Torna in produzione il panis quadratus, il pane tipico di pompei diviso in otto spicchi

Torna in produzione il panis quadratus, il pane tipico di pompei diviso in otto spicchi

Fattorie Garofalo rilancia il panis quadratus di Pompei, pane antico romano a lievito madre, valorizzando la tradizione gastronomica campana e prodotti locali come la mozzarella di bufala campana dop.
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Fattorie Garofalo rilancia il panis quadratus, il pane tipico di Pompei dell’antica Roma, valorizzando la tradizione e i prodotti locali come la mozzarella di bufala campana dop. - Gaeta.it

La tradizione alimentare dell’antica Roma si arricchisce con il ritorno del panis quadratus, il pane rotondo e diviso in otto spicchi tipico di Pompei. Fattorie Garofalo ha deciso di riportare in vita questo simbolo millenario proponendo una rosetta realizzata con lievito madre naturale, ispirata al famoso panis pompeii risalente a oltre duemila anni fa. L’iniziativa nasce con l’intento di celebrare la cultura locale, valorizzando prodotti come la mozzarella di bufala campana dop, e di offrire ai consumatori un legame autentico con la storia del territorio campano.

Il panis quadratus: un elemento centrale dell’alimentazione romana antica

Il panis quadratus compariva regolarmente nelle tavole degli antichi romani come parte della tiade mediterranea, composta da pane, olio e vino. Era un pane rotondo, suddiviso in otto spicchi ben distinti, probabilmente pensato per facilitare la porzionatura tra più persone o per conservare la freschezza a lungo. A Pompei, città che ha conservato intatti molti aspetti della vita quotidiana romana prima dell’eruzione del 79 d.C., sono stati trovati circa 30 panifici attivi che producevano diverse varietà di pane. Proprio questo pane è stato rinvenuto in diversi scavi archeologici insieme a forni e utensili, confermando così l’importanza della panificazione nel contesto sociale e culturale dell’epoca.

Differenziazione e uso storico

La differenziazione dei pani era legata anche ai tipi di grano usati e ai giorni della settimana. Per esempio, il panis pompeii era associato con il mercoledì, un dettaglio che ha permesso a diversi studiosi di ipotizzare quando esattamente si verificò l’eruzione del Vesuvio. La suddivisione del pane in spicchi, che usiamo ancora oggi per facilitare il consumo, sembra quindi una pratica antica con una funzione concreta nella vita dei romani.

Fattorie garofalo e la riscoperta del panis pompeii nel retail moderno

Fattorie Garofalo ha inserito nel proprio punto vendita all’interno del maximall pompeii una rosetta che riprende fedelmente la forma e la lavorazione del panis quadratus. L’uso esclusivo di lievito madre 100% naturale sottolinea l’attenzione all’autenticità della ricetta, che mette in luce sapori genuini e rimanda direttamente alle tecniche tradizionali. Questa nuova proposta si inserisce in un contesto commerciale dinamico, dove prodotti locali e di qualità sono messi al centro per rispondere a una domanda di consumatori sempre più interessati alla storia e all’origine di ciò che mangiano.

Valorizzazione del territorio

L’obiettivo è anche valorizzare la mozzarella di bufala campana dop, prodotto di punta del territorio campano, facendo incontrare sapori antichi a ingredienti tipici locali. La scelta di proporre questo pane storico nello stesso luogo dove la cultura e la storia di Pompei richiamano ancora migliaia di visitatori ogni anno crea un legame diretto tra memoria e tradizione gastronomica.

Pompei e la panificazione: un tesoro archeologico che racconta la vita quotidiana

Pompei rappresenta una fonte preziosa per comprendere la dieta degli antichi romani, grazie alla conservazione eccezionale degli spazi urbani e commerciali. La presenza di numerosi forni e panifici mette in evidenza come il pane fosse un elemento basilare nella dieta della città. Le tracce del panis quadratus sono state trovate insieme ai resti di cibi, ma anche a oggetti di uso comune negli esercizi commerciali, fornendo così una fotografia dettagliata di un’attività quotidiana e organizzata.

L’eredità del panis quadratus

Gli scavi hanno dimostrato che la produzione del pane era un mestiere diffuso, con panifici che probabilmente servivano sia la popolazione locale sia le attività commerciali e le taverne. La collocazione temporale del panis pompeii nel mercoledì ha suscitato curiosità tra gli archeologi, spingendoli a valutare che l’eruzione del Vesuvio sorprendentemente sia avvenuta in un giorno di metà settimana. Questo dettaglio cronologico si lega strettamente al ritrovamento degli spicchi di pane, ormai diventati un segno rilevante per lo studio della cultura materiale romana.

L’eredità del panis quadratus non è dunque solo una curiosità storica, ma una testimonianza concreta di tecniche e abitudini che hanno attraversato i secoli, fino a oggi, grazie anche a iniziative come quella di Fattorie Garofalo. Pompei rimane un punto di riferimento per chi vuole capire come il cibo si intrecciasse con la vita, la società e la produzione agricola di duemila anni fa.

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