La basilica di san pietro ha ospitato il 27 giugno 2025 un evento dal forte significato spirituale e internazionale: 32 diaconi, provenienti da continenti diversi, sono stati ordinati da papa leone XIV. Nel cuore della chiesa cattolica, questi giovani uomini hanno mostrato storie segnate da sfide personali e collettive. Le loro testimonianze, raccolte nei media vaticani, rivelano chiamate precoci e percorsi di discernimento che li hanno portati fino a questo momento solenne. Gli eventi si inseriscono in un contesto di giubileo dedicato ai sacerdoti, con celebrazioni e riflessioni rilevanti per la comunità ecclesiale globale.
La celebrazione nell’anno del giubileo e il significato dell’ordinazione
Quest’anno, il giubileo dedicato ai sacerdoti si è chiuso con la cerimonia che ha visto 32 diaconi ricevere l’ordinazione sacerdotale da papa leone XIV nella basilica di san pietro. L’evento è non solo un momento religioso, ma anche simbolo dell’unità universale della chiesa cattolica. I candidati arrivano da dat terre differenti, portando con sé culture e storie di vita che si intrecciano nel contesto della chiesa. Le emozioni predominanti si sono espresse nei termini di “grazia” e “gratitudine,” come riferito dai protagonisti. Per loro, l’ordinazione rappresenta il compimento di un progetto divino maturato attraverso anni di dubbi, prove e momenti di preghiera.
Il giubileo, che si celebra ogni 25 anni, dà un valore aggiunto a questa ordinazione, rafforzandone il carattere solenne e la dimensione spirituale. La presenza del papa al centro della cerimonia sottolinea l’importanza di questi nuovi sacerdoti nella comunità ecclesiale, chiamati a contribuire alla vita della chiesa in modi concreti, affrontando difficoltà che vanno ben oltre la sola dimensione religiosa.
Leggi anche:
Blaise, dal ghana ai caraibi con la missione della speranza
Blaise Ofoe Mankwa, 33 anni, proviene da una periferia di Accra, capitale del Ghana, e si prepara a servire come sacerdote nella diocesi di Kingstown, piccolo stato insulare dei Caraibi. La sua storia ha radici profonde nella fede e nella missione. Inviato come missionario dalla società del verbo divino nel 2023, Blaise si è confrontato con una realtà complessa, fatta da popolazioni a maggioranza protestante e da numerose sfide naturali. L’eruzione vulcanica, gli uragani e la pandemia di covid-19 hanno segnato pesantemente la vita di Saint Vincent e Grenadine, dove l’uomo ha vissuto momenti difficili condividendo le sofferenze locali.
Blaise racconta di momenti in cui ha voluto mollare tutto, ma la presenza di dio lo ha sostenuto. Nei suoi anni di formazione tra Ghana, Kenya e poi Caraibi, ha assorbito esperienze che l’hanno formato spiritualmente e culturalmente. Per lui l’ordinazione a Roma, nel cuore della chiesa e durante il giubileo, è qualcosa di impensabile ma profondamente significativo. Tornare nella sua missione con una nuova forza è per lui un modo per continuare a portare speranza in quei luoghi, con il cuore carico di gratitudine.
Vitalii, dalla guerra in ucraina alla fede vissuta con intensità
Vitalii Dmytryshyn, 28 anni, arriva dal seminario Redemptoris Mater di Kyiv, Ucraina. Ha vissuto la chiamata in un contesto di guerra che ha sconvolto il suo paese e la sua famiglia numerosa, essendo il secondo di otto figli. Con il fratello maggiore già sacerdote, Vitalii racconta la sua strada tra dubbi e fragilità. Si definisce forse “il più debole” tra i diaconi in ucraina, ma con un atteggiamento di umiltà che gli permette di vedere la sua vocazione come un dono di dio pieno di richieste.
La realtà del conflitto ha fatto sì che lui vivesse ogni giorno come se fosse l’ultimo, un consiglio del suo rettore che ha saputo imprimergli concretezza e consapevolezza. Le sofferenze della sua gente, le famiglie spezzate, le case distrutte, hanno reso il suo cammino un atto di fede intenso e non superficiale. Anche davanti alle crisi, Vitalii sente forte che il suo impegno nasce dall’amore di dio e dal bisogno di portare quella speranza che ha ricevuto non solo a Roma, ma soprattutto nel suo paese martoriato.
John, dalla papua nuova guinea un percorso segnato dal lutto e dalla fede
John Wai, 36 anni, papuano della congregazione di san michele arcangelo, ha vissuto una prova molto dura tra il 2020 e il 2021 quando ha perso quattro familiari stretti. Questo lutto profondo si è sommato alle sfide tipiche del percorso in seminario, portandolo a mettere in discussione la sua vocazione. Gli formatori lo hanno supportato, consigliandogli di cercare aiuto ma di continuare con gli studi e il discernimento.
John ha scelto di non abbandonare la strada intrapresa, vedendo il lutto come parte della sua croce personale. Questi legami familiari continuano, nei suoi pensieri, a pregare per lui. La sua ordinazione a Roma appare come una tappa importante non solo per lui, ma per la Papua Nuova Guinea tutta. Per la prima volta un papuano viene ordinato sacerdote dal papa in un contesto giubilare, evento destinato a restare nella storia della sua comunità.
Alberto e lucas, esperienze italiane e brasiliane di vocazione e comunità
Alberto De Mole, 27 anni, di Giovinazzo, ricorda una vocazione sentita fin da piccolo ma che ha faticato a riconoscere e accettare. Inizialmente non ha nemmeno voluto parlarne, poi ha trovato il sostegno degli amici e della famiglia, anche se all’inizio i genitori non hanno accettato con facilità. Il percorso in seminario ha confermato la sua chiamata, divenuta più chiara grazie all’aiuto di parroci e fedeli. Alberto sottolinea l’importanza di chi ti sta vicino, prega, o addirittura aiuta materialmente, rendendo il cammino meno solitario. La certezza nell’amore di Cristo è per lui la base su cui costruire la vita sacerdotale, un amore che ha cambiato il suo modo di vedere il mondo e sé stesso.
Lucas dalle brazil, un incontro con dio e la vita comunitaria
Lucas Soares dos Santos, 27 anni, vive a Planaltina, vicino a Brasilia. La sua chiamata è nata a 15 anni, durante un momento di adorazione del santissimo, quando ha incontrato la consapevolezza dell’amore di dio. Ha studiato filosofia prima di entrare in seminario, dove ha vissuto intensamente la vita comunitaria e la preghiera. Lucas descrive la fraternità con gli altri seminaristi e il rapporto con dio come elementi chiave della sua crescita. Essere ordinato dal papa durante il giubileo è per lui un’occasione unica, segno tangibile dell’amore divino e della chiamata ricevuta.