Terremoto di magnitudo 5.8 colpisce Marmaris, muore ragazza di 14 anni e decine di feriti in provincia di Mugla

Terremoto di magnitudo 5.8 colpisce Marmaris, muore ragazza di 14 anni e decine di feriti in provincia di Mugla

Un terremoto di magnitudo 5.8 ha colpito Marmaris, Mugla, causando una vittima e numerosi feriti; le autorità turche coordinano i soccorsi e invitano alla calma per gestire l’emergenza.
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Un terremoto di magnitudo 5.8 ha colpito la zona di Marmaris, in Turchia, causando una vittima, diversi feriti e disagi nelle evacuazioni, con le autorità impegnate nei soccorsi e nel monitoraggio della situazione. - Gaeta.it

Un sisma nella notte ha scosso l’area di Marmaris, una città situata nella provincia di Mugla, nel sudovest della Turchia. L’evento ha provocato una vittima e diversi feriti, mettendo a dura prova la popolazione locale e i servizi di emergenza impegnati nei soccorsi. Le autorità hanno fornito i primi dati ufficiali nelle ore successive.

Dettagli del terremoto e localizzazione

L’agenzia Afad, che si occupa della protezione civile turca, ha rilevato il terremoto alle 2.17 ora locale. Il sisma ha avuto una magnitudo pari a 5.8 e l’epicentro si trovava a circa dieci chilometri dalla costa di Marmaris. Questa città si affaccia sul Mar Egeo ed è nota per la sua vocazione turistica. La scossa ha colpito dunque una zona densamente abitata e frequentata da visitatori, aumentando il rischio di conseguenze gravi.

La profondità del terremoto è stata relativamente bassa, contribuendo alla percezione intensa del movimento tellurico da parte degli abitanti. Diverse aree della provincia di Mugla hanno avvertito la scossa, scatenando pressa e apprensione tra la popolazione. La durata è stata breve, ma sufficiente a causare panico e danni.

Vittime e feriti dopo la scossa

La notizia più grave riguarda la morte di una ragazza di 14 anni che si trovava a Fethiye, un comune della stessa provincia. Secondo quanto riportato dal ministro degli Interni Ali Yerlikaya, la giovane è deceduta in seguito a un attacco di panico scaturito dal terremoto. È evidente quanto il trauma psicologico possa trasformarsi in conseguenze mortali in situazioni di emergenza, soprattutto tra i più giovani.

Le autorità sanitarie hanno segnalato che almeno 69 persone hanno richiesto cure mediche dopo il sisma. Di questi pazienti, 46 sono tuttora ricoverati in ospedale per monitoraggio e trattamenti. Non tutti i feriti hanno subito lesioni dirette dai crolli o dal terremoto, ma molti si sono fatti male tentando di mettersi in salvo in modo improvviso e rischioso.

Dinamiche dell’evacuazione e modalità di fuga

La fuga precipitosa dei cittadini ha assunto forme pericolose perché, spinti dalla paura, alcune persone hanno cercato di scappare buttandosi da altezze elevate. Questo comportamento, comprensibile in momenti di forte stress, ha provocato ulteriori ferite e complicazioni. Le strutture che avrebbero potuto offrire sicurezza o vie di uscita ordinarie sono state prese d’assalto, causando confusione e incidenti.

I soccorritori si sono trovati ad affrontare una situazione caotica: non solo l’emergenza legata ai danni strutturali, ma anche la gestione delle persone in fuga e dei casi di trauma indiretto. Le autorità hanno invitato alla calma sottolineando l’importanza di usare le vie di uscita sicure e di non abbandonarsi a gesti impulsivi, ma la paura resta un fattore determinante in queste circostanze.

Interventi e risposta delle autorità locali

Dopo il terremoto, le squadre di emergenza della provincia di Mugla si sono rapidamente mobilitate. I mezzi di soccorso e i medici hanno assistito i feriti e messo in sicurezza le aree più a rischio. Le infrastrutture principali non hanno riportato danni irreparabili, ma sono stati necessari controlli accurati per verificare la stabilità degli edifici.

Il governo turco ha attivato i protocolli per monitorare eventuali scosse di assestamento e supportare le comunità colpite. Il ministro Yerlikaya ha utilizzato i canali ufficiali per informare la popolazione e coordinare gli interventi con le autorità locali. La Protezione civile continua a seguire con attenzione la situazione, pronta ad attivare ulteriori risorse se necessario.

L’episodio di Marmaris evidenzia ancora una volta la vulnerabilità delle zone a rischio sismico in Turchia, spingendo a riflettere sull’importanza delle misure di prevenzione e di risposta rapida per limitare le conseguenze. Le indagini sulle cause delle reazioni popolari e sulle modalità di soccorso proseguono, nel tentativo di migliorare la gestione di eventi simili.

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