Tensioni negli istituti san benedetto ed einaudi a latina tra proteste e modifiche scolastiche

Tensioni negli istituti san benedetto ed einaudi a latina tra proteste e modifiche scolastiche

Studenti, insegnanti e famiglie del liceo San Benedetto e dell’Istituto Einaudi di Latina protestano contro il cambio orario, il trasferimento a Borgo Piave e l’accorpamento con Mattei, che rischiano la qualità formativa.
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Tensioni al liceo San Benedetto e all’Istituto Einaudi di Latina per la proposta di modifica degli orari e il possibile trasferimento, con proteste di studenti, insegnanti e famiglie preoccupati per la qualità dell’istruzione e la mancanza di dialogo nella gestione delle decisioni. - Gaeta.it

Negli ultimi giorni, la situazione al liceo San Benedetto e allo Istituto Einaudi di Latina è rimasta calda e carica di tensione. Il malcontento nasce dalla proposta di cambiare l’orario scolastico e dall’ipotesi di trasferire l’Einaudi nella sede del San Benedetto, situata a Borgo Piave. Questi sviluppi hanno acceso le proteste di studenti, insegnanti e famiglie, che si sentono poco ascoltati. La questione riguarda non solo la temporizzazione delle lezioni, ma anche una possibile riorganizzazione dei plessi che potrebbe compromettere indirizzi specifici e la vita quotidiana degli alunni.

Protesta davanti alla provincia e malumori diffusi in tutta la comunità scolastica

La manifestazione degli studenti in piazza davanti alla sede della Provincia ha acceso i riflettori su un malessere diffuso. Il sindacato Gilda Insegnanti di Latina ha preso posizione, sottolineando un aumento crescente di malumore che coinvolge non solo i ragazzi, ma anche famiglie, docenti e personale Ata. Patrizia Giovannini, coordinatrice provinciale della Gilda, ha segnalato come la proposta di modifica dell’orario e soprattutto l’ipotesi del trasferimento rischino di mettere in crisi i percorsi formativi più tecnici e specialistici offerti dall’Einaudi. L’istituto, infatti, ospita corsi come quello odontotecnico, che necessita di laboratori attrezzati e spazi particolari non facilmente replicabili altrove.

Una questione di diritto all’istruzione di qualità

Il contendere non si limita dunque a un cambio d’orario o sede ma investe il diritto all’istruzione di qualità, con riflessi su chi frequenta indirizzi professionalizzanti. Le famiglie temono che il trasferimento possa portare a un depotenziamento degli spazi e degli strumenti necessari, compromettendo l’esperienza didattica.

Problemi legati all’orario scolastico da 60 minuti e criticità per studenti pendolari

Uno dei punti più contestati riguarda il ritorno alle lezioni da 60 minuti, una scelta considerata peggiorativa, specie per gli studenti che affrontano viaggi lunghi ogni giorno per raggiungere la scuola. Il sindacato ricorda la normativa che permette di ridurre l’unità oraria senza obbligo di recupero in caso di difficoltà di trasporto. Ignorare questa regola aumenta il disagio per chi già si scontra con orari complessi e mezzi pubblici scarsamente coperti.

In particolare, per il San Benedetto, che si trova in una zona decentrata di Latina, la situazione è delicata. L’istituto è più difficilmente accessibile rispetto ad altri e la modifica oraria non sembra tenere conto di questa difficoltà. La conseguenza è che molti alunni potranno vedere dilatato il tempo trascorso fuori casa, con ricadute negative sulla concentrazione e il rendimento.

Critiche all’accorpamento dei tre istituti e calo delle iscrizioni

La Gilda ha inoltre puntato il dito contro l’accorpamento tra San Benedetto, Einaudi e Mattei, una decisione presa nell’ambito del piano di dimensionamento scolastico regionale. Secondo il sindacato, questa operazione ha penalizzato tutte le scuole coinvolte, provocando un calo progressivo delle iscrizioni. Il San Benedetto in particolare rappresenta l’unico istituto agrario della provincia di Latina, contesto con una forte vocazione agricola. Spostare o sovrapporre funzioni e sedi senza un piano attento rischia di ridurre la capacità formativa in un settore importante per il territorio.

L’accorpamento infatti è stato percepito come un’operazione poco condivisa che non ha considerato le specificità e le esigenze di ogni istituto. Questo ha portato a un vuoto di risposte, mentre i numeri degli studenti iscritti stanno diminuendo. La situazione fa emergere la necessità di misure che garantiscano stabilità e valorizzazione di ogni percorso formativo.

La qualità formativa a rischio

Un ulteriore elemento critico riguarda la possibile perdita di indirizzi e la riduzione della qualità dell’offerta didattica, soprattutto nelle discipline professionalizzanti e tecniche.

Mancanza di confronto nella gestione delle decisioni e richiesta di trasparenza

Un’altra critica parte dalla conduzione unilaterale della dirigenza scolastica. Il sindacato segnala la scarsità di dialogo e confronto con la comunità scolastica, fatta di insegnanti, studenti e famiglie, su tematiche così rilevanti. Questo atteggiamento alimenta sfiducia e incertezza.

La Gilda sottolinea inoltre come questo problema sia legato sia al sistema con cui vengono selezionati i dirigenti scolastici sia alla carenza di controlli ministeriali. La mancanza di trasparenza e partecipazione crea un clima difficile dove le decisioni sembrano imposte piuttosto che condivise. Serve uno spazio di discussione più aperto, in cui i vari soggetti coinvolti possano esporre dubbi e proposte concrete.

In molte scuole della provincia, la situazione si ripete con modalità simili, provocando tensioni e fraintendimenti. È chiaro dunque che la questione non riguarda solo singoli casi, ma va affrontata con strumenti e metodi diversi. L’attenzione oggi si concentra sulla capacità di ascolto e sulla gestione condivisa dei processi organizzativi, indispensabili per garantire il regolare funzionamento degli istituti e il benessere scolastico.

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