L’inchiesta sulle scommesse clandestine che ha coinvolto alcuni calciatori di serie A prosegue con decisioni importanti da parte del tribunale del riesame di Milano. Dopo l’arresto del 21 maggio, la corte ha respinto i ricorsi difensivi confermando la misura degli arresti domiciliari per cinque persone. Tra gli indagati compaiono diverse figure chiave ritenute promotrici di un sistema illegale di gioco e riciclaggio. L’indagine è seguita dai pm milanesi ed è basata su accertamenti della Guardia di Finanza.
Misura cautelare e protagonisti dell’inchiesta
La gip di Milano, Lidia Castellucci, lo scorso maggio aveva disposto la misura degli arresti domiciliari a carico di cinque indagati nell’ambito dell’indagine su scommesse illegali. La decisione era arrivata dopo una serie di interrogatori che hanno permesso di raccogliere elementi significativi. Il tribunale del riesame ha esaminato le richieste di revoca presentate dalle difese, ma le ha rigettate mantenendo valida la detenzione domiciliare.
Principali accusati e funzionamento del sistema
Tra i principali accusati spiccano Tommaso De Giacomo e Patrik Frizzera, i presunti organizzatori dello schema criminoso. Secondo la procura, questi due avrebbero creato un meccanismo fraudolento basato su passaparola e contatti diretti con alcuni calciatori di serie A. L’obiettivo era di farli scommettere su poker online ed eventi sportivi, pratica vietata dalla legge, configurando inoltre altri reati come il riciclaggio. Il sistema, così, avrebbe consentito di muovere ingenti somme di denaro fuori dai canali legali.
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Ruolo degli amministratori di elysium group e le modalità di riciclaggio
Gli inquirenti hanno individuato anche legami tra l’organizzazione delle scommesse e la gioielleria milanese Elysium Group. In particolare, gli amministratori Antonio Scinocca, Antonino Parise e l’ex socio Andrea Piccini, sono finiti sotto accusa per aver fornito appoggio finanziario, mettendo a disposizione conti bancari per il flusso di denaro illecito.
Operazioni di riciclaggio attraverso la gioielleria
Secondo le indagini, questi soggetti avrebbero organizzato operazioni di finte vendite di orologi di lusso, a volte giustificate con fatture emesse ad hoc. Attraverso questa simulazione venivano movimentati bonifici che, in realtà, coprivano debiti contratti dai giocatori. Si tratta di un sistema complesso con cui i soldi delle puntate venivano riciclati lentamente e mischiati tra fondi apparentemente legittimi, per centinaia di migliaia di euro. La modalità adottata ha attirato l’attenzione della Guardia di Finanza, che ha sequestrato telefoni e dispositivi per acquisire ulteriori prove.
Impatti sull’inchiesta e posizione dei calciatori coinvolti
Nel corso delle recenti attività investigative, la Guardia di Finanza ha approfondito anche gli aspetti patrimoniali legati a De Giacomo. Tra i risultati figura il ritrovamento di sei immobili intestati a lui a Dubai, elemento che potrebbe fotografare l’entità e le destinazioni dei proventi illeciti. Questo spostamento di capitali evidenzia una dimensione internazionale dei movimenti finanziari legati all’organizzazione.
Posizione dei calciatori citati nel procedimento
I calciatori menzionati nell’inchiesta – tra cui Nicolò Fagioli, Nicolò Zaniolo, Sandro Tonali, Alessandro Florenzi, Mattia Perin, Wes McKennie, Raoul Bellanova e Samuele Ricci -, sono soggetti citati nel procedimento, ma non il vero centro investigativo dei pm milanesi. Infatti, la magistratura punta soprattutto ai gestori del sistema più che ai singoli atleti. Proprio per questo, a loro potrebbe essere proposta la possibilità di uscire dal fascicolo pagando delle oblazioni, ovvero sanzioni pecuniarie, anziché affrontare processi penali. Questo passaggio è considerato nelle prossime fasi dell’indagine, poiché i pm hanno ereditato il caso dai colleghi torinesi che avevano avviato le prime indagini.
Le attività di controllo degli inquirenti includono l’analisi del materiale sequestrato, come messaggi, comunicazioni e flussi finanziari. Questi elementi potranno confermare dinamiche e ruoli di ciascun protagonista, affinando la ricostruzione del sistema che ha coinvolto ruoli diversi tra imprenditori, giocatori e amministratori in una rete di gioco illegale e riciclaggio di denaro.