La Basilicata ha visto un incremento nell’applicazione della * tassa di soggiorno, un’imposta che sta diventando sempre più diffusa nel panorama turistico italiano. Con l’adattamento dei comuni locali alle normative fiscali e alle necessità turistiche, è oggi un argomento di rilevanza per la regione. Nello specifico, secondo un’analisi condotta dal *Centro Studi Enti Locali, basata su dati di diverse istituzioni, tra cui il Ministero dell’Economia e delle Finanze, la Banca d’Italia e l’ISTAT, sono nove i comuni lucani in cui si applica questa tassa nel 2023.
Crescita della tassa di soggiorno in Basilicata
Negli ultimi anni, l’introduzione della tassa di soggiorno in Basilicata ha mostrato un notevole incremento nel numero di comuni che la adottano. Si è passati da sette comuni nel periodo 2019-2020 a otto comuni nel biennio 2021-2022, fino ad arrivare a nove nel 2023. Questo andamento evidenzia un cambiamento significativo nella gestione dei flussi turistici e nella volontà dei comuni di rafforzare la propria offerta turistica, sostenendo al contempo il bilancio locale.
Il numero totale dei comuni in Basilicata è di 131, di cui 79 sono considerati idonei per l’applicazione della tassa di soggiorno. Ciò significa che attualmente solo l’11% di questi comuni ha deciso di avvalersi di tale imposizione, un dato che potrebbe crescere ulteriormente nei prossimi anni, soprattutto considerando il fatto che la tassa di soggiorno è consentita per i comuni capoluogo e per quelli presenti negli elenchi regionali delle località turistiche o delle città d’arte.
Comuni lucani che applicano la tassa
Nel dettaglio, nei comuni del Potentino la tassa di soggiorno viene applicata in varie località: Maratea, Melfi e nel capoluogo Potenza. Queste aree, rinomate per la loro bellezza naturale e patrimonio culturale, accolgono ogni anno un numero crescente di turisti, rendendo necessaria l’introduzione di tale imposizione per finanziare servizi e miglioramenti infrastrutturali.
Nel Materano, la tassa è presente in diversi comuni, tra cui Bernalda, Pisticci, Scanzano Jonico, Policoro e Nova Siri, oltre alla celebre Matera, nota per i suoi Sassi, patrimonio dell’umanità UNESCO. Questi comuni stanno cercando di valorizzare il turismo, rendendo i propri servizi e le proprie strutture ricettive sempre più adeguati alle esigenze dei visitatori.
Con un trend in continua evoluzione e una rete di collaborazioni tra i comuni lucani, l’adozione della tassa di soggiorno si configura come un’opportunità per investire nel miglioramento delle destinazioni turistiche, creando un ciclo virtuoso di sostenibilità e crescita.
Il contesto italiano della tassa di soggiorno
A livello nazionale, il 2023 ha visto 1.268 comuni italiani implementare la tassa di soggiorno, una cifra che rappresenta circa il 20% dei comuni aventi diritto a farlo. Questo dato evidenzia un trend crescente nell’adozione di tale misura in risposta all’aumento della domanda turistica e alla necessità dei comuni di generare ulteriori entrate per far fronte alle spese legate ai servizi per i turisti.
L’introduzione di questa tassa non è solo una questione di presenza o assenza, ma anche di strategia turistica. Molti comuni stanno rivalutando le proprie politiche, cercando di ottimizzare i servizi offerti ai turisti, garantendo una fruizione migliore delle risorse culturali e naturali.
Difatti, la tassa di soggiorno viene spesso reinvestita in iniziative che mirano a migliorare l’accoglienza, la manutenzione dei beni culturali e la promozione di eventi locali. Ciò dimostra come la tassa possa essere un importante strumento per la valorizzazione e lo sviluppo di ulteriori opportunità nell’ambito del turismo locale.