Il Monte Bianco ha registrato un importante cambiamento climatico con la temperatura che ha oltrepassato lo zero termico a quote elevate. Questo fenomeno, rilevato da una centrale meteorologica scientifica, offre una testimonianza diretta delle condizioni meteorologiche in alta quota e delle trasformazioni in atto sulla montagna più alta d’Europa.
Rilevamento della temperatura sopra lo zero termico sul monte Bianco
Questa mattina, attorno alle 12, la temperatura al Colle Major, situato a 4.750 metri di altitudine sul versante del Monte Bianco, ha superato per la prima volta lo zero termico. Il valore misurato dalla stazione meteorologica scientifica di Arpa Valle d’Aosta ha segnato 1,4 gradi centigradi. Questa centrale, operativa da dieci anni, monitora costantemente le condizioni climatiche dell’alta montagna con apparecchiature dedicate alla ricerca.
Importanza del dato
Il dato è particolarmente significativo per le condizioni di questa zona, dove per tradizione le temperature rimangono ben al di sotto dello zero anche durante la stagione estiva. L’innalzamento termico osservato contribuisce a modificare lo stato della neve e del ghiaccio del massiccio. Questo tipo di rilevazioni aiuta a comprendere il ritmo e le implicazioni del cambiamento climatico locale, anche se va detto che tali punte termiche estreme, soprattutto a quote così alte, non sono eventi abituali.
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Confronto con il record di agosto 2024 e conseguenze sulla neve
L’agosto 2024 aveva già segnato un evento insolito: le temperature erano rimaste sopra lo zero per 33 ore consecutive, un periodo prolungato che aveva causato una fusione significativa del manto nevoso e dei ghiacci. In particolare, la mancanza di gelo nei periodi notturni comporta uno scioglimento continuo, con ripercussioni dirette sulla stabilità e lo spessore dei ghiacciai.
Il fenomeno del disgelo durante la notte determina una perdita di massa per la neve, e quindi una diminuzione dello spessore dei ghiacci, oltre a favorire un aumento del deflusso delle acque da fusione nei corsi d’acqua sottostanti. Il monitoraggio di queste temperature aiuta a tracciare i cambiamenti ambientali e a prevedere come si evolverà in futuro la condizione del territorio montano.
Effetti dello scioglimento notturno
Il fenomeno del disgelo durante la notte determina una perdita di massa per la neve, e quindi una diminuzione dello spessore dei ghiacci.
Centralità della stazione meteorologica di arpa valle d’aosta nel monitoraggio climatico
La centrale meteorologica installata al Colle Major ha un ruolo cruciale nel raccogliere dati meteorologici di alta quota. Gestita da Arpa Valle d’Aosta, questa postazione è uno dei pochi strumenti che offre una visione continuativa delle condizioni climatiche al di sopra dei 4.500 metri.
I dati forniti dalla centrale sono utilizzati per studi scientifici sulla variazione delle temperature, delle precipitazioni e sui processi di fusione in alta montagna. Queste informazioni supportano enti e ricercatori nella comprensione dell’andamento del clima alpino e nella valutazione dei possibili rischi ambientali legati alla perdita di massa glaciale.
Il valore delle rilevazioni di oggi inserisce un tassello importante in un quadro che, negli ultimi anni, ha mostrato una frequenza crescente di eventi simili. La stazione, attiva da dieci anni, consente di confrontare dati storici e di evidenziare trend significativi.
Impatti ambientali e idrologici dello scioglimento dei ghiacci sul monte Bianco
La fusione precoce e persistente della neve in alta quota ha conseguenze che si manifestano anche nelle valli sottostanti. L’aumento della temperatura oltre lo zero termico accelera il deflusso delle acque di fusione, che alimentano i fiumi ma possono anche aumentare il rischio di fenomeni come frane o inondazioni locali.
In un ecosistema delicato come quello alpino, la variazione del bilancio idrologico dovuta al riscaldamento interessa flora e fauna, oltre a modificare la composizione del terreno e la stabilità dei pendii. Questi campanelli d’allarme sono osservati con attenzione da esperti di ambiente e protezione civile che tengono sotto controllo la situazione, soprattutto in vista delle stagioni più calde.
Il Monte Bianco rappresenta così un indicatore prezioso degli effetti tangibili del cambiamento climatico, dopo aver manifestato temperature di questo tipo mentre storicamente la zona appariva stabile e fredda.
L’osservazione e la raccolta di dati precisi restano fondamentali per capire come e quanto la montagna più alta d’Europa stia rispondendo a questi cambiamenti nel 2025.