A Livorno prosegue un’indagine della procura che ha coinvolto trenta persone accusate di aver ottenuto o facilitato permessi antincendio e agibilità per locali commerciali in maniera illecita. Le accuse rivolte agli indagati spaziano dalla concussione alla corruzione, fino al falso in atto pubblico e riciclaggio. Al centro dell’inchiesta emerge un sistema radicato che coinvolge anche funzionari pubblici e professionisti del settore.
Il ruolo del responsabile dell’ufficio prevenzione incendi di livorno
L’indagine ha svelato un’organizzazione interna all’ufficio prevenzione incendi di Livorno, dove il responsabile avrebbe agito senza informare neppure i suoi colleghi. In particolare, avrebbe collaborato con esperti e imprenditori del settore antincendio per ottenere somme di denaro da commercianti. Questi ultimi, dopo controlli che hanno messo in luce alcune carenze, si sono trovati costretti a pagare per evitare la chiusura delle attività o per velocizzare le riaperture. Il metodo adottato sembra ben collaudato, basato su pressioni e minacce velate di bloccare i locali commerciali in caso di mancato accordo.
Arresto del dirigente provinciale dei vigili del fuoco
Giuseppe Mazzotta, ingegnere e dirigente provinciale dei vigili del fuoco di Livorno, è stato arrestato e si trova in carcere con l’accusa di corruzione e riciclaggio. Il suo ruolo nelle dinamiche emerse ha fatto scattare misure cautelari significative. L’arresto fa emergere una rete più ampia di complicità, che coinvolge anche altri funzionari pubblici. La posizione di Mazzotta rappresenta un punto chiave per gli inquirenti intenti a smantellare l’intero sistema illecito.
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Gli altri indagati coinvolti nell’inchiesta
Tra i trenta indagati figurano funzionari dei vigili del fuoco da altri territori, come un funzionario di Genova, così come ispettori della Asl appartenenti al dipartimento prevenzione di Livorno. Nel gruppo ci sono anche imprenditori, ingegneri e geometri che operano nel settore antincendio o in ruoli tecnica professionale. Due dei liberi professionisti, in particolare, risiedono a Collesalvetti e sono vigili del fuoco volontari. L’inchiesta si è sviluppata attraverso perquisizioni approfondite e intercettazioni telefoniche, confermando la presenza di una rete ramificata.
Le modalità investigative e il coordinamento della procura
L’attività investigativa è stata affidata alla squadra mobile di Livorno e coordinata dal pubblico ministero Antonella Tenerani. L’inchiesta è partita nel maggio 2023 e ha visto un progressivo accumulo di prove che hanno permesso di individuare i numerosi indagati e le modalità di lavoro illegali. Le intercettazioni hanno rivelato i dettagli delle pressioni esercitate sui titolari di locali commerciali e gli scambi di denaro, così da garantire permessi falsamente regolamentari. Questa fase delle indagini potrebbe portare a ulteriori sviluppi nelle prossime settimane.