile. Gli alloggi popolari, destinati a offrire una soluzione abitativa, si trasformano in luoghi segnati dalla precarietà e dalla sofferenza. Le chiavi delle case, simbolo di accesso e sicurezza, diventano invece nel quartiere un passaporto per situazioni complicate, occupazioni e dipendenze.

Nel silenzio di queste stanze dimenticate da tempo si consumano vite segnate dal disagio e dalla solitudine. La morte del giovane a Ivrea apre la strada a nuove indagini approfondite, ma richiama anche l’attenzione su una gestione fragile e su un tessuto sociale in difficoltà che interessa tutto il quartiere bellavista.

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