L’intesa tra Unione europea e Stati Uniti sui dazi doganali ha suscitato reazioni da diversi fronti politici. Massimiliano Fedriga, presidente della regione Friuli Venezia Giulia, ha commentato la questione soffermandosi sulla percentuale applicata, ritenuta ancora alta, e sulla possibilità di proseguire con ulteriori negoziati per ridurre gli impatti sulle esportazioni italiane.
La posizione di fedriga sull’intesa tra ue e usa
Il presidente del Friuli Venezia Giulia ha definito il 15% di dazi come una tariffa significativa ma non definitiva. Fedriga ha sottolineato che la cifra attuale potrebbe essere migliorata attraverso nuove trattative, che dovrebbero puntare a escludere alcune categorie di prodotti dall’applicazione delle tariffe. Ha spiegato che la situazione va interpretata come un processo in sviluppo, non un punto fermo. La speranza è che il governo italiano insieme ai rappresentanti europei mantengano attiva la trattativa per ottenere condizioni più favorevoli.
Gli aspetti critici del dazio al 15% e i rischi percepiti
Fedriga ha rammentato che le previsioni iniziali avevano prospettato percentuali molto più alte, che avrebbero potuto causare danni più gravi all’export regionale e nazionale. Sebbene l’accordo abbia rappresentato un sollievo rispetto a queste ipotesi, resta la necessità di non considerare la questione risolta. L’impatto del 15% può ancora condizionare diverse imprese, specialmente quelle del nordest, il cui commercio internazionale è particolarmente rilevante. Fedriga ha quindi invitato a mantenere alta l’attenzione per limitare conseguenze negative e a spingere per un allargamento delle esenzioni.
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Prospettive future e interventi auspicati da fedriga
Secondo il presidente friulano, la strada verso un’imposizione tariffaria più leggera passa attraverso il dialogo continuo con Bruxelles e Washington. Ha richiamato l’attenzione sulle opportunità di revisione del protocollo dazi, puntando a una rimodulazione che eviti di penalizzare settori specifici della produzione italiana. Questa posizione riflette la preoccupazione diffusa tra le aziende esportatrici per l’effetto delle barriere commerciali. Fedriga ha auspicato che il sistema politico italiano si faccia carico di sollecitare misure concrete a tutela di quei comparti maggiormente esposti alle tensioni commerciali.