Traccia numero 33 in via pascoli torna al centro dell’inchiesta sull’omicidio di chiara poggi a garlasco

Traccia numero 33 in via pascoli torna al centro dell’inchiesta sull’omicidio di chiara poggi a garlasco

La nuova perizia sulla traccia palmare numero 33 nella villetta di via Pascoli a Garlasco non ha fornito elementi utili all’identificazione, ma mantiene aperte le indagini sul caso Chiara Poggi.
Traccia Numero 33 In Via Pasco Traccia Numero 33 In Via Pasco
Il caso di Chiara Poggi viene riaperto con nuove analisi su una traccia palmare trovata sulla scena del crimine, ma senza elementi certi per identificare un sospetto, mantenendo il mistero irrisolto. - Gaeta.it

Il caso di Chiara Poggi, la giovane trovata morta nella sua abitazione di via Pascoli a Garlasco nel 2007, torna a far parlare con un nuovo elemento emerso da una perizia della procura di Pavia. Si tratta di una traccia palmare, catalogata dagli esperti come numero 33, che già dagli anni delle prime indagini aveva attirato l’attenzione degli inquirenti. La stampa e gli organi ufficiali comunicano oggi dettagli importanti sulle analisi che hanno valutato questa impronta, ottenute da fotografie e sopralluoghi, cercando di capirne il ruolo nel quadro complesso delle indagini sul delitto.

La scoperta e la natura della traccia numero 33

La traccia palmare numero 33 è stata rilevata sulla parete destra della scala interna dell’abitazione dove il corpo di Chiara Poggi è stato scoperto la sera del 13 agosto 2007. Gli accertamenti iniziali hanno messo in evidenza che quella parte della superficie murale ha subito un intervento di rimozione parziale dell’intonaco, effettuato con un bisturi sterile, per recuperare eventuali dettagli visibili delle creste papillari. Era evidente che la traccia presentava carenze nella definizione delle creste, il che ne riduceva l’utilità per un confronto dattiloscopico.

Esami sulle tracce ematiche

Gli specialisti del Ris di Parma hanno eseguito test specifici per rilevare la presenza di sangue. Il combur test, strumento in grado di individuare tracce ematiche, ha dato un risultato dubitativo. L’Obti test, invece, più preciso nel confermare la presenza di materiale organico ematico, ha escluso la presenza di sangue sulla traccia. Ciò ha confermato che non si trattava di un’impronta fresca lasciata da una mano insanguinata, ma più probabilmente di una impronta secca o vecchia, già essiccata o comunque priva di residui ematici.

L’analisi complessiva delle impronte sulla scala di via pascoli

Il Ris ha svolto un lavoro sistematico censendo tutte le impronte rinvenute lungo la scala della villetta. Il catalogo scrutinato dagli investigatori conta più di venti impronte, tutte attentamente fotografate e numerate. Da queste, quattro impronte, riconosciute con certezza, appartengono al carabiniere Gennaro Cassese, impegnato sulle scene del crimine. Un’altra traccia è stata attribuita a Marco Poggi, fratello della vittima, probabilmente raccolta durante le fasi di sopralluogo o per altre ragioni a carattere investigativo.

La posizione della traccia numero 33

La traccia numero 33, però, resta un elemento a parte. Seppure apparsa fin dall’inizio nell’inchiesta, gli esperti dei carabinieri scrivono nel rapporto definitivo che questa impronta non possiede elementi di valore dattiloscopico sufficienti per fare confronti o identificare un sospetto. Le condizioni complesse della traccia hanno dunque impedito di risalire all’autore, al di là di ogni dubbio.

Il ruolo della nuova consulenza nelle indagini attuali

Stando a quanto riferito, la recente consulenza è stata condotta esclusivamente sulle fotografie delle impronte raccolte. L’analisi digitale ha ripreso i materiali disponibili per esaminare nuovamente la traccia 33 e tutte le altre indicazioni acquisite nel corso degli anni. Non è emerso nulla di inedito che possa ribaltare quanto già noto, tuttavia la nuova attenzione su questo punto testuale indica che potrebbe essere centrale nelle valutazioni dei magistrati.

Questa riapertura, in effetti, spinge a verificare nel dettaglio ogni elemento raccolto in un fascicolo che dura da quasi due decenni, cercando di agganciare prove certe alla scena del crimine. Le foto analizzate in sede di consulenza permettono una visione puntuale dell’impronta, ma non hanno fornito materiale utile a sostenere una nuova pista. Dunque la posizione della traccia numero 33 resta al momento isolata.

contesto e implicazioni per il processo su chiara poggi

Il caso di Chiara Poggi costituisce uno dei più complessi e seguiti nella cronaca giudiziaria lombarda recente. L’attenzione sulla traccia palmare aumenta perché potrebbe indicare il passaggio di una persona non identificata al momento del delitto. Eppure, senza elementi certi che colleghino l’impronta a un soggetto noto o nuovo, questa parte dell’indagine rimane sospesa.

L’uso di tecnologie più raffinate e le perizie ripetute nel corso degli anni testimoniano la volontà di mantenere aperta ogni possibile via. Lo stato attuale delle prove però mostra le difficoltà degli inquirenti nel colmare vuoti informativi su dettagli piccoli ma importanti. Il fascicolo prosegue, mentre il processo e le valutazioni della procura di Pavia aggiungono pezzi a un puzzle ancora incompleto.

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