Tre anni di guerra in Ucraina: analisi della crisi e delle sue conseguenze nel contesto geopolitico attuale

Tre anni di guerra in Ucraina: analisi della crisi e delle sue conseguenze nel contesto geopolitico attuale

Il conflitto tra Russia e Ucraina, iniziato nel 2014 con l’annessione della Crimea, ha raggiunto un punto critico nel 2025, segnato da tensioni geopolitiche e sfide interne per entrambi i Paesi.
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Tre anni di guerra in Ucraina: analisi della crisi e delle sue conseguenze nel contesto geopolitico attuale - Gaeta.it

Il 24 febbraio 2025 segna un traguardo cruciale: il terzo anniversario dell’invasione russa dell’Ucraina. Tuttavia, la storia di questo conflitto affonda le radici più indietro, precisamente nel 2014, quando la Crimea venne annessa dalla Russia e scoppiarono i primi scontri nel Donbass. Da quel momento, il bilancio è drammatico: in oltre 1000 giorni di guerra, centinaia di migliaia di vittime e un fronte che ha vissuto momenti di avanzata e ritirate. Ora la guerra è giunta a un punto di svolta, con tensioni crescenti tra Kiev e Washington e una Mosca sempre più determinata.

L’inizio del conflitto: il contesto storico

Il Donbass, enclave ucraina, è una regione in tumulto fin dal febbraio 2014, quando le tensioni politiche portarono a una rivoluzione. Il presidente filorusso Viktor Yanukovich, ostile alla possibile adesione dell’Ucraina alla Nato, venne rovesciato. Questo evento scatenò la reazione immediata del presidente russo Vladimir Putin, che invase la Crimea, alimentando le tensioni tra le due nazioni.

Un episodio sanguinoso in questo contesto è la strage di Odessa del 2 maggio 2014, dove i manifestanti filorussi, riparati nella Casa dei Sindacati, furono assediati da gruppi nazionalisti. L’assalto culminò in un incendio che portò alla morte di 48 persone. A questo tragico evento si aggiunse l’abbattimento del volo Malaysia Airlines 17 il 17 luglio 2014, colpito da un missile proveniente dalle forze separatiste sostenute da Mosca, causando la morte di 298 persone.

La situazione nel Donbass continua ad essere critica: l’Onu ha dichiarato l’area uno dei più grandi campi minati del mondo, con stime che indicano oltre 60 anni necessari per una bonifica completa. Le radici di questo conflitto affondano in una serie di eventi che hanno condotto a una guerra aperta, complessa e distruttiva.

L’invasione del 24 febbraio 2022 e lo scoppio del conflitto su larga scala

Il 24 febbraio 2022, la Russia avvia un attacco su larga scala all’Ucraina su tre principali direttrici: da nord verso Kiev, da est nel Donbass e da sud dalla Crimea. L’intenzione di Putin è di conquistare rapidamente il Paese, ma le forze ucraine, supportate da alleati internazionali, resisteranno strenuamente all’offensiva. La prima fase dell’invasione culmina con ritiri russi dal nord, scoprendo atrocità come quelle di Bucha e Irpin, dove centinaia di civili sono stati uccisi.

Tuttavia, Mosca ottiene significativi successi nel sud e nel Donbass: Mariupol, dopo un lungo assedio, cade nel maggio 2022, garantendo a Mosca un accesso diretto alla Crimea. A settembre, assistiamo a controffensive ucraine che permettono di liberare gran parte della regione di Kharkiv e, a novembre, Kherson viene riconquistata, segnando una battuta d’arresto per i piani russi, che rispondono con l’annessione delle regioni di Kherson, Zaporizhzhia, Donetsk e Lugansk. Nonostante ciò, il controllo effettivo da parte di Mosca rimane fragile.

La guerra di logoramento e le battaglie chiave

Con il 2023, il conflitto evolve in una guerra di logoramento: l’Ucraina tenta nuove offensive, ma le difese russe si dimostrano resilienti. La battaglia di Bakhmut diventa il simbolo della brutalità che caratterizza questa fase; dopo mesi di scontri intensi, la città cade nelle mani russe a maggio 2023. Pochi mesi dopo, il fondatore del gruppo Wagner, Evgenij Prigozhin, muore in circostanze misteriose.

L’estate del 2023 segna un punto critico: la controffensiva ucraina subisce un duro colpo, con significative perdite e un generale stallo. Con l’avanzare della guerra, il generale Zaluzhny ammette l’impasse, mentre il presidente Zelensky rimuove il suo capo di stato maggiore. Nella primavera del 2024, la Russia conquista Avdiivka, cercando di riprendere l’iniziativa nel Donetsk, mentre a maggio l’esercito russo lancia un’offensiva su Kharkiv, anch’essa bloccata rapidamente.

Il rinnovato conflitto: offensiva e rapporti internazionali

Alla fine del 2024, l’Ucraina ottiene il permesso di colpire obiettivi in territorio russo con missili Atacms. La risposta è sorprendente: il Paese lancia un’offensiva nella regione di Kursk, occupando rapidamente vaste aree. Il governo russo, colto impreparato dall’azione, deve ritirarsi e richiede assistenza dalla Corea del Nord. Questa strategia, sebbene efficace in parte, devasta le risorse russe nel Donbass.

Con l’elezione di Donald Trump, il panorama geopolitico cambia drasticamente. Trump, orientato a chiudere rapidamente il conflitto, considera Zelensky come un ostacolo alle trattative. Dall’altro lato, Putin non sembra disposto a cedere, puntando a consolidare il controllo sulle regioni annesse nel 2022.

Le implicazioni globali del conflitto: qual è la posizione della Cina e l’impatto economico

Un attore chiave ma finora silenzioso in questa guerra è la Cina, che ha mantenuto una posizione ambigua, fornendo supporto economico a Mosca senza violare esplicitamente le sanzioni occidentali. Con l’allungarsi del conflitto, la Russia diventa sempre più dipendente da Pechino, aprendo la strada a un’alleanza geopolitica mai vista in precedenza.

Dal punto di vista economico, la Russia ha mostrato una certa resilienza alle sanzioni, grazie a esportazioni di materie prime e collaborazioni con paesi come India e Iran. L’industria militare, tuttavia, affronta enormi difficoltà nel sostenere una guerra prolungata, a causa della carenza di tecnologie avanzate. L’Ucraina, diversamente, fa sempre più affidamento sulle risorse occidentali per sostenere la propria economia e l’apparato statale, con un crescente rischio di instabilità sociale.

La situazione interna in Russia e Ucraina

All’interno della Russia, la guerra ha portato a una maggiore repressione del dissenso e al rafforzamento del controllo del Cremlino. Tuttavia, le perdite umane crescenti e la crisi economica iniziano a intaccare il consenso popolare. Nonostante la rigidità del regime, il malcontento tra le élite e la popolazione è in aumento, sotto l’occhio vigile della polizia.

In Ucraina, la leadership di Zelensky deve adesso fronteggiare un’epoca di sfide senza precedenti. Le difficoltà economiche e le divisioni interne potrebbero minare la stabilità del Paese e il sostegno occidentale necessario per affrontare l’aggressione russa.

In questo complesso scenario, la guerra in Ucraina continua a essere al centro della cronaca internazionale, con ripercussioni che si allargano ben oltre le sue frontiere. Le tensioni geopolitiche, la crisi economica e l’instabilità interna sono solo alcune delle sfide che i due Paesi devono affrontare, mentre il mondo osserva, in attesa di sviluppi decisivi.

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