Trovato gatto morto dentro un sacchetto nero a Caluso, denuncia contro maltrattamenti e atti vandalici

Trovato gatto morto dentro un sacchetto nero a Caluso, denuncia contro maltrattamenti e atti vandalici

a Caluso un gatto trovato morto in una borsa di plastica scatena indagini su maltrattamenti e vandalismo contro animali; a Montanaro danneggiata colonia felina gestita da Cuore di gatto, si chiede maggiore tutela legale
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A Caluso (TO) è stato ritrovato un gatto morto, avvolto in un telo e abbandonato in una borsa, in un episodio che ha acceso l’attenzione su maltrattamenti e vandalismi contro animali nella zona. - Gaeta.it

Un ritrovamento inquietante ha scosso la tranquillità di Caluso, in provincia di Torino. Una coppia che passeggiava tra i filari di via Giuseppe Falchetti ha trovato un gatto morto, avvolto in un telo e chiuso dentro una borsa di plastica, abbandonato al bordo di una stradina sterrata. L’episodio ha richiamato l’attenzione delle forze dell’ordine e degli animalisti, facendo emergere un problema più ampio legato ai maltrattamenti e atti di vandalismo contro gli animali nella zona.

Ritrovamento del corpo del gatto e intervento delle autorità

Il corpo senza vita del gatto è stato scoperto in una zona poco frequentata, a fondo di un sentiero sterrato in via Giuseppe Falchetti. La particolarità della scena ha subito suggerito che non si trattasse di un incidente, ma di un gesto volontario e premeditato. Non un animale investito e abbandonato, ma un corpo avvolto e lasciato come un rifiuto. L’ipotesi è che sia stato lanciato da un’auto in movimento.

La segnalazione è arrivata rapidamente alla polizia locale, che ha recuperato il corpo e ha coinvolto i veterinari dell’Asl To4 per eseguire le necessarie analisi sul ritrovamento. Gli ispettori ambientali, un corpo da poco istituito per vigilare su queste situazioni, non erano invece presenti nel turno quel giorno. Il fatto che l’episodio sia avvenuto su una via secondaria, nascosta tra il verde, dimostra una volontà di nascondere il gesto.

Le verifiche degli esperti puntano a chiarire se la morte risalga a cause naturali o se l’animale sia stato vittima di crudeltà. L’intervento delle autorità rimane fondamentale per identificare eventuali responsabili e impedire che simili episodi si ripetano in futuro.

Episodi recenti di vandalismo contro colonie feline nella zona

Il ritrovamento di Caluso si inserisce in un quadro già allarmante, segnato da altri attacchi contro animali domestici o randagi. A Montanaro, pochi giorni prima, è stata presa di mira una colonia felina in via Don Minetti gestita dall’associazione Cuore di gatto. Una delle casette adibite ai gatti è stata rovesciata, le ciotole lanciate a terra e i teli rifugio danneggiati in modo da mettere a rischio la sopravvivenza degli animali.

La presidente della onlus, Fabiana Murtinu, ha denunciato il fatto alle autorità locali, sottolineando che si tratta di gesti non casuali. L’attacco ha il sapore di un’aggressione mirata, forse una sfida lanciata a chi si impegna a proteggere gli animali abbandonati. La situazione accende il dibattito sull’importanza di tutelare colonie feline e personale volontario, spesso esposto a intimidazioni e minacce.

Tutela legale delle colonie feline e rilevanza sociale

La legge 281 del 14 agosto 1991 riconosce ufficialmente le colonie feline urbane e fissa regole precise per la protezione degli animali che ne fanno parte. In questa cornice legale, compromettere le colonie, spostare o danneggiare gli animali e le strutture di supporto configura un reato penale. Gli atti vandalici come quelli registrati a Montanaro e Caluso vanno quindi al di là del semplice disagio, rappresentano un’offesa alla normativa vigente.

Il grave episodio del gatto trovato morto dentro un sacchetto nero richiama però anche a una responsabilità culturale e morale della comunità. Maltrattare un animale o ucciderlo volontariamente non è solo un illecito di natura giuridica, ma una ferita al rispetto che ogni società dovrebbe riservare a chi condivide lo spazio urbano.

La risposta a questi fatti passa attraverso una maggiore consapevolezza pubblica e un rafforzamento dei controlli su chi si rende responsabile di atti crudeli. Il silenzio e l’indifferenza lasciano il campo a chi sceglie la violenza, rendendo necessario intervenire con fermezza per garantire la sicurezza degli animali e il sostegno concreto a chi li difende.

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