Antonio Tajani, vice premier e ministro degli Esteri italiano, ha recentemente affrontato una serie di questioni cruciali per il futuro del Paese e dell’Europa, parlando al Senato per il convegno “Europa-Usa 2025. Sfide transatlantiche.” Tra i temi trattati è emersa la questione dell’aumento della spesa per la difesa, un argomento di particolare rilevanza in un contesto di crescente instabilità geopolitica. Tajani ha chiarito che, sebbene l’Italia non possa ambire a destinare il 5% del PIL alla difesa, l’obiettivo del 2% rappresenta una priorità, sottolineando la necessità di scorporare queste spese dal patto di stabilità per garantire adeguati investimenti in questo settore. Ha inoltre evidenziato come l’Italia, dopo gli Stati Uniti, si affermi come uno dei principali contributori alla NATO, in termini di risorse umane e materiali.
Le sfide dell’Europa nella sicurezza globale
Tajani ha enfatizzato l’importanza che l’Europa deve assumere nel contesto della sicurezza globale, sostenendo che l’Unione Europea non può continuare a dipendere dagli Stati Uniti per affrontare le crisi. Il ministro ha affermato che l’Europa deve diventare il secondo pilastro della NATO, e ha messo in guardia contro la crescente influenza di attori come India, Cina e Russia nel Mediterraneo e in Africa. Secondo Tajani, la contesa geopolitica in queste aree richiede un impegno concreto da parte degli Stati Uniti, affinché il Mediterraneo rimanga un luogo di pace.
La relazione con la Russia è stata un altro punto centrale nel intervento di Tajani, che ha spiegato come la Federazione Russa stia cercando di guadagnare terreno nell’Africa subsahariana, presentandosi come un’alternativa all’Occidente. In questo contesto, l’Italia ha sempre sostenuto gli Accordi di Abramo, poiché questi offrono stabilità nella regione medio-orientale, con l’obiettivo che Israele venga integrato nel dialogo con i Paesi arabi moderati.
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Il ruolo di Giorgia Meloni nella politica interna ed estera
Il ministro ha lodato il ruolo di Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, nel fungere da collegamento tra l’Amministrazione Usa e l’Europa. Tajani ha sottolineato che le relazioni tra Italia e Stati Uniti devono restare al di sopra delle circostanze politiche, evidenziando la storicità di questi legami, che si sono mantenuti robusti attraverso diverse amministrazioni americane. Ha affermato che sarebbe un errore grave associare i rapporti tra i due Paesi a eventi politici interni statunitensi. Nonostante la complessità delle relazioni internazionali, Tajani ha ribadito l’importanza di conservare ottimi rapporti con gli Stati Uniti e le altre potenze dell’Occidente.
Un altro tema delicato ha riguardato la scarcerazione del generale libico Osama Alamsri Njeem. Tajani ha fatto eco ai dubbi su eventuali problemi di procedura legale, rimarcando come decisioni del genere possano avere ripercussioni significative sulle relazioni internazionali e sulla stabilità della Libia.
Riflessioni sulla guerra in Ucraina e sul contesto asiatico
Il vicepremier ha toccato anche il delicato tema del conflitto in Ucraina, evidenziando come le dichiarazioni da parte dell’America stiano contribuendo a sostenere il diritto internazionale e la ricerca di una pace giusta. Si è mostrato ottimista riguardo alla possibilità di una risoluzione pacifica e ha messo in evidenza la necessità di difendere il più debole contro le aggressioni di stati più potenti.
Riguardo le dinamiche nell’area dell’Indo-Pacifico, Tajani ha affermato che ci sono interessi comuni tra Stati Uniti e Italia che riguardano Paesi come India, Australia, Giappone e Indonesia. Il ministro ha ripetuto l’importanza di mantenere lo status quo nel rapporto tra Taiwan e Cina, sottolineando come la libertà di navigazione debba essere una priorità condivisa.
Queste riflessioni hanno caratterizzato un momento di dialogo fondamentale, in cui Tajani ha richiamato l’attenzione sulla necessità di evitare tensioni commerciali tra Stati Uniti e Europa, che potrebbero favorire competitors in grado di impattare i mercati occidentali. La sinergia tra Italia e Stati Uniti resta un asse portante per la strategia globale del Paese, come sottolineato dal ministro.