Un diciassettenne tunisino è stato sorpreso a dormire dentro una vecchia Chevrolet nell’area condominiale di un palazzo in via Cardinal Callegari, quartiere Arcella a Padova. La polizia, intervenuta intorno alle quattro del mattino su segnalazione di un’addetta alle pulizie, ha scoperto che il ragazzo aveva vicino due macete affilati e un coltello a serramanico sul sedile anteriore. La sua presenza e gli oggetti pericolosi hanno subito destato sospetti, portando al suo fermo e a una denuncia per porto abusivo di armi.
La scoperta nella macchina abbandonata nel quartiere arcella
Questa mattina presto, verso le quattro, gli agenti di polizia sono intervenuti in un’area condominiale di via Cardinal Callegari dopo una segnalazione. Un addetto alle pulizie aveva notato qualcosa di strano e così hanno controllato una vecchia Chevrolet parcheggiata. All’interno, c’era un ragazzo che stava dormendo con due macete ben affilati accanto a lui. Sul sedile anteriore si trovava anche un coltello a serramanico. I poliziotti hanno fermato il giovane prima che si svegliasse, preoccupati per la sua sicurezza e per quella degli altri. La vettura sembrava abbandonata da tempo e usata dal ragazzo come rifugio temporaneo.
Lo stupore degli agenti è stato grande nel notare la presenza di armi bianche molto pericolose in un contesto abitativo. Il quartiere Arcella, tra l’altro, è noto per alcuni episodi di microcriminalità, e la scoperta di queste armi nel cuore della notte ha reso urgente l’intervento delle forze dell’ordine. L’identità del ragazzo, senza documenti al momento del controllo, è stata accertata successivamente in questura, aprendo la strada a una serie di accertamenti sulle sue attività e sul passato.
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Un passato segnato da multe, denunce e fughe dalle comunità
Il giovane fermato è un tunisino di 17 anni senza permesso di soggiorno regolare. In questura è emerso un lungo elenco di precedenti penali a suo carico, tra cui furti, detenzione per spaccio, minacce, violenza e resistenza a pubblico ufficiale, oltre a interruzione di pubblico servizio. Lo scorso gennaio 2024, per esempio, venne denunciato durante un viaggio su un treno regionale tra Genova e Savona: insieme a un amico aveva molestato alcune viaggiatrici e si era rifiutato di mostrare i documenti al capotreno, impedendo il normale svolgimento del servizio.
Non si tratta di un caso isolato, ma di una lunga serie di episodi che lo hanno visto protagonista nelle aree in cui è passato. Dopo essere stato affidato a diverse comunità per minori, il ragazzo si è ripetutamente allontanato facendo perdere le sue tracce. A Padova, in particolare nel quartiere Arcella, ha accumulato nuove denunce per spaccio di sostanze stupefacenti nel corso del 2024, con episodi registrati a agosto, settembre, ottobre, gennaio e febbraio. Questo circolo di fughe e denunce ha complicato il suo percorso di recupero.
La vettura risultata rubata: un dettaglio che complica la vicenda
La Chevrolet utilizzata dal minorenne come rifugio è risultata di proprietà di un’azienda della provincia di Venezia. I titolari avevano denunciato lo smarrimento del veicolo a gennaio 2024, quindi da tempo l’auto risultava dispersa. L’uso improprio di una macchina rubata o smarrita introduce un altro elemento di gravità nel caso, oltre al possesso delle armi da taglio. Gli accertamenti sul mezzo sono ancora in corso per capire come il ragazzo sia entrato in possesso dell’auto e per rintracciare eventuali complici.
L’auto era parcheggiata in una zona residenziale e, sebbene abbandonata, è diventata un luogo di riparo non garantito per chi, come questo giovane, non ha una dimora stabile. Il fatto che il mezzo fosse segnalato come smarrito da quasi un anno mette in luce la difficoltà di controllo di alcune aree urbane e come spazi apparentemente tranquilli possano nascondere situazioni di illegalità. La polizia ha proceduto al sequestro dell’auto e ha intensificato i controlli in zona per prevenire che ulteriori episodi simili possano ripetersi.
Affidamento alla comunità e iter giudiziario per il minorenne
Dopo l’identificazione, il ragazzo è stato denunciato per porto abusivo di armi e affidato a una comunità per minori. La misura è stata disposta per garantire una sorveglianza adeguata e per tentare di interrompere la spirale di episodi criminosi che lo hanno coinvolto. L’affido a strutture specializzate è una prassi che si applica a giovani in situazioni di disagio sociale, senza documenti e con precedenti penali, in attesa dell’evolversi della sua posizione giuridica.
Il percorso giudiziario che dovrà affrontare non è semplice, visto il recente passato segnato da diverse denunce e le fughe dalle comunità precedenti. La presenza di armi bianche aggravano il quadro penale e richiedono un monitoraggio strettissimo. Le autorità stanno seguendo il caso da vicino anche per capire se il giovane abbia legami con altre persone attive nel quartiere Arcella, in particolare nell’ambito dello spaccio e della microcriminalità.
Questo episodio ricorda le difficoltà incontrate nel gestire la crescita di minorenni stranieri irregolari con profili giudiziari complessi. Le forze dell’ordine e i servizi sociali sono chiamati a trovare un equilibrio tra la tutela della sicurezza pubblica e l’assistenza a giovani a rischio, tentando di evitare situazioni come quella del ragazzo trovato con armi e nascosto in un’auto abbandonata. Le indagini proseguono sia sul fronte giudiziario che su quello sociale, in attesa di sviluppi.