Il poligono militare di salto di quirra si trasforma nel primo cosmodromo italiano per lanci spaziali suborbitali

Il poligono militare di salto di quirra si trasforma nel primo cosmodromo italiano per lanci spaziali suborbitali

Salto di Quirra in Sardegna diventa il primo cosmodromo italiano dal 2026 grazie alla collaborazione tra Elara Aerospace e Launch OLM, aprendo nuove opportunità per l’Italia nei lanci suborbitali e satellitari.
Il Poligono Militare Di Salto Il Poligono Militare Di Salto
Salto di Quirra in Sardegna diventerà nel 2026 il primo cosmodromo italiano per lanci suborbitali, grazie alla collaborazione tra la startup tedesca Elara Aerospace e la italiana Launch OLM, aprendo nuove opportunità nel settore spaziale nazionale. - Gaeta.it

Salto di Quirra, in Sardegna, si appresta a vivere una nuova pagina della sua lunga storia militare, diventando il primo cosmodromo italiano. Dal 2026, dal celebre poligono partiranno i lanci suborbitali, frutto di una collaborazione tra la startup tedesca Elara Aerospace e la italiana Launch OLM. Un passaggio che aprirà nuove opportunità per l’Italia nel settore dei piccoli satelliti e delle missioni spaziali a bassa quota.

Una storia militare radicata nella sardegna

Il poligono di Perdasdefogu, nome che in sardo significa “pietre da fuoco”, deve la sua fama più agli anni di uso militare che al territorio naturale che lo circonda. Nato nel 1956 come Poligono Interforze di Salto di Quirra, è stato teatro di addestramento e test aerospaziali per le forze italiane. L’area, pur essendo difficile per chi è stato chiamato a svolgere il servizio militare, si distingue per una natura selvaggia, quasi preservata dall’impatto umano, comune a molte zone militari italiane di quel periodo. L’intitolazione a Luigi Broglio, padre dell’astronautica italiana, conferisce al sito una lunga eredità legata al volo e allo spazio.

Il ruolo originario del poligono si è concentrato su trial di sistemi difensivi e armamenti. Qui sono stati lanciati missili come il Hawk e sistemi più sofisticati, componendo un quadro di sviluppo e sperimentazione militare durato decenni. Già negli anni ’60 il PISQ aveva iniziato a lavorare con la NASA e con enti europei per i lanci suborbitali a scopo scientifico, proseguendo poi con test per motori spaziali complessi, come quelli degli Ariane e del vettore VEGA.

Tra addestramento e sperimentazioni aerospaziali

Il poligono non è solo un campo di tiro ma un centro di collaborazione internazionale. La sua latitudine di 39°40’ nord lo rende adatto per determinate traiettorie di lancio verso orbite basse, non lontano dalla posizione ideale di Baikonur, pur essendo più a sud. Fin dagli anni ’60 si è occupato di lanci scientifici e militari. I programmi dell’ESRO, precursore dell’ESA, hanno trovato a Salto di Quirra un banco di prova fondamentale per lo spazio europeo.

Avio, azienda italiana leader nella propulsione spaziale, ha utilizzato il poligono per testare motori di varie generazioni dei propri vettori, mettendo alla prova la affidabilità e la spinta dei propulsori. Questi test sono stati cruciali per garantire la sicurezza dei lanci europei per decenni. Accanto a questi successi militari e industriali è arrivata però anche una controversia sugli effetti ambientali e sanitari delle munizioni usate nel poligono, in particolare per sospette contaminazioni da uranio impoverito che hanno causato malformazioni e patologie negli anni 2000.

Il ritorno al futuro con i lanci suborbitali

Negli ultimi giorni è arrivata una notizia importante ma poco ripresa dai media italiani: Salto di Quirra avrà i primi lanci spaziali suborbitali italiani, a partire dal 2026. Questo passo riguarda la joint venture tra Elara Aerospace, startup tedesca composta soprattutto da giovani universitari, e Launch OLM, società italiana che si occupa di supporto logistico e commercializzazione nei sistemi di lancio. L’accordo con l’Aeronautica Militare ha dato via libera a operazioni con il motore sperimentale methalox Starlight, sviluppato da Elara Aerospace.

Si tratta di un lanciatore monostadio, progettato per trasportare piccoli carichi oltre la quota di 100 km, e con capacità di recupero per un uso più sostenibile. Quest’idea di riutilizzabilità rappresenta un aspetto chiave nel mercato globale dei piccoli satelliti. Nonostante l’importanza dell’evento, la notizia è rimasta isolata sui media nazionali, a differenza di quanto avviene per iniziative simili all’estero.

La collaborazione italo-tedesca tra elara aerospace e launch olm

Elara Aerospace porta l’esperienza tecnica con un propulsore a metano e ossigeno liquido, una tecnologia che promette affidabilità e potenza per i lanci suborbitali. Launch OLM si concentra sulla logistica e la vendita di servizi, occupandosi di costruire le infrastrutture necessarie e di gestire la parte commerciale. Questi due soggetti combinano competenze differenti ma complementari, dando vita a un progetto con basi solide per operare nel mercato europeo.

La macchina elettronica, il motore Starlight, e la possibilità di lanci ripetuti apre nuovi scenari per la presenza italiana nello spazio. La capacità di far decollare i piccoli satelliti direttamente dal territorio nazionale rappresenta un successo tanto industriale quanto strategico. Con queste autorizzazioni ora ufficiali, dal 2026 si potranno vedere i primi lanci operativi dal cosmodromo di Salto di Quirra.

Sardegna e italia nel campo dei lanci spaziali

Secondo molti esperti, lo spazio è il nuovo confine per la competizione globale. Possedere piattaforme di lancio equivale a detenere il controllo di un accesso privilegiato a questo “sesto continente”. La posizione geografica dell’Italia, con una lunga penisola che si estende verso sud, consente traiettorie favorevoli verso orbite basse per piccoli satelliti. Le regioni insulari come Sardegna e Sicilia offrono inoltre ampi specchi marini verso est, utili a evitare rischi in caso di caduta di detriti spaziali.

Il progetto di Salto di Quirra con Elara Aerospace e Launch OLM sfrutta queste caratteristiche, proponendo una base di lancio nazionale che si affianca ai grandi siti globali. Questa iniziativa apre la strada non solo all’industria ma anche alla ricerca italiana nello spazio, con la speranza di vedere il paese protagonista in un settore sempre più strategico e delicato. Di questa storia si attendono gli sviluppi concreti dal 2026, anno che segnerà l’ingresso ufficiale di Salto di Quirra nel mondo dei lanci spaziali commerciali.

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