La procura della repubblica di cassino ha iscritto tre medici nel registro degli indagati per la morte di sofia rossi, 31 anni, ritrovata senza vita nella sua abitazione a pignataro interamna il 18 luglio 2025. La donna si era rivolta al pronto soccorso quattro giorni prima con un forte dolore al collo, ma era stata dimessa con una diagnosi di sospetta cervicalgia. Le autorità vogliono chiarire se ci siano stati errori nella gestione clinica e se siano state trascurate segnali di un problema più grave.
Il caso di sofia rossi: dalla visita al pronto soccorso al decesso improvviso
Sofia rossi, originaria di cesena, arrivò al pronto soccorso dell’ospedale santa scolastica di cassino il 14 luglio scorso, lamentando un dolore intenso al collo. Dopo la visita, durata alcune ore, i medici la dimisero con una diagnosi di sospetta cervicalgia, si trattava cioè di un dolore muscolare o articolare localizzato. Nessun ulteriore accertamento fu disposto in quel momento.
Quattro giorni dopo, la situazione precipitò e la donna venne trovata morta sul divano di casa a pignataro interamna. La famiglia comunicò subito agli inquirenti la possibilità che qualcosa fosse sfuggito. Il fatto che sofia avesse manifestato un sintomo potenzialmente grave e fosse stata trattata in modo blando ha spinto la procura a indagare i tre medici responsabili di quella prima valutazione. Si vuole capire se la diagnosi sia stata corretta o se sia mancato il sospetto clinico necessario per proseguire con ulteriori esami.
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L’indagine viene coordinata dal procuratore carlo fucci e si svolge sotto il segno dell’attenzione rivolta a stabilire eventuali responsabilità nella gestione clinica della paziente. Nella giornata di lunedì scorso, la procura ha affidato l’incarico per l’autopsia sul corpo di sofia rossi, che è stata eseguita subito dopo. Questo primo passaggio mira a definire con precisione le cause del decesso.
Gli esami nei prossimi giorni punteranno a verificare se eventuali condizioni preesistenti, magari ereditarie, abbiano giocato un ruolo determinante. Infatti, è venuto fuori che due parenti stretti di sofia soffrivano di una grave disfunzione carotidea, un disturbo delle arterie principali che possono condurre rapidamente a eventi ischemici. Sarà utile quindi esaminare se fosse possibile scoprire segni di questa anomalia già al pronto soccorso.
L’attenzione si concentra anche sulla cartella clinica, finita sotto la lente della procura. Sono state infatti acquisite le copie di tutti i documenti e degli esami svolti nella struttura sanitaria per capire se le procedure adottate fossero coerenti con i protocolli, e se avrebbero potuto consentire una diagnosi più accurata.
La risposta della asl di frosinone e le verifiche su procedure e protocolli
La asl di frosinone, competente per territorio, ha avviato un audit interno per valutare in che modo si siano svolti gli accertamenti su sofia rossi e per controllare la correttezza dei percorsi diagnostico-assistenziali seguiti nell’ospedale santa scolastica. L’obiettivo è verificare eventuali carenze nel rispetto delle procedure e delle linee guida, così da prevenire simili casi in futuro.
Questo controllo coinvolge vari reparti e riguarda non soltanto la diagnosi ma anche la gestione complessiva della paziente dal momento dell’arrivo al pronto soccorso fino alla dimissione. L’audit può portare a indicazioni puntuali per migliorare l’organizzazione interna o l’aggiornamento formativo del personale medico.
I risultati di questi accertamenti interni verranno messi a disposizione degli inquirenti per ricostruire il quadro completo e valutare se la strada della responsabilità penale debba proseguire per i medici coinvolti.
La vicenda ha suscitato attenzione nella comunità locale, considerando la giovane età della vittima e il contesto. La procura continua a raccogliere informazioni e testimonianze per chiarire ogni dettaglio utile a fare piena luce sulla morte di sofia rossi.