Con la recente scoperta della Dda di Salerno, si è venuta a conoscenza di un intricato sistema criminale legato all’ingresso fraudolento di cittadini extracomunitari in Italia. Attraverso il pagamento di consistenti somme di denaro, questi individui ottenevano autorizzazioni e permessi di lavoro contraffatti, nel quadro dei cosiddetti “click day” collegati al Decreto Flussi.
Il Modus Operandi della Rete Criminale
Le indagini hanno svelato un’organizzazione criminale ben strutturata, che partiva dalla creazione di società ad hoc e dall’abuso dell’identità digitale di imprenditori ignari. Questo allo scopo di facilitare l’inserimento delle richieste di permesso di lavoro e di ingresso nel territorio italiano. Dall’individuazione di imprenditori collaborativi, addetti ai patronati e professionisti, fino all’espletamento delle pratiche burocratiche, tutto avveniva dietro compenso finanziario da parte dei cittadini extracomunitari interessati.
Coinvolgimento di Soggetti Legati alla Criminalità Organizzata
Alcuni tra gli indagati, già condannati per associazione mafiosa con legami al clan camorristico Cesarano, attivo soprattutto a Pompei e Castellammare di Stabia, sono stati coinvolti anche in reati di riciclaggio di proventi illeciti derivanti da queste attività illegali. Tale situazione ha comportato l’esecuzione di ordinanze cautelari e di sequestri di beni per un valore approssimativo di sei milioni di euro, tra cui un terreno a Battipaglia, disponibilità finanziarie e denaro contante rinvenuto durante le perquisizioni.
Il Significativo Recupero di Risorse Illecite
Durante le operazioni investigative sono stati recuperati circa 300mila euro in contanti e un registro contabile riguardante le operazioni fittizie. Gli sforzi delle autorità competenti hanno permesso di smantellare una rete criminale sofisticata, mettendo in luce la gravità e l’ampiezza del fenomeno legato all’immigrazione illegale e alla corruzione nei processi burocratici.
Ultimo aggiornamento il 10 Luglio 2024 da Armando Proietti