Tribunale di sorveglianza di milano: ricorso cassazione contro semilibertà di alberto stasi per vizi di motivazione

Tribunale di sorveglianza di milano: ricorso cassazione contro semilibertà di alberto stasi per vizi di motivazione

Il tribunale di sorveglianza di Milano ha concesso la semilibertà ad Alberto Stasi, ma la procura generale milanese ha presentato ricorso alla Cassazione per motivi legati a un’intervista televisiva non autorizzata.
Tribunale Di Sorveglianza Di M Tribunale Di Sorveglianza Di M
Il tribunale di sorveglianza di Milano ha concesso la semilibertà ad Alberto Stasi, condannato per l’omicidio di Chiara Poggi, ma la procura generale ha fatto ricorso in Cassazione contestando l’uso improprio del permesso premio per un’intervista televisiva; la decisione finale è attesa a breve. - Gaeta.it

Il tribunale di sorveglianza di milano ha concesso la semilibertà ad alberto stasi, condannato a 16 anni per l’omicidio di chiara poggi a garlasco nel 2007. Ma la procura generale milanese ha presentato ricorso alla cassazione, chiedendo di annullare l’ordinanza e rinviare a un nuovo esame del caso. L’udienza in cassazione è fissata per i prossimi giorni e potrebbe decidere se confermare o meno la decisione di rilasciare la semilibertà.

I vizi di legittimità sollevati dalla procura generale

La procura generale milanese, rappresentata dalla sostituta pg valeria marino, ha puntato l’attenzione su diverse criticità nella motivazione che ha portato alla concessione della semilibertà per alberto stasi. Prima di tutto viene contestata l’intervista rilasciata dal detenuto durante un permesso premio, concesso per ricongiungimento familiare. Nel provvedimento non è stata altrimenti chiesta l’autorizzazione specifica per partecipare all’intervista del programma televisivo “le iene”, andata in onda il 30 marzo.

La questione dell’intervista televisiva

Dal punto di vista della procura, il permesso premio deve rigorosamente servire a motivi familiari, culturali o di lavoro. Invece l’intervista non rientra in nessuna di queste categorie, generando così un “vizio” nella valutazione del tribunale di sorveglianza. Questo aspetto, insieme ad altri rilievi minori, ha spinto a presentare ricorso alla corte suprema per approfondire e rivedere il caso.

Il ruolo della cassazione nell’udienza di ricorso

L’udienza presso la cassazione sarà prevalentemente “cartolare”, cioè senza la presenza diretta delle parti. I giudici analizzeranno il ricorso, valuteranno le osservazioni del procuratore generale e, se presenti, le memorie difensive di stasi. A quel punto possono rigettare il ricorso, confermando la semilibertà concessa dai giudici milanesi, oppure annullare l’ordinanza e rinviare il procedimento al tribunale di sorveglianza per una nuova valutazione.

Possibili decisioni della corte suprema

In caso di annullamento, il tribunale dovrà attenersi strettamente alle indicazioni contenute nella motivazione della cassazione. Questo può portare a una revisione del permesso premio e a un diverso esito in materia di semilibertà per stasi. La decisione della suprema corte è attesa con attenzione, dato che riguarda un caso ancora molto seguito dalla cronaca giudiziaria italiana.

Il contesto del permesso premio e le regole sui permessi per i detenuti

Il permesso premio è un beneficio che consente al detenuto di uscire temporaneamente dal carcere, per motivi di lavoro, culturali o familiari, così da favorire un percorso di reinserimento graduale nella società. Deve, per legge, essere concesso solo se l’uscita rispetta queste finalità. Nel caso di stasi, il permesso era stato motivato come ricongiungimento familiare.

L’intervista televisiva però ha sollevato dubbi sulla corretta fruizione del permesso. Le autorità giudiziarie non avevano autorizzato specificamente questa uscita per partecipare al programma, e questo ha portato la procura generale a ritenere che si sia oltrepassato il limite concesso. Il permesso premio non si trasforma così in un’occasione per manifestare pubblicamente o per far circolare messaggi mediatici.

Le prospettive del processo e il futuro di alberto stasi

Alberto stasi sta scontando una condanna definitiva di 16 anni per l’omicidio di chiara poggi, avvenuto nel 2007 a garlasco. Negli ultimi tempi la concessione della semilibertà rappresentava un passaggio chiave nel suo percorso carcerario. L’ordinanza milanese che lo ha autorizzato è ora al centro di un acceso confronto tra procura generale e tribunale di sorveglianza.

La decisione della cassazione potrà confermare la scelta dei giudici o spingere a una nuova valutazione più rigida. Questo esito avrà ripercussioni immediate su come si muoveranno le autorità riguardo all’uso dei permessi premio. L’attenzione resta alta, vista la natura del reato e la lunga vicenda giudiziaria.

Nel frattempo, il caso alimenta il dibattito sul bilanciamento tra diritti del detenuto e limiti stringenti delle misure alternative alla detenzione. La cassazione determinerà quali passi saranno consentiti nel pieno rispetto delle norme vigenti e della sicurezza pubblica.

Change privacy settings
×