Tornello sul sentiero del Seceda ripristinato con pedaggio per i turisti del selfie in Alto Adige

Tornello sul sentiero del Seceda ripristinato con pedaggio per i turisti del selfie in Alto Adige

Il sentiero del Seceda in Alto Adige reintroduce il pedaggio per limitare l’afflusso turistico, scatenando tensioni tra proprietari dei pascoli, APT di Santa Cristina e CAI Alto Adige sulla gestione e tutela ambientale.
Tornello Sul Sentiero Del Sece Tornello Sul Sentiero Del Sece
Il sentiero del Seceda in Alto Adige ha reintrodotto un pedaggio per limitare il turismo e tutelare i pascoli, causando tensioni tra proprietari, APT e associazioni locali. - Gaeta.it

Il sentiero del Seceda, noto per la sua vista panoramica in Alto Adige, torna a imporre un pedaggio sul passaggio a causa dell’afflusso massiccio di visitatori. La protesta dei proprietari dei pascoli, cominciata a luglio, aveva attirato l’attenzione nazionale ma il tornello era rimasto attivo soltanto poche ore. Ora invece l’accesso è di nuovo limitato con un ticket valido per cinque ore, esclusi residenti e bambini. Questo intervento nasce da un conflitto tra chi gestisce gli impianti e i contadini che sostengono di subire danni e disagi.

La protesta dei contadini e il ripristino del tornello

I proprietari dei terreni che circondano il sentiero hanno adottato il tornello come forma di protesta contro il passaggio incontrollato delle migliaia di turisti che salgono in funivia. Georg Rabanser, uno dei proprietari, ha dichiarato all’Alto Adige che “la loro mossa voleva essere un segnale di allarme per le istituzioni”. Si aspettavano un confronto con le autorità provinciali dopo l’eco mediatica ma non è arrivata nessuna offerta concreta o comunicazione ufficiale. Le dichiarazioni si sono fermate ai media, senza incontri o risposte dirette.

Dati della disputa in corso

La questione al centro della disputa è il pesante impatto del turismo sulla proprietà privata: si registrano danni ai prati, rifiuti abbandonati e un sovraffollamento con comportamenti spesso non rispettosi dell’ambiente. I contadini lamentano di non vedere alcun ritorno economico malgrado i grandi guadagni delle società impiantistiche e delle strutture turistiche, lasciando a loro l’onere dei costi e dei danni. Il tornello è stata l’unica misura che hanno potuto adottare per tutelare i terreni.

La posizione dell’apt e le misure di tutela ambientale

L’APT di Santa Cristina ha risposto alle critiche dichiarando di aver fatto intervenire un gruppo di quattro rangers dedicati al controllo del sentiero. Questi agenti monitorano il rispetto delle regole, assicurando che i visitatori restino sui percorsi indicati, evitino danneggiamenti ai prati e non volino droni senza autorizzazione. Secondo Lukas Demetz, presidente dell’APT, “la situazione del Sentiero dei selfie è decisamente migliorata e il problema dei rifiuti è meno grave di quanto comunemente si pensi”.

Contrasti economici tra apt e proprietari

Demetz ha espresso disappunto per la riattivazione del tornello, perché ritiene che “non ci siano basi giuridiche per la riscossione del pedaggio”. Tra APT e proprietari c’è stato un rifiuto reciproco sulle richieste di compenso economico: i contadini avevano proposto un indennizzo dopo aver chiesto alle società degli impianti ma hanno ricevuto un no. L’associazione turistica sostiene che se si dovesse pagare per queste quattro proprietà, si aprirebbe la necessità di estendere il pedaggio a molte altre aree, il che non sarebbe praticabile.

La reazione del cai alto adige e le tensioni lungo il sentiero

Carlo Alberto Zanella, presidente del CAI Alto Adige, ha definito la riattivazione del tornello come una mossa non provocatoria ma reale e confermata ufficialmente. Attraverso un post su Facebook ha smontato l’idea che il pedaggio fosse solo un gesto simbolico o destinato a durare pochi minuti, chiamandola una “autentica balla” chi la riteneva una provocazione momentanea.

Questo intervento ha riacceso le tensioni nella gestione del territorio lungo il sentiero del Seceda, evidenziando il contrasto tra esigenze di tutela, interessi economici e flussi turistici. La situazione resta aperta, con i proprietari che perseguono la loro richiesta di rispetto e i consorzi turistici che cercano di mantenere libero l’accesso mantenendo la sicurezza e il decoro del percorso.

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