Lilly ha presentato i risultati completi dello studio Surmount-5, che vede tirzepatide confrontarsi direttamente con semaglutide per la gestione del peso in adulti con obesità o sovrappeso. La ricerca di fase 3b, svolta su pazienti con almeno una comorbidità legata al peso ma senza diabete, ha confermato la superiorità di tirzepatide nel ridurre il peso corporeo. La divulgazione è avvenuta al 32° congresso europeo sull’obesità a Malaga e su The New England Journal of Medicine.
Caratteristiche e disegno dello studio surmount-5
Lo studio Surmount-5, condotto da Lilly, ha messo a confronto tirzepatide e semaglutide in un trial clinico aperto di fase 3b. La sperimentazione ha coinvolto adulti con obesità o sovrappeso, accompagnati almeno da una patologia correlata al peso , ma che non presentavano diabete. Tirzepatide agisce sui recettori Gip e Glp-1, mentre semaglutide è un agonista specifico del recettore Glp-1.
L’obiettivo principale era valutare la perdita di peso a 72 settimane, misurata su base di trattamento effettivamente ricevuto. Oltre alla sicurezza, sono stati rilevati endpoint secondari come percentuali di perdita peso superiori a soglie specifiche e la riduzione della circonferenza vita. Il protocollo ha previsto controlli regolari per monitorare effetti collaterali e il profilo di tollerabilità dei farmaci.
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Risultati completi: tirzepatide porta a una riduzione di peso superiore
I dati hanno mostrato come tirzepatide abbia indotto una perdita media del 20,2% del peso corporeo, pari a circa 22,8 kg. Nel gruppo semaglutide la riduzione media si è fermata al 13,7%, corrispondente a circa 15 kg. La perdita di peso relativa è risultata superiore del 47% per tirzepatide rispetto a semaglutide.
Tra le percentuali di pazienti che hanno ottenuto livelli significativi di riduzione, il 64,6% ha raggiunto una perdita del 15% con tirzepatide, contro il 40% con semaglutide. Anche la circonferenza vita ha mostrato una riduzione più marcata nel gruppo tirzepatide, di 18,4 cm contro 13 cm registrati nel gruppo semaglutide.
Considerazioni cliniche e impatto nei pazienti con obesità
Gli esperti sottolineano come questi risultati sanciscano un’importante conquista nel trattamento dell’obesità, condizione che incide sulla qualità e aspettativa di vita di milioni di persone in tutto il mondo. Paolo Sbraccia, docente all’università di Roma Tor Vergata, ha evidenziato il valore dei dati per ampliare le possibilità di cura e prevenzione delle complicanze associate al sovrappeso.
“Questo studio rafforza la percezione di tirzepatide come nuova opzione terapeutica nelle strategie di gestione del peso, soprattutto in pazienti con patologie correlate.” La maggiore efficacia può aiutare a scongiurare rischi cardiovascolari e metabolici legati all’obesità, che resta una malattia cronica.
Profilo di sicurezza e tollerabilità di tirzepatide nello studio
Il profilo di sicurezza di tirzepatide è risultato compatibile con quanto osservato negli studi precedenti della serie Surmount. Gli eventi avversi più comuni sono stati di natura gastrointestinale, principalmente di lieve o moderata intensità. La sospensione del trattamento per effetto degli eventi avversi si è verificata nel 6% dei pazienti con tirzepatide, a fronte dell’8% nel gruppo semaglutide.
Va precisato che Surmount-5 non era progettato per un confronto diretto della tollerabilità tra i due farmaci, ma i dati contribuiscono a una migliore conoscenza degli effetti collaterali associati a tirzepatide in un contesto reale.
Rilievo di lilly e approvazioni in italia
Elias Khalil, presidente e ad di Lilly Italia, ha dichiarato che questi risultati consolidano la posizione dell’azienda nel trattamento dell’obesità attraverso farmaci innovativi. In Italia l’impegno di Lilly include il riconoscimento dell’obesità come una vera e propria malattia che coinvolge quasi 6 milioni di persone.
Tirzepatide è già approvato nel nostro Paese per la gestione del peso in adulti con indice di massa corporea uguale o superiore a 30 kg/m², o tra 27 e 30 kg/m² se associato a almeno una comorbidità. Recentemente Aifa ha esteso la rimborsabilità del farmaco anche ai pazienti con diabete di tipo 2, ampliando così il numero di persone che possono accedere al trattamento.
Questi sviluppi mostrano come il panorama terapeutico in Italia stia cambiando, offrendo ai pazienti con obesità soluzioni efficaci che integrano dieta e attività fisica. Il progresso nella ricerca farmaceutica rappresenta un passaggio cruciale nella lotta a una delle patologie più diffuse e complesse del nostro tempo.