La vertenza dei lavoratori precari della asl 1 di l’Aquila resta al centro di un acceso confronto politico e sociale. Sinistra Italiana di l’Aquila esprime preoccupazione per le dinamiche che si sono create attorno a questo tema, invitando a spostare il dibattito dalle polemiche alle soluzioni pratiche. Il nodo della questione riguarda la stabilizzazione del personale e le modalità con cui la sanità pubblica affronta il lavoro precario, un tema che coinvolge non solo i lavoratori ma tutta la comunità locale. In questo contesto emerge anche una critica verso la gestione politica del problema, con richieste precise sulla strada da seguire per garantire tutele e trasparenza.
Clima di scontro e attacchi ai lavoratori precari e ai sindacati
Negli ultimi mesi la vertenza dei precari della asl 1 ha creato un clima di tensione che non facilita la ricerca di soluzioni. Sinistra Italiana sottolinea la presenza di attacchi rivolti sia ai lavoratori in lotta sia ai sindacati, che rappresentano quelle istanze sindacali. Spostare il dibattito sulle critiche personali o sulle accuse senza fondamento rende più arduo porre rimedio alle problematiche legate al lavoro precario nel settore sanitario. Chi protesta, rimarca Sinistra Italiana, difende diritti riconosciuti dalla legge e di fondamentale importanza, che non possono essere messi in discussione attraverso campagne di delegittimazione o personalizzazioni del conflitto.
Si segnala, inoltre, una situazione difficile nel comparto sanitario, già caratterizzata da carenze e disagi. La questione precariato non è solo una questione di rapporti di lavoro, ma incide sulla qualità dei servizi erogati e sulla tenuta stessa della sanità pubblica. Questo rende ancora più importante il confronto sulle soluzioni e il superamento di ogni forma di polemica inutile o che distoglie l’attenzione dai problemi veri. In questo scenario, il ruolo dei sindacati rimane centrale come interlocutori affidabili e come portatori delle istanze di chi opera quotidianamente.
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Il rispetto della legalità come punto fermo
Il principio guida indicato da Sinistra Italiana parte dal rispetto dell’articolo 97 della Costituzione, che assegna l’accesso agli impieghi pubblici tramite concorsi. Questo elemento è diventato cruciale nella gestione della vertenza e nell’individuazione di soluzioni compatibili con la legge. Secondo il partito, la strada giusta è usare gli strumenti esistenti della legislazione, che in questi anni si è mossa soprattutto nella direzione delle stabilizzazioni del personale nelle aziende sanitarie locali .
C’è però una difficoltà importante legata all’internalizzazione dei servizi svolti da personale precario. Sinistra Italiana ritiene opportuno intervenire su una norma specifica, la lettera c del comma 268 dell’art. 1 della legge 234/2021. Secondo questa proposta, si potrebbe aprire un percorso che riconosca l’esperienza acquisita dai lavoratori precari all’interno della asl e, al tempo stesso, garantisca la tutela di chi ha sostenuto selezioni pubbliche, come i concorsi. Quest’intervento potrebbe offrire una via d’uscita equilibrata, capace di confermare l’esperienza sul campo senza violare i parametri di trasparenza e meritocrazia.
Questa riflessione si inserisce in un dibattito più ampio sulle modalità con cui la sanità pubblica organizza il lavoro: tra contratti a tempo, appalti esterni e tentativi di internalizzazione c’è un equilibrio complesso da definire. Anche per questo, il tema legislativo diventa centrale per superare situazioni di incertezza e precarietà.
Scelte politiche e gestione del problema, il caso del sindaco biondi
Sinistra Italiana critica l’atteggiamento del sindaco di l’Aquila, Pierluigi Biondi, in particolare per il modo in cui ha affrontato la questione della società in house. Dopo aver scartato rapidamente questa ipotesi, non ha discusso soluzioni alternative come l’internalizzazione dei servizi, che potrebbe garantire maggiore stabilità ai lavoratori e un controllo più diretto sulle attività sanitarie. Questa mancanza di chiarezza viene interpretata come una carenza di un progetto concreto per assicurare lavoro stabile e servizi pubblici più efficaci.
Secondo la visione espressa da Sinistra Italiana, le amministrazioni pubbliche non devono essere trattate come imprese private, soprattutto quando ricorrono eccessivamente alla somministrazione di personale o esternalizzano funzioni fondamentali. Tali pratiche generano precarietà e diseguaglianze, perché dipendenti dello stesso ente spesso svolgono mansioni uguali ma con condizioni differenti. Nei servizi pubblici sanità in particolare questo aspetto può compromettere la qualità assistenziale.
Sinistra Italiana evidenzia anche la diffusione di percorsi di carriera poco trasparenti, basati su incarichi fiduciari più che su requisiti oggettivi. Questo sistema non contribuisce a costruire una sanità pubblica solida e meritocratica. Il tema della gestione e della pianificazione del personale rimane quindi al centro della discussione politica locale, con la richiesta di scelte più responsabili e trasparenti.
Polemiche sui percorsi di accesso e differenze di trattamento nei concorsi pubblici
Tra le polemiche più accese emerge anche il dibattito sulla legittimità dei requisiti utilizzati per accedere a ruoli pubblici. Sinistra Italiana respinge con forza le accuse dirette ai lavoratori precari, definiti “imbucati nelle cooperative”, e al contrario richiama l’attenzione su un fenomeno meno discusso e forse più problematico: persone che hanno lavorato a incarico fiduciario in staff politici, come quelli del gabinetto del sindaco, e poi usano quell’esperienza per candidarsi a concorsi pubblici per ruoli dirigenziali.
Questa pratica non è consentita secondo diverse sentenze che vietano riconoscimenti di incarichi “intuitu personae” come titolo di accesso in concorsi pubblici. Il fatto che tali situazioni si ripetano alimenta un senso di ingiustizia e alimenta polemiche. Il partito prende una posizione netta: servono soluzioni equilibrate, non scontri personali o propagandistici.
La richiesta è che il dibattito politico si concentri sulle carenze da risolvere e sulle proposte concrete da portare avanti, per garantire un sistema più giusto per chi lavora quotidianamente ai servizi pubblici e per chi ha investito nella preparazione necessaria per entrare nel pubblico impiego. Il tema difficilmente si esaurirà presto, vista la complessità delle questioni e la molteplicità di soggetti coinvolti.