La serata del 11 maggio ha visto una breve escalation di tensione nel centro di basilea, in svizzera, durante i minuti che hanno preceduto la performance del cantante israeliano alla finale dell’eurovision. Gruppi di manifestanti filo-palestinesi si sono riuniti per contestare la partecipazione di israele al concorso musicale, dando vita a scontri con le forze dell’ordine.
Breve escalation di scontri tra manifestanti e polizia
La situazione si è complicata quando una parte dei manifestanti ha sfidato i cordoni di sicurezza, provocando uno scontro limitato con gli agenti in tenuta antisommossa. Le forze dell’ordine hanno utilizzato tecniche di contenimento per evitare che la protesta degenerasse in violenza diffusa. Diversi manifestanti sono stati fermati o invitati ad allontanarsi.
Le autorità locali hanno comunicato che l’intervento ha impedito il blocco degli accessi e ha garantito il proseguimento regolare della finale. Non si registrano feriti gravi né danni significativi ai locali o al pubblico presente. Allo stesso tempo, la vicenda ha attirato l’attenzione dei media svizzeri e internazionali, sottolineando il clima acceso che circonda eventi culturali con elementi politici in gioco.
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Manifestazione in centro città contro la partecipazione di israele all’eurovision
Poche ore prima della diretta televisiva, un numero stimato di alcune centinaia di persone ha preso posizione nelle vie centrali di basilea. Gli organizzatori della protesta volevano evidenziare la loro contrarietà alla presenza di israele nell’importante evento musicale europeo. Alcuni partecipanti hanno scandito slogan e mostrato cartelli con richiami alla situazione in medio oriente, rivolgendo attenzione alle controversie politiche legate al conflitto israelo-palestinese. La scelta di basilea come luogo della manifestazione non era casuale: la città ospitava la finale dell’eurovision 2025.
La raccolta dei manifestanti è avvenuta in modo spontaneo ma determinato, attirando l’interesse di residenti e turisti presenti per l’evento. Alcuni momenti si sono fatti tesi quando gruppi di manifestanti hanno cercato di avvicinarsi ai varchi di accesso alle aree riservate, dove si trovavano i funzionari e gli artisti. La polizia ha reagito mantenendo un perimetro di sicurezza e cercando di contenere la protesta senza provocare ulteriori disordini.
Il contesto politico dietro la protesta durante un evento internazionale
L’eurovision ha sempre rappresentato uno spettacolo musicale seguito da milioni di persone, ma nel corso degli anni ha aperto spazio di frequente a tensioni politiche. La partecipazione di israele a questa edizione ha suscitato reazioni da parte di gruppi pro-palestinesi che contestano la normalizzazione del paese nel panorama europeo in concomitanza con una crisi che prosegue da decenni.
In passato sono già emerse contestazioni simili in altre città ospitanti, dove manifestazioni a sfondo politico si intrecciano con l’atmosfera di festa dell’eurovision. La scelta di basilea ha portato sotto i riflettori la problematica, soprattutto in una fase delicata del conflitto tra israele e palestina. I responsabili della sicurezza hanno quindi avuto il compito di bilanciare la libertà di manifestare e la tutela dell’evento internazionale.
Le misure di sicurezza adottate durante la finale di basilea
La polizia svizzera ha predisposto un piano di sicurezza ampio per la serata, con numerosi agenti schierati attorno al luogo della manifestazione e alle aree di accesso. Oltre al controllo del pubblico, è stato monitorato ogni potenziale punto di raccolta per evitare assembramenti non autorizzati.
Gli operatori in tenuta antisommossa sono intervenuti prontamente per limitare la portata degli scontri, riuscendo a mantenere la calma dopo brevi fasi di tensione. Inoltre sono state attivate misure di comunicazione con gli organizzatori della manifestazione affinché la protesta restasse pacifica e nel rispetto delle regole. Queste iniziative hanno permesso alla finale di proseguire senza intoppi di tipo tecnico o logistico.
Lo scenario di basilea di questa sera conferma come eventi internazionali di grande richiamo possano facilmente diventare palcoscenici per rivendicazioni politiche, soprattutto su temi complessi e sentiti come il conflitto israelo-palestinese.