Tentano di truffare un passante fingendosi sordomute, una fugge entrando nella caserma dei carabinieri a Bressanone

Tentano di truffare un passante fingendosi sordomute, una fugge entrando nella caserma dei carabinieri a Bressanone

Due donne romene denunciate a Bressanone per tentata truffa fingendosi sordomute in via Tratten; l’intervento di un carabiniere ha bloccato la fuga e recuperato materiale falso e denaro contante.
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A Bressanone due donne hanno tentato una truffa fingendosi sordomute in via Tratten; grazie all’intervento di un carabiniere e alla denuncia di un passante, sono state fermate e denunciate per vari reati. - Gaeta.it

A Bressanone, nel primo pomeriggio, due donne hanno cercato di mettere in atto una truffa ai danni di un passante, spacciandosi per sordomute nella via Tratten. L’intervento tempestivo di un carabiniere ha bloccato l’azione, ma una delle due ha tentato di sfuggire entrando involontariamente nella caserma dell’Arma, dove è stata rapidamente fermata. Le forze dell’ordine hanno poi recuperato materiale usato per ingannare le vittime e denunciato le donne per vari reati.

La dinamica della truffa e il riconoscimento da parte del carabiniere

L’episodio è avvenuto all’ora di pranzo, quando un militare, affacciato dalla finestra dell’ufficio, ha notato una giovane donna avvicinarsi a un uomo, mimando gesti e mostrando un modulo apparentemente per una raccolta fondi. Il carabiniere ha immediatamente percepito la situazione come sospetta, riconoscendo un trucco già visto. Scendendo in strada, ha trovato che le truffatrici erano in realtà due. Una delle donne cercava di distrarre la vittima con un atteggiamento amichevole, mentre l’altra tentava di indurlo a firmare il modulo e donare soldi.

La via tratten scelta per la truffa

I due avevano scelto la via Tratten come luogo per la truffa, probabilmente per il traffico pedonale regolare. Il modus operandi consisteva nel fingersi persone con disabilità uditive, in modo da suscitare compassione e abbassare la diffidenza di chi riceveva la richiesta. Presentando moduli già compilati e adottando un linguaggio gestuale, speravano di convincere la vittima a firmare e consegnare denaro contante.

La fuga e l’ingresso nella caserma: un tentativo insolito

Alla presenza dell’uniforme, le due donne hanno tentato di fuggire in maniera precipitosa. Una è stata subito bloccata dal carabiniere, mentre l’altra ha reagito con una gomitata prima di allontanarsi a corsa. In un gesto forse dettato dalla confusione o dall’ansia, ha imboccato rapidamente il portone principale proprio della caserma dei carabinieri, probabilmente scambiandolo per un’uscita secondaria o per un’altra via di fuga.

La donna ha attraversato i corridoi interni dell’edificio, trovandosi infine nel cortile recintato. Qui si è trovata in trappola, senza vie di fuga possibili. Questa mossa ha evidentemente facilitato l’intervento dei carabinieri, che l’hanno definitivamente fermata senza la necessità di procedere a inseguimenti fuori dall’edificio. Il gesto insolito ha contribuito a velocizzare la cattura.

Scoperta del bottino e il cambio di atteggiamento delle due donne

Messa alle strette, la fuggitiva ha consegnato spontaneamente una somma di denaro, dichiarando che si trattava del bottino ricavato da una truffa precedente. Una volta nel controllo dei militari, entrambe hanno sospeso la finzione di non comunicare a parole ed hanno iniziato a parlare normalmente, abbandonando il pretesto della sordità. Questo segna spesso, come in questo caso, la fase in cui le persone coinvolte nelle truffe si arrendono alla realtà dei fatti durante gli accertamenti.

Durante la perquisizione, i carabinieri hanno recuperato numerose cartelline con moduli predisposti per la falsa raccolta fondi, alcune contenenti già firme o scritte ingannevoli. È stato rinvenuto anche denaro contante, presumibilmente frutto di precedenti truffe. Un altro elemento trovato ha catturato l’attenzione: in una delle donne, nascosti nel reggiseno, erano custoditi alcuni cosmetici rubati poco prima in una drogheria vicina.

I segni di più episodi truffaldini

Denaro contante, moduli falsi e cosmetici rubati evidenziano come le donne non si limitassero a un solo episodio, ma agissero con metodi diversi per trarre guadagni illeciti.

Le accuse a carico delle donne e il ruolo della denuncia del passante

Le due donne, di origine romena e senza domicilio fisso, sono state denunciate per vari reati. Il passante che è stato avvicinato ma anche truffato ha scelto di denunciare l’accaduto, permettendo ai carabinieri di avviare l’indagine e fermare le responsabili. Sono state formulate accuse per accattonaggio molesto, tentata truffa in concorso, resistenza a pubblico ufficiale e furto.

L’azione congiunta della vittima che ha segnalato l’episodio e l’intervento diretto dei militari ha impedito la continuazione delle truffe nel centro di Bressanone. Il caso conferma l’attenzione necessaria nel riconoscere segnali di truffa anche in situazioni apparentemente innocue.

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