Tracmec di mordano ritira i licenziamenti collettivi dopo il presidio e avvia contratto di solidarietà

Tracmec di mordano ritira i licenziamenti collettivi dopo il presidio e avvia contratto di solidarietà

I lavoratori della Tracmec di Mordano ottengono il ritiro dei licenziamenti collettivi e l’attivazione di un contratto di solidarietà fino al 2025, con sindacati Fim, Amb, Fiom e Uilm di Imola impegnati nel monitoraggio futuro.
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La vertenza alla Tracmec di Mordano si conclude con il ritiro dei licenziamenti per 45 dipendenti e l'attivazione di un contratto di solidarietà fino al 2025, grazie alla mobilitazione dei lavoratori e l’accordo con l’azienda, che punta a salvaguardare posti di lavoro e rilanciare lo stabilimento. - Gaeta.it

Dopo settimane di tensioni e un presidio permanente, la vertenza della Tracmec di Mordano, azienda specializzata in macchinari per l’industria estrattiva, ha registrato un significativo passo avanti. I sindacati hanno annunciato il ritiro della procedura di licenziamenti collettivi che riguardava 45 dipendenti dello stabilimento bolognese. Si apre così una nuova fase con l’attivazione di un contratto di solidarietà, atto a garantire una gestione più tutelante del personale fino alla fine del 2025 e la ricerca di soluzioni alternative per la salvaguardia dei posti di lavoro.

La protesta e il presidio costante dei lavoratori di tracmec

La mobilitazione dei lavoratori della Tracmec di Mordano ha avuto un impatto determinante sulla vertenza. Dopo oltre un mese di stato d’agitazione e tre settimane in presidio permanente, h24, davanti ai cancelli della fabbrica, i lavoratori hanno mostrato una forte coesione e determinazione nel difendere i propri posti di lavoro. Il presidio ha svolto una funzione fondamentale nel mantenere alta l’attenzione sull’emergenza occupazionale, insistendo sulla necessità di un confronto serio e sulla sospensione immediata dei licenziamenti previsti.

Le richieste principali erano legate alla salvaguardia dell’intero organico, senza perdere il ritmo produttivo e garantendo la sostenibilità economica dell’azienda. Il clima interno allo stabilimento si era fatto teso proprio a seguito della comunicazione dei licenziamenti collettivi, che avrebbero coinvolto quasi metà del personale. Il fatto che i lavoratori abbiano resistito con un presidio così prolungato ha richiesto un impegno anche logistico e organizzativo, e ha sottolineato la volontà di mantenere aperto un canale di trattativa.

Ritiro della procedura e attivazione del contratto di solidarietà

La notizia del ritiro della procedura di licenziamenti collettivi è arrivata dopo intense trattative tra i rappresentanti sindacali e l’azienda Tracmec. Il passo indietro sulla riduzione del personale apre la strada all’introduzione di un contratto di solidarietà esteso fino al 31 dicembre. Questo strumento serve a ridurre temporaneamente l’orario di lavoro di tutti i dipendenti coinvolti, facendo ricorso agli ammortizzatori sociali per contenere il ricorso a licenziamenti.

L’accordo prevede inoltre l’impegno da parte dell’azienda a utilizzare ulteriori forme di sostegno dopo la scadenza del contratto di solidarietà. L’obiettivo dichiarato è quello di proteggere i posti di lavoro nel breve termine e creare le condizioni per un possibile rilancio industriale dello stabilimento. Si parla infatti di sviluppare un nuovo progetto industriale che possa rendere sostenibile la produzione e, al contempo, preservare l’occupazione.

Il ricorso a questi ammortizzatori sociali comporta una riduzione temporanea degli orari e delle retribuzioni, ma offre ai lavoratori una protezione contro i licenziamenti e un periodo per la ricerca di soluzioni alternative. Tracmec conferma quindi il proprio interesse a mantenere attiva la produzione nel sito di Mordano almeno fino alla fine del 2025.

Le reazioni dei sindacati e le prospettive per il sito di mordano

Le organizzazioni sindacali Fim, Amb, Fiom e Uilm di Imola hanno espresso soddisfazione per il risultato raggiunto, riconoscendo la determinazione dei lavoratori come fattore chiave per ottenere il ritiro dei licenziamenti. Hanno sottolineato come la rimozione di questa minaccia renda più sereno e concreto il dialogo con l’azienda, elemento che mancava durante la fase più critica.

I sindacati hanno confermato che la lotta durata quasi due mesi ha portato a un accordo che conserva la continuità produttiva, quantomeno fino alla fine di quest’anno. La loro priorità resta mantenere un presidio industriale a Mordano, indipendentemente dal nome che avrà la proprietà o la gestione della fabbrica. Il risultato ottenuto comprende tutte le richieste avanzate durante le trattative, con l’impegno di cercare future soluzioni per sostenere l’occupazione.

Monitoraggio e futuro del sito

Le prossime tappe prevedono monitoraggio continuo della situazione lavorativa e il confronto su nuovi piani industriali. La prospettiva di un nuovo progetto produttivo potrebbe coinvolgere investimenti o collaborazioni che favoriscano la stabilità del sito. Questa fase sarà decisiva per capire se il rilancio sarà possibile e in che modalità si concretizzerà. Gli enti sindacali mantengono alta l’attenzione e promettono di vigilare sulla corretta applicazione degli accordi siglati.

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