Nel contesto italiano, la partecipazione femminile al mercato del lavoro rimane molto bassa, con pesanti ripercussioni sulla crescita economica e demografica. Maria Cecilia Guerra, responsabile lavoro nel Pd, ha presentato tre misure chiave per affrontare questa situazione. L’obiettivo è modificare le regole del mercato del lavoro, migliorare la qualità delle occupazioni femminili e incentivare la natalità tramite un patto intergenerazionale.
La rigidità necessaria per contrastare i contratti a termine abusivi
Il primo punto evidenziato da Guerra riguarda la regolazione del mercato del lavoro, in particolare per contrastare l’abuso dei contratti a termine. Negli ultimi anni, le norme sono state semplificate e rese più permissive, con l’eliminazione delle causali nei lavori a termine e la liberalizzazione della somministrazione. Questo ha favorito una flessibilità che però penalizza la stabilità delle occupazioni, soprattutto per le donne.
Maria Cecilia Guerra ricorda che la flessibilità troppo ampia ha creato una situazione dove molte persone lavorano con contratti precari, senza certezze né diritti garantiti. Questo aspetto è uno dei motivi per cui la presenza femminile nel mercato del lavoro resta bassa. Per cambiare la situazione, serve una regolazione più stringente che impedisca l’uso sproporzionato e ingiustificato dei contratti a termine.
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Il richiamo è a una maggiore tutela per i lavoratori, che devono poter contare su un’occupazione più stabile e meno soggetta a rinnovi temporanei. In questo modo, secondo Guerra, si creerebbero le condizioni per aumentare il numero di donne e giovani impegnati nel lavoro attivo.
Congedo obbligatorio per maternità e paternità: un equilibrio necessario
Un secondo intervento riguarda i congedi obbligatori per genitori: maternità e paternità dovrebbero essere obbligatori e regolati in modo da favorire una reale divisione delle responsabilità familiari. Guerra fa notare che questa misura deve essere estesa anche ai lavoratori autonomi, categoria spesso esclusa da alcuni diritti ma che non va dimenticata.
La proposta è applicare congedi obbligatori per entrambi i genitori, così da distribuire equamente i carichi di cura dei bambini. In questo modo si favorirebbe la partecipazione femminile alla vita lavorativa, riducendo la penalizzazione salariale cui sono sottoposte soprattutto le donne dopo la nascita dei figli.
In Italia, il sistema di congedi è ancora frammentato e spesso poco equo. La riforma puntata da Guerra vuole superare tale frammentarietà, dando certezza ai lavoratori e promuovendo un nuovo equilibrio tra vita privata e professionale. Il riconoscimento del lavoro autonomo si lega a questa esigenza, perché anche chi opera in proprio deve poter usufruire di tutele simili.
Proseguire sulla riforma dell’autosufficienza per sostenere le famiglie
L’ultima proposta si concentra sulla riforma dell’autosufficienza, tema chiave nell’ambito del welfare e dell’assistenza familiare. Maria Cecilia Guerra sottolinea come la sostenibilità delle condizioni di vita delle famiglie passi anche attraverso un sistema che aiuti chi vive situazioni di fragilità e bisogno.
La riforma dovrebbe migliorare i servizi dedicati all’assistenza agli anziani e alle persone con disabilità, ma anche accompagnare le famiglie nel bilanciare impegni lavorativi e cura dei propri cari. Questo supporto è cruciale per evitare che soprattutto le donne siano costrette a uscire dal mondo del lavoro per necessità legate all’assistenza.
Sostenere l’autosufficienza in senso più ampio può stimolare la natalità, perché riduce le difficoltà per chi decide di avere figli e offre un ambiente più sicuro e stabile. La correlazione tra demografia e mercato del lavoro è evidente: migliorare le condizioni di vita favorisce l’incremento delle nascite e la presenza di più persone attive.
Il lavoro di donne e giovani tra bassa partecipazione e salario inadeguato
Guerra ha poi elaborato il quadro attuale: tasso di partecipazione femminile e giovanile molto limitato e salarie penalizzazioni forti. Le donne spesso si confrontano con lavori di bassa qualità e poca sicurezza, dovuti a forme contrattuali precarie. La flessibilità che dovrebbe aiutare a conciliare lavoro e famiglia, invece si traduce in sfruttamento e instabilità.
Il ridotto accesso a occupazioni stabili, unite a differenze salariali marcate, rappresentano una barriera per lo sviluppo economico e sociale del paese. In questo quadro, interventi legislativi e di welfare sono necessari per garantire condizioni di lavoro più equilibrate e rispettose dei diritti.
Maria Cecilia Guerra indica inoltre che la mancanza di congedi obbligatori e l’assenza di strumenti di supporto alle famiglie consolidano una situazione di svantaggio per molti lavoratori. Il miglioramento delle tutele, anche per autonomi e partite IVA, si profila quindi come un passaggio indispensabile per invertire queste tendenze negative.
In sintesi, il dibattito che si è svolto a Palazzo dell’Informazione, all’evento sul patto fra generazioni, ha portato in primo piano nodi fondamentali della realtà italiana. La strada per aumentare occupazione, natalità e benessere passa dalle modifiche concrete al mercato del lavoro e al sistema di welfare.