Tensioni geopolitiche tra medio oriente, russia-ucraina e india-pakistan mettono a rischio miliardi di export italiano

Tensioni geopolitiche tra medio oriente, russia-ucraina e india-pakistan mettono a rischio miliardi di export italiano

I conflitti in medio oriente, est europa e subcontinente indiano mettono a rischio le esportazioni italiane e la sicurezza energetica, con impatti significativi su made in Italy, artigianato e posti di lavoro.
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L'articolo analizza come i conflitti in Medio Oriente, Est Europa e Asia meridionale minaccino l’export italiano e la sicurezza energetica, evidenziando l’urgenza di strategie per tutelare il Made in Italy e garantire stabilità economica. - Gaeta.it

I recenti conflitti e le tensioni in aree strategiche come il medio oriente, l’est europa e il subcontinente indiano hanno un impatto diretto sull’economia italiana. In particolare, la crisi tra Russia e Ucraina, i contrasti tra India e Pakistan e le difficoltà persistenti in diverse zone del medio oriente sollevano dubbi circa la sicurezza delle esportazioni italiane e dell’approvvigionamento energetico. Questo scenario influisce su milioni di posti di lavoro e sul valore complessivo degli scambi commerciali, mettendo a dura prova la tenuta del made in Italy.

Le esportazioni italiane a rischio per i conflitti internazionali

Secondo un’analisi di Confartigianato, le vendite di prodotti italiani verso i Paesi coinvolti direttamente o indirettamente in conflitti o in situazioni di instabilità raggiungono quasi il 10% del totale dell’export nazionale. In termini monetari, si parla di circa 61,4 miliardi di euro esposti a pericoli, vista la volatilità dei mercati e lo stato di tensione che può bloccare o rallentare le esportazioni. Questi Paesi – circa 25 – comprendono nazioni coinvolte in guerre o aree considerate a rischio elevato, dove le condizioni politiche ostacolano lo scambio regolare.

Le imprese italiane, soprattutto quelle legate all’artigianato e al made in Italy, sentono già i segnali di difficoltà nell’accesso a nuovi mercati e nella gestione delle catene di fornitura. Gran parte di queste aziende opera in comparti fragili, dove un’incertezza geopolitica può tradursi in perdite economiche significative. In più, l’instabilità tende a variare in modo rapido e imprevedibile, facendo aumentare i costi e riducendo le possibilità di pianificazione commerciale. In quest’ottica, è fondamentale monitorare costantemente questi Paesi per reagire in fretta e limitare i danni.

L’impatto sulle forniture energetiche italiane

Quasi la metà dell’energia importata dall’Italia arriva da aree entrate in crisi negli ultimi anni. L’Italia dipende per il 40,7% del suo fabbisogno energetico da 17 nazioni coinvolte in tensioni o conflitti, per un valore stimato di 27,6 miliardi di euro. Questo dato costituisce un fattore di vulnerabilità notevole, dato che le interruzioni nelle forniture energetiche possono causare rincari, difficoltà produttive e problemi nel garantire il normale funzionamento di industrie e servizi.

Il settore energetico rappresenta uno snodo critico per l’intera economia nazionale. La dipendenza da fonti estere, in particolare da Paesi con instabilità politica o conflitti aperti, aumenta notevolmente i pericoli. Le crisi in corso, come quella tra Russia e Ucraina, hanno già mostrato quanto possa essere delicata questa situazione, con rapidi interventi sul mercato e modifiche alle rotte di approvvigionamento. Non bastano le scorte o gli accordi a breve termine: serve un equilibrio duraturo per tutelare le esportazioni e il funzionamento interno.

Le parole di marco granelli sulla necessità di stabilità

Marco Granelli, presidente di Confartigianato, ha sottolineato la necessità di creare condizioni di stabilità per salvaguardare il made in Italy. In un contesto internazionale turbolento, prosegue, la capacità di mantenere rapporti chiari e affidabili con tutti i partner commerciali è essenziale per la sopravvivenza di molte imprese italiane. Il mercato globale non perdona chi non riesce a gestire rischi geopolitici e variazioni improvvise.

Granelli ricorda come la tenuta economica di un Paese sia strettamente legata alla capacità di contenere rischi esterni; creare stabilità nei territori strategici e mantenere canali di comunicazione aperti sono quindi azioni imprescindibili, anche per garantire la sicurezza energetica e il mantenimento delle esportazioni. In un periodo segnato da tensioni militari e politiche, il richiamo a una politica più attenta alle conseguenze delle crisi rafforza l’attenzione sulle imprese italiane, in particolare sull’artigianato e su settori che si basano su scambi internazionali.

Strategie italiane contro i rischi globali

Alla luce di questi numeri emerge quanto sia imprescindibile per l’Italia adottare strategie chiare per disinnescare i rischi derivanti da situazioni critiche nel medio oriente, dall’est europa e dall’Asia meridionale. La tenuta dell’economia del paese passa dall’attenzione alle crisi mondiali che possono compromettere non solo le esportazioni ma anche la disponibilità di risorse energetiche fondamentali.

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