la presidente meloni invitata a riconsiderare il divieto sull’utero in affitto per motivi medici secondo antonio pellicer

la presidente meloni invitata a riconsiderare il divieto sull’utero in affitto per motivi medici secondo antonio pellicer

Antonio Pellicer, presidente della società europea di riproduzione umana ed embriologia, chiede a Giorgia Meloni una revisione della legge 40 per autorizzare la maternità surrogata come cura medica, evitando mercificazione.
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Antonio Pellicer, durante il congresso europeo a Parigi, ha chiesto al governo italiano di rivedere il divieto sulla maternità surrogata, proponendola come cura per donne con gravi problemi medici, sottolineando la necessità di una regolamentazione che eviti abusi e mercificazione. - Gaeta.it

Nel corso del 41esimo congresso della società europea di riproduzione umana ed embriologia tenutosi a Parigi, antonio pellicer, presidente e fondatore del gruppo ivi, ha lanciato un appello alla presidente del consiglio, giorgia meloni. Pellicer ha chiesto di valutare una revisione della posizione italiana sulla maternità surrogata, mettendo in luce motivazioni mediche che giustificherebbero l’autorizzazione di questa pratica. Il dibattito si concentra sul confine tra tutela della dignità umana e diritto a diventare genitori quando la natura o la malattia lo impediscono.

Il punto di vista medico di antonio pellicer sulla maternità surrogata come “cura”

Antonio pellicer si è mosso da una prospettiva clinica precisa. Per lui, la maternità surrogata può rappresentare un percorso terapeutico per molte donne che, a causa di malattie o condizioni congenite, non possono portare avanti una gravidanza. Da medico specializzato in procreazione medicalmente assistita, Pellicer mette a confronto la pratica del trapianto d’organo con quella dell’utero in affitto. Ricorda che un paziente con insufficienza cardiaca riceve un trapianto e può vivere una vita normale, mentre una donna nata senza utero o cui l’organo è stato rimosso resta esclusa da ogni possibilità di maternità. Secondo lui, questa condizione andrebbe considerata anch’essa come una malattia, meritevole di cure e soluzioni garantite dal sistema sanitario.

Pellicer sottolinea anche il rischio reale che la maternità surrogata possa diventare un’attività commerciale, ma ritiene che, se si riuscirà a evitare la mercificazione, si aprirà la strada a un uso legittimo e regolamentato di questa pratica. Insiste sul fatto che la surrogazione vada vista come un’opzione terapeutica e non commerciale, e che la regolamentazione debba impedire abusi e sfruttamento.

Esperienze estere: spagna e emirati arabi fanno da esempio

Il modello italiano, con la legge 40 del 2004 che limita fortemente la procreazione assistita e vieta la maternità surrogata, appare isolato rispetto ad alcuni altri paesi europei e non solo. Pellicer ricorda come in Spagna, dopo una fase di dibattito e timidi passi avanti, si stia tornando a parlare in modo più aperto di maternità surrogata, soprattutto per motivi medici.

Anche dagli Emirati Arabi arriva un segnale diverso: lì la pratica è autorizzata, ma strettamente riservata a casi con indicazioni cliniche. Questo confronto internazionale serve a mostrare che paesi con tradizioni culturali diverse stanno cercando di regolamentare la surrogazione senza però consentire la sua mercificazione. Nel 2025 il contesto europeo e globale sembra più aperto a valutare le necessità reali delle donne che affrontano problemi di infertilità gravi.

La legge 40 e le sue limitazioni attuali secondo pellicer

Pellicer ammette di non conoscere nei dettagli l’attuale configurazione della legge 40 perché ha iniziato a operare in Italia quando molte restrizioni erano già cadute. Tuttavia, mette in luce alcune criticità rimaste. Tra queste, cita il divieto per le donne single di accedere alla maternità assistita. Per lui è una limitazione ingiusta, un ostacolo a un diritto fondamentale che resta negato senza motivazioni valide.

Inoltre, fa riferimento agli embrioni congelati e inutilizzati da coppie che decidono di non proseguirne l’uso. Pellicer sostiene che questi embrioni dovrebbero poter ricevere una seconda possibilità di vita attraverso la donazione. La loro conservazione a lungo termine senza uno scopo definito rappresenta, nella sua visione, uno spreco di potenziale riproduttivo.

Un appello a rivedere la posizione del governo sulla maternità surrogata

Il messaggio che Pellicer rivolge direttamente a Giorgia Meloni si basa sull’urgenza di affrontare il tema dell’utero in affitto con un approccio equilibrato che tenga conto dei bisogni medici e della tutela della persona. Lo specialista insiste sulla necessità di sganciare la pratica da ogni forma di commercio, per evitare che diventi un mercato e resti una reale opportunità per donne che non possono portare avanti una gravidanza.

Il dibattito italiano resta ancora aperto e attuale. Il richiamo di Pellicer non si limita alla sola riforma legislativa, ma punta a far comprendere come dietro al “no” persistente ci siano vite e sofferenze che andrebbero riconosciute. La questione torna dunque a occupare un posto di rilievo nel confronto pubblico e politico sul tema della genitorialità e della tutela sanitaria.

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