La scoperta di una tartaruga liuto , il colosso dei mari, morta nelle acque della Versilia ha scosso la comunità locale e i custodi dell’ecosistema marino. Questo avvenimento non solo solleva interrogativi sulla salute degli oceani, ma mette anche in evidenza la vulnerabilità di una specie in via di estinzione, che ha dimostrato di essere essenziale per l'equilibrio della biodiversità marina.
La scoperta della tartaruga morta
Mercoledì, il personale dell'unità navale della Guardia di Finanza di Marina di Carrara ha avvistato la tartaruga liuto, un esemplare di circa 300 chili e lungo 2 metri, con il collo e una pinna anteriore intrappolati in un contrappeso subacqueo. L’animale, purtroppo, non era riuscito a liberarsi. La scoperta è avvenuta pochi giorni dopo che la tartaruga era stata avvistata viva, nuotando nelle stesse acque. Questa situazione ha suscitato preoccupazione tra i biologi marini e i volontari che si dedicano alla salvaguardia di tale specie.
Gli operatori hanno dovuto mettere in atto un'operazione complessa per recuperare il corpo dell'animale. Grazie alla collaborazione con un team di immersione, sono riusciti a sollevare il grande rettile marino e a trainarlo al porto di Viareggio. Qui, il corpo è stato caricato su un furgone appositamente attrezzato dal WWF di Viareggio, che ha gestito il trasporto verso il centro di primo soccorso di Ronchi a Marina di Massa. La coordinazione delle operazioni ha messo in luce il grande impegno delle autorità e dei volontari nella salvaguardia della fauna marina.
Analisi e indagini sul corpo della tartaruga
La morte della tartaruga liuto ha intrapreso un percorso investigativo per determinare le cause del decesso. Il corpo dell’animale è stato trasferito all'Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Pisa, dove sarà analizzato in dettaglio dagli esperti in collaborazione con l’ARPAT di Livorno e l’Università di Siena. Questi enti hanno l'obiettivo di eseguire esami autoptici e tramite l'analisi di campioni bioptici, cercheranno indizi che possano spiegare come sia avvenuto il decesso di un esemplare così raro.
In particolare, gli scienziati valuteranno se ci siano segni di malattia, avvelenamento o altre patologie che possano aver influito sulla salute della tartaruga. Questa ricerca non è solo un'azione di routine, ma ha un'importanza cruciale per comprendere le minacce che gli habitat marini devono affrontare.
L'analisi dei risultati porterà a una maggiore consapevolezza riguardo alla salvaguardia della tartaruga liuto e di altre specie in pericolo. In passato, gli studiosi hanno registrato un incremento delle morti di tartarughe marine in seguito a interazioni con attrezzature da pesca o inquinamento. Ci si aspetta che dal campione analizzato emergano dati significativi.
Conoscendo la tartaruga liuto
La tartaruga liuto è la più grande specie di tartaruga esistente e si contraddistingue non solo per le dimensioni imponenti, ma anche per la struttura del suo carapace, che non è composto da ossa ma di pelle coriacea. Questo le conferisce un aspetto unico, oltre a renderla particolarmente vulnerabile rispetto ad altre specie marine.
Questi magnifici animali sono noti per la loro straordinaria capacità di migrazione. Provenienti principalmente dall'Atlantico, durante le loro traversate migratorie, spesso attraversano lo Stretto di Gibilterra per entrare nel Mediterraneo, dove restano principalmente nella parte occidentale del bacino. Le tartarughe liuto sono considerate animali carnivori e si nutrono principalmente di meduse, una loro preziosa fonte di nutrimento.
Negli ultimi anni, le tartarughe liuto hanno mostrato segni di declino globale, principalmente a causa di fattori umani come l'inquinamento dei mari, la pesca accidentale e la perdita di habitat. La loro protezione è quindi diventata sempre più urgente, dal momento che ogni singolo esemplare contribuisce in modo significativo all'equilibrio dell'ecosistema marino.
La morte di questa tartaruga nella Versilia non è solo un episodio isolato, ma l'emblema di una crisi più ampia che riguarda la salute dei nostri mari e la conservazione delle specie che li abitano.