La trasformazione ecologica del paese non riguarda solo l’ambiente, ma coinvolge profondamente la società, soprattutto le città e le aree meno popolate. Le zone rurali e montane spesso viste come marginali nascondono risorse importanti, umane e naturali, ancora poco sfruttate. Questo tema è stato al centro del dibattito durante la due giorni di Rebuild 2025, evento dedicato all’edilizia sostenibile che si è svolto a Riva del Garda, Trentino.
La sfida della demografia e l’impatto sul modo di abitare
La questione demografica è centrale in questa transizione. L’Italia ha vissuto un boom demografico nel dopoguerra, ma dagli anni Duemila la tendenza si è invertita con un calo costante dei residenti. Giuseppe Catella parla di un decremento di 1,8 milioni di abitanti in dieci anni e sottolinea che quasi l’80% dei comuni è già in stato di spopolamento o si avvierà verso questa condizione entro dieci anni.
Questo fenomeno cambia il rapporto con l’abitare e i modelli di costruzione. Ridurre il consumo di suolo, incentivare il recupero degli edifici esistenti, ripensare gli spazi domestici e sociali sono azioni necessarie per affrontare la nuova realtà demografica. I comuni devono quindi adattarsi a questi cambiamenti, puntando su soluzioni che supportino una nuova vitalità sociale e culturale.
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Lo spopolamento comporta anche rischi per il mantenimento dei servizi e per la tenuta stessa dei territori. Senza un sostegno concreto, molte aree rischiano di perdere la loro identità e funzioni. Una politica che consideri insieme ambiente e comunità può contribuire a invertire questa tendenza, introducendo modelli abitativi più sostenibili e inclusivi.
Tre direttrici per una rigenerazione più sostenibile e inclusiva
Giuseppe Catella indica tre linee d’azione essenziali per rinvigorire le aree interne con un approccio sostenibile. Prima di tutto, l’housing sociale deve diventare una priorità: abitazioni realizzate con materiali compatibili con l’ambiente, attente all’efficienza energetica e inserite armoniosamente nel contesto di riferimento. Queste case possono offrire soluzioni abitative accessibili e contribuire a rivitalizzare i borghi.
Un altro ambito riguarda il turismo sostenibile, che sfrutta il recupero di borghi e centri storici per favorire forme di turismo esperienziale. Questo tipo di turismo valorizza il patrimonio culturale e naturale, puntando su un viaggio lento, fatto di scoperta e immersione nei territori. Così si sostiene l’economia locale e si crea un collegamento stretto tra valorizzazione ambientale e attività economica.
Infine, è fondamentale coinvolgere le imprese locali, mantenendo filiere corte e legami produttivi radicati nel territorio. In questo modo si garantisce un rilancio economico equilibrato e si rafforzano le comunità, creando opportunità di lavoro e sviluppo che non rinunciano alla sostenibilità ambientale.
Il ruolo delle politiche multilivello per una transizione giusta e integrata
Per sostenere queste trasformazioni serve una prospettiva di lungo termine e un impegno coordinato sulle politiche pubbliche. Cassa Depositi e Prestiti auspica un approccio multilivello che includa interventi fiscali, economici e industriali. Non basta guardare solo alla transizione energetica, ma va considerata anche quella demografica, applicando politiche che favoriscano accesso equo al credito e ai fondi europei.
Le istituzioni devono adottare un modello unico per la misurazione dell’impatto sociale e ambientale dei progetti, così da favorire la replicabilità delle buone pratiche. Un sistema di valutazione uniforme aiuta a tracciare progressi concreti e a rafforzare la trasparenza delle azioni intraprese. Questo metodo permette di promuovere interventi con effetti misurabili, mantenendo un equilibrio tra ambiente, economia e società.
La transizione ecologica come processo sociale e territoriale
Secondo Giuseppe Catella, esperto di Cassa Depositi e Prestiti, la transizione ecologica non può limitarsi a un aumento delle costruzioni in altezza o all’espansione delle aree urbane. Le città non devono crescere solo ‘in verticale’ o per superficie. Le aree interne, spesso considerate marginali, rappresentano invece un patrimonio di grande valore. Queste zone possiedono risorse naturali ancora poco valorizzate e una comunità con competenze e potenzialità ambientali da attivare. Il rilancio di questi territori contribuisce anche a riequilibrare il rapporto tra ambiente e spazio abitato.
L’intervento sul territorio deve quindi guardare a un modello di sviluppo che unisca rigenerazione urbana e attenzione alle aree rurali. In questo senso, la sostenibilità non è solo energetica o ambientale, ma anche sociale, con impatti diretti sulla qualità della vita delle comunità locali. Il valore di questi spazi, in parte dimenticati, può diventare motore di rilancio economico e culturale, se affrontato con progetti integrati.