Torino, via Germagnano 3: scoperto traffico di neonate con metodi brutali e occultismo

Torino, via Germagnano 3: scoperto traffico di neonate con metodi brutali e occultismo

Un’indagine della procura di Torino svela un traffico di minori dal Marocco all’Italia, con una neonata sedata e nascosta; pratiche esoteriche e intimidazioni usate per mantenere il controllo criminale.
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A Torino scoperto un traffico di minori con una neonata trasportata clandestinamente dal Marocco, sedata e nascosta; indagine in corso su una rete criminale che utilizza pratiche esoteriche per intimidire e controllare. - Gaeta.it

Nel centro di Torino si è conclusa un’indagine che ha portato alla luce un traffico di minori con dinamiche inquietanti. Una neonata di due mesi è stata trasportata clandestinamente dal Marocco all’Italia, sedata e nascosta in modo crudele, mentre gli indagati usavano pratiche esoteriche per intimorire e mantenere il controllo. Il caso, già sotto inchiesta, presenta elementi che suggeriscono un sistema più strutturato e pericoloso di tratta di bambini.

La tratta clandestina e il trasferimento della neonata

Secondo le accuse della procura di Torino, la neonata è stata affidata a una coppia marocchina, che ha organizzato un trasporto illegale partendo da Tangeri. Sedata e poi infilata in una busta della spesa, la bambina è stata imbarcata su una nave verso Genova e da qui arrivata fino a Torino, in via Germagnano 3, dove è stata nascosta. I due sospettati, italiani di origini marocchine, sono stati arrestati e sono in carcere dopo che il tribunale del riesame ha confermato la custodia cautelare.

Una rete dalle dimensioni preoccupanti

Il trasferimento è avvenuto attraverso una rete che secondo gli investigatori potrebbe estendersi ben oltre questo episodio. La neonata sarebbe stata affidata a una seconda coppia torinese, interlocutori ignari o forse complici nel meccanismo. L’indagine ha mostrato come la bambina sia stata trattata come una merce, con passaggi e accordi difficili da ricostruire, e con minacce rivolte persino agli operatori sociali coinvolti.

Pratiche esoteriche e intimidazioni nel contesto del traffico

Gli inquirenti hanno intercettato conversazioni che mostrano una crudeltà senza limiti: i due indagati discutevano con freddezza di come eliminare la neonata, in caso di controlli. Tra le opzioni citate, “l’eliminazione nel forno o la caduta da una finestra.” Queste parole rivelano un ambiente in cui rituali magici e maledizioni giocano un ruolo centrale nel mantenere la paura e il controllo.

La donna coinvolta nell’indagine ha un passato noto per l’uso di pratiche esoteriche, che servivano a soggiogare le persone intorno a lei, incluse le vittime ma anche assistenti sociali. Questo elemento ha complicato i rapporti con chi doveva occuparsi del caso, inserendo una dimensione di terrore e manipolazione psicologica capace di influenzare l’intera vicenda.

Paura come strumento di controllo

“I rituali magici erano usati per mantenere la soggezione,” si legge negli atti, sottolineando come l’esoterismo non fosse solo una pratica isolata, ma parte integrante delle strategie criminali.

Una denuncia familiare al centro dell’inchiesta

L’inchiesta è partita da una denuncia interna alla coppia sospettata. Il marito, dopo ripetute accuse di violenze, si è rivolto ai servizi sociali raccontando tutto sul traffico e sui piani che riguardavano la neonata. Questo atto, forse mosso da rancore, ha dato il via alle indagini, smascherando una realtà che prima restava sommersa.

La donna ha provato a ribaltare la situazione, sostenendo che la bambina fosse figlia del marito e di un’altra donna. Tra racconti contraddittori e reciproche accuse, la neonata è stata la protagonista inconsapevole di un conflitto familiare e criminale, in cui la verità è rimasta celata dietro menzogne e mezze verità.

Testimonianze e documenti falsificati nella ricostruzione

Uno degli elementi chiave in questo caso è stata la testimonianza di un mediatore culturale, che ha descritto l’arrivo della bambina e ha consegnato un documento rivelatosi falso. Il documento accusava un uomo di 65 anni di aver ingannato la madre biologica con false promesse di matrimonio e una nuova vita in Italia.

Questa messa in scena aveva lo scopo di ottenere il consenso per il trasporto clandestino. L’uomo al centro dell’inchiesta è considerato un esperto nel traffico di migranti, particolarità che apre alla possibilità di un intreccio più ampio con network di traffici illegali. Tutti gli indizi raccolti hanno confermato la presenza di un’organizzazione che opera con meccanismi ben rodati.

Il salvataggio della neonata e il prosieguo delle indagini

Il 12 marzo le forze dell’ordine hanno eseguito un blitz nell’appartamento di Torino dove la bambina era nascosta. L’intervento è arrivato in extremis, evitando che la neonata venisse rimandata in Marocco, quindi salvando la sua vita. Il tribunale ha dichiarato la piccola adottabile, affidandola ad una famiglia sicura.

Le autorità hanno definito questo caso come la punta di un iceberg. Ritengono che episodi simili restino nascosti e che dietro vi siano reti criminali più vaste. Per questo le attività investigative continuano senza sosta, con ricerche approfondite su documenti, contatti e tutte le tracce del giro di minori.

Un mondo oscuro da far emergere

Il dramma di questa piccola neonata, sedata e nascosta come un oggetto, pone interrogativi sul numero di bambini coinvolti in simili operazioni. La procura segue ogni pista, per fermare chi sfrutta fragilità e vite indifese. A Torino, la sofferenza di quella bimba ha smascherato un mondo oscuro, che gli inquirenti si impegnano a far emergere.

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