I tamburi giapponesi del gruppo Munedaiko saranno protagonisti ai giardini della filarmonica romana la sera del 30 giugno 2025. L’evento propone un’immersione nella tradizione musicale antica del taiko, con performance che promettono di coinvolgere corpo e mente. Il concerto si affianca a un’esibizione della flautista armena Veronika Kizanishvili, offrendo così una serata dedicata a sonorità diverse ma altrettanto intense.
La forza del taiko: un antico strumento che scuote il cuore
Il taiko non è solo un tamburo, ma un’esperienza sonora capace di vibrare profondamente nell’ascoltatore. Lo racconta Mugen Yahiro, percussionista e fondatore del gruppo Munedaiko insieme ai fratelli Naomitsu e Tokinari Yahiro. Il trio ha preso forma nel 2014 con l’obiettivo di portare in Italia e in Europa questa tradizione, ancora poco conosciuta fuori dal Giappone. La storia del taiko affonda le radici in oltre duemila anni, periodo durante il quale è stato usato in battaglie militari per spaventare i nemici con il suo ritmo potente. Oltre alla funzione bellica, il taiko ha un posto centrale nelle cerimonie popolari, culturali e religiose sia buddiste che shintoiste. Il tamburo, con le sue vibrazioni, secondo la tradizione giapponese, avrebbe il potere di purificare gli ambienti, scacciando demoni e impurità spirituali.
Il suono che arriva al cuore
Il suono profondo e il ritmo del taiko arrivano all’ascoltatore fino al cuore, risvegliando emozioni antiche. Chi lo suona segue un allenamento rigoroso per affinare concentrazione, resistenza e coordinazione. L’obiettivo è raggiungere un equilibrio tra corpo, mente e spirito, facendo emergere una forza interiore che si trasmette all’audience. Questo legame tra musica e energia personale rende il taiko molto più di un semplice spettacolo: diventa un rito che collega il percussionista e il pubblico in una sorta di comunione sensoriale.
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Il concerto di veronika kizanishvili apre la serata con musica armena e georgiana
Prima della performance dei Munedaiko, alle 20, si esibirà Veronika Kizanishvili, una flautista armena con un percorso artistico che attraversa le tradizioni musicali di Armenia e Georgia. Kizanishvili, nata a Tbilisi, ha studiato al conservatorio della sua città ed è poi arrivata a Roma per terminare gli studi al conservatorio di Santa Cecilia nel 2014. Si è poi specializzata all’accademia internazionale di Imola. La sua esibizione propone composizioni di autori armeni e georgiani, arricchita da un progetto dedicato a Elena Mardian, una compositrice armena contemporanea nata nel 1960.
Un repertorio ricco di storia e colori
Il repertorio scelto da Kizanishvili porta in scena melodie ricche di storia e di colori culturali, spesso poco conosciute dal pubblico italiano. La presenza della pianista Oh Yunwoo accentua il dialogo tra flauto e pianoforte, creando un’atmosfera intima e raffinata. L’apertura con questo concerto prepara il pubblico al passaggio dal mondo della musica da camera a quello vibrante e potente dei tamburi giapponesi, un contrasto che rende l’appuntamento ai giardini della filarmonica romana un’occasione di incontro fra tradizioni diverse e lontane.
Una serata musicale che unisce culture e sonorità lontane
L’appuntamento del 30 giugno è pensato come un viaggio sonoro tra continenti e stili musicali. Dai toni delicati e profondi della musica armena e georgiana di Kizanishvili a quelli energici e travolgenti dei Munedaiko, lo spettatore potrà perdere il senso dello spazio e del tempo. I giardini della filarmonica romana ospiteranno così un’esperienza che parla di radici culturali lontane ma vive ancora oggi attraverso la musica.
I Munedaiko invitano il pubblico a percepire non solo la potenza del suono, ma anche la vibrazione che accompagna ogni colpo di tamburo, una vibrazione che secondo loro risuona anche dentro di noi, modellando ritmo e emozioni. Chi pratica il taiko punta a un’attitudine intensa e disciplinata che si traduce in una performance che coinvolge tutti i sensi. Una preparazione fisica e mentale che permette di trasmettere energia come fosse un grande amplificatore di pulsazioni umane.
Un momento di culto della musica e della tradizione
L’evento, con le sue tre figure musicali – i tre fratelli Yahiro e Veronika Kizanishvili con Oh Yunwoo – diventa dunque un momento di culto della musica, capace di collegare civiltà e tempi diversi in uno spettacolo unico in città. Per chi ama scoprire tradizioni antiche e ritmi profondi, sarà una data da segnare.