Nel maggio 2025, a Imola la Guardia di Finanza di Bologna ha scoperto un tatuatore che operava senza autorizzazioni né dichiarazioni fiscali. L’uomo, di nazionalità italiana, utilizzava la propria abitazione come vero e proprio studio, scatenando accuse che vanno dall’esercizio abusivo dell’attività al mancato pagamento delle tasse. Il caso evidenzia questioni che riguardano la sicurezza sanitaria e il controllo fiscale nelle professioni non regolamentate.
L’operazione dei finanzieri e la scoperta dell’attività in casa
Gli uomini della Guardia di Finanza hanno effettuato un accesso autorizzato dalla Procura per smascherare l’attività illecita. Il tatuatore aveva organizzato il suo “tattoo shop” nella camera da letto, senza le condizioni richieste dalle normative sanitarie. L’ambiente, frequentato anche da animali domestici, mancava di ogni standard igienico previsto per un centro estetico o medico. Questa situazione ha subito richiamato l’attenzione degli inquirenti, che hanno ritenuto l’assenza di permessi e certificazioni un rischio per la salute pubblica.
Ricostruzione dei profitti e controllo telefonico
Oltre agli ambienti, sono state recuperate le conversazioni private dal cellulare dell’uomo. Quei messaggi con i clienti hanno permesso di ricostruire un quadro dei profitti non dichiarati al fisco. Il controllo telefonico ha dimostrato un numero esteso di appuntamenti, indicando un’attività regolare ma totalmente sommersa.
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Sequestro di strumenti e verifiche sulle condizioni sanitarie
Nel corso dell’ispezione sono stati sequestrati circa 350 tra aghi, inchiostri, coprifili e altri materiali per tatuaggi. Gli oggetti ritrovati non rispettavano nessuna normativa di sicurezza, certificazioni sanitarie o standard di qualità. Gli strumenti erano frequentemente utilizzati nello spazio domestico, senza controlli né sterilizzazione come previsto nei centri autorizzati.
Tali condizioni pongono seri dubbi sulla possibilità di contagio o di altre complicazioni sanitarie sia per i clienti, sia per il tatuatore medesimo. Le verifiche hanno confermato che l’attività si svolgeva senza nessun permesso, a partire dalla formazione professionale fino alla regolarità sugli strumenti impiegati.
Rischi per la salute e sicurezza
Le condizioni igieniche e la mancanza di controlli hanno evidenziato un potenziale rischio di contaminazione. Questo rafforza la necessità di una rigorosa regolamentazione dell’attività di tatuaggio per garantire la tutela dei consumatori.
Irregolarità fiscali e sanzioni amministrative
L’uomo è risultato sconosciuto al fisco, senza partita IVA o dichiarazioni utili a dimostrare l’entrate generate. La Guardia di Finanza ha rilevato ricavi non dichiarati grazie alla verifica delle chat e ai riscontri operati in loco. Questa scoperta ha aperto la strada a sanzioni amministrative legate sia all’evasione fiscale sia all’esercizio abusivo di una professione regolamentata.
Le autorità hanno sottolineato l’importanza del controllo per evitare che altre persone svolgano attività professionali senza tutela per clienti e gettito fiscale per lo Stato. In questo caso, le verifiche hanno permesso di bloccare immediatamente la prosecuzione dell’attività abusiva, disponendo i sequestri e infliggendo ammende.
Attenzione sulle professioni non regolamentate
Il caso, riferito a Imola, rispecchia tematiche che tornano spesso all’attenzione, prima per ragioni di sicurezza sanitaria e poi per le ripercussioni economiche sulle casse pubbliche. L’attenzione resta alta e le forze di polizia continueranno i controlli su professioni svolte fuori dai canali istituzionali.