Doudou Diouf è arrivato in Sicilia dal Senegal nel 2008, con un visto regolare e la volontà di portare un pezzo d’Africa a Palermo, attraverso la cucina e le tradizioni del suo paese. Dopo anni di lavoro e fatica, ha aperto il ristorante ciwara nel cuore della Vucciria, uno dei mercati più vivaci e storici della città. Circa un mese fa, la polizia municipale ha sequestrato il locale, accusandolo di trasformare il ristorante in una discoteca non autorizzata. La situazione si è però risolta con il dissequestro decretato dal tribunale del Riesame, che ha respinto le accuse per mancanza di prove. Questa vicenda racconta un pezzo di vita quotidiana e di confronto tra culture a Palermo.
L’arrivo di doudou diouf in sicilia e l’incontro con la musica e la cultura locale
Doudou Diouf ha messo piede in Sicilia 17 anni fa, partendo da Catania, portando con sé la storia del Senegal e soprattutto la passione per la cucina africana. Nel tempo ha stretto un rapporto importante con Matilde Politi, cantautrice siciliana, che ha affiancato nel percorso tra musica e impegno culturale. Insieme si sono spostati a Palermo con l’idea di aprire un locale che unisse cibo e arte, due mondi centrali nel loro vissuto.
Il progetto iniziale prevedeva una collocazione in zona via Libertà o via Notarbartolo, aree note della città dove poter proporre la ristorazione con un’atmosfera più formale. Non è andata così, per diverse ragioni: da una parte la diffidenza dei proprietari degli immobili, dall’altra i costi elevati per l’affitto. Diouf ha così scelto la Vucciria, un luogo pittoresco ma difficile dal punto di vista delle regolamentazioni e dell’attenzione alle norme. Qui, nel 2018, ha inaugurato il ristorante ciwara, nome ispirato alle maschere rituali dei Bambara, un popolo africano che usa l’immagine dell’antilope nei suoi simboli.
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Il ristorante ciwara nel cuore della vucciria, tra tradizione africana e sfide quotidiane
La Vucciria resta uno degli spazi più caratteristici di Palermo, frequentato da turisti ma anche spesso segnalato per la difficoltà di rispettare regole e orari. Doudou ha portato con sé parte della sua cultura, rinnovando l’offerta culinaria e culturale del mercato. Il percorso non è stato semplice, perché il proprietario dei locali si è mostrato inizialmente restio a concedere in affitto lo spazio.
Nel tempo però, conoscendo il ristoratore e il progetto, ha aperto la porta al ciwara. Oggi anche alcuni familiari del proprietario partecipano direttamente alla gestione, dimostrando come si sia instaurata una relazione di fiducia. Diouf ha un passato militare in Senegal, dove ha svolto il servizio per tre anni, esperienza che lo ha educato al rispetto delle regole e delle leggi. Nonostante questo, racconta di aver ricevuto una ventina di controlli e alcune multe nel corso degli anni, senza mai opporsi formalmente.
Il 6 giugno 2025, però, durante un controllo con agenti della polizia municipale dotati di bodycam, le contestazioni hanno preso una piega diversa. La polizia ha accusato Diouf di aver trasformato il ristorante in una discoteca non autorizzata, contestazione grave visto che l’esercizio è autorizzato a diffondere musica, anche se non organizza eventi da ballo.
Un locale tra tradizione e regolamenti stringenti
Il sequestro, la difesa e il dissequestro: i passaggi giudiziari della vicenda
Alla denuncia e al sequestro del locale sono seguiti momenti di grande tensione. Doudou Diouf si è affidato all’avvocato Alessandro Crociata per la difesa legale. Grazie a una serie di registrazioni video fatte con telecamere di sicurezza, è emersa un’incongruenza importante tra le accuse degli agenti e la realtà.
Le immagini hanno mostrato che la presunta trasformazione in discoteca non corrispondeva ai fatti. La musica diffusa era in linea con l’autorizzazione e non c’era un assembramento incontrollato come ipotizzato dalla municipale. Il tribunale del Riesame ha accolto la tesi difensiva, revocando il sequestro e mettendo fine a una situazione giudiziaria che stava compromettendo pesantemente l’attività del ristorante.
Il ristoratore si dice ancora sorpreso dalle contestazioni così pesanti, che hanno portato anche a una denuncia penale. Le motivazioni della decisione del tribunale saranno fondamentali per valutare le prossime mosse legali, visto che la sospensione dell’attività ha generato un danno economico notevole. “Il mio lavoro è sempre stato svolto nel rispetto delle norme.” ha dichiarato Diouf.
Il ruolo delle prove video per la difesa del ciwara
La complessità di gestire un’attività culturale e commerciale in un contesto urbano come palermo
Questa vicenda sottolinea le tensioni esistenti quando si uniscono culture diverse e bisogni di regolamentazione urbana. Palazzo delle autorità cittadine deve vigilare sul rispetto delle norme, ma allo stesso tempo si confronta con soggetti che portano tradizioni diverse e che cercano di arricchire il tessuto sociale della città.
La Vucciria resta uno spazio emblematico di queste problematiche. Le attività che si aprono nel mercato si trovano spesso a dover affrontare difficoltà legate alla convivenza con residenti, regolamenti comunali e autorità. Il caso del ciwara fa emergere il tema della convivenza tra identità culturali differenti, con l’occhio di chi deve far rispettare le regole senza danneggiare iniziative che hanno un valore sociale e culturale.
Le verifiche ricorrenti fatte dalla polizia municipale sul locale testimoniano una costante attenzione, ma il sequestro ha mostrato anche i limiti di certi controlli quando non vengono pienamente giustificati. Il ritorno in attività del ciwara può ora rappresentare un’occasione per riflettere su come gestire e tutelare le realtà multiculturali in città, soprattutto in spazi complessi come la Vucciria.