Sven Goran Eriksson: l'allenatore che ha lasciato un segno indelebile nel calcio mondiale

Sven Goran Eriksson: l’allenatore che ha lasciato un segno indelebile nel calcio mondiale

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Sven Goran Eriksson: l'allenatore che ha lasciato un segno indelebile nel calcio mondiale - Gaeta.it

La comunità calcistica ha subito una grande perdita con la scomparsa di Sven Goran Eriksson, noto per le sue straordinarie capacità come allenatore. Deceduto all’età di 76 anni a causa di un cancro al pancreas, diagnosticato all’inizio del 2023, Eriksson ha vissuto un periodo finale della sua vita caratterizzato dall’affetto e dall’ammirazione che il mondo del calcio ha sempre mostrato nei suoi confronti. Dalla sua carriera che si è estesa attraverso vari continenti e club prestigiosi, la sua eredità rimane nel cuore dei tifosi e dei professionisti del settore.

I primi passi nel calcio di allenamento

La transizione da giocatore ad allenatore

Sven Goran Eriksson ha avuto una carriera da calciatore di breve durata, che si è fermata precocemente a soli 27 anni. La sua vera vocazione si è rivelata nella funzione di allenatore, un ruolo che ha assunto immediatamente dopo il ritiro. Nel 1975, ha preso posizione come vice allenatore al Degerfors, sotto la guida di Tord Grip. Questo è stato solo l’inizio di un’evoluzione che l’avrebbe portato a diventare uno degli allenatori più rispettati nel panorama calcistico mondiale.

Riconoscimenti e successi in Svezia

L’ascesa di Eriksson nel mondo dell’allenamento è stata rapida. Nel 1977, ha assunto la direzione dell’IFK Goteborg, un club svedese con una storia ricca di successi. La sua visione tattica e il suo approccio innovativo hanno portato il Goteborg a risultati eccellenti, tra cui la conquista del campionato svedese e la Coppa UEFA nel 1982, dove ha trionfato in finale contro l’Amburgo con un sorprendente 4-0. Questo successo ha attratto l’attenzione di club europei di primo piano, portandolo al Benfica, dove ha continuato a vincere.

L’impatto della carriera italiana

Il legame con Roma e Firenze

Nel 1984, Eriksson sbarca in Italia per guidare la Roma, una squadra desiderosa di risorgere dopo un periodo di declino. Durante il suo secondo anno, la Roma arriva molto vicina alla vittoria del campionato, ma un’amara sconfitta contro il Lecce rompe i sogni di gloria dei tifosi. Nonostante il risultato finale, il suo approccio tattico ha segnato un cambiamento nel modo in cui il calcio veniva giocato, portando il club a rimanere competitivo nelle stagioni successive.

Dopo la sua esperienza con la Roma, Eriksson ha continuato la sua carriera a Firenze, con la Fiorentina, dove ha ulteriormente ampliato la sua reputazione come allenatore di talento. La sua abilità nel gestire squadre ad alto profilo e nel costruire squadre vincenti ha fatto sì che i club italiani riconoscessero il suo valore nel mondo del calcio.

La grande era alla Lazio

Il punto culminante della carriera italiana di Eriksson è arrivato con la Lazio, dove ha trovato una società determinata a essere competitiva in Italia e in Europa. Sotto la sua guida, la Lazio trionfa, conquistando la Coppa Italia, la Coppa delle Coppe e il tanto ambito scudetto nel 2000. Questa sequenza di successi ha cementato la sua reputazione di allenatore vincente e ha reso Eriksson un’icona per i tifosi biancocelesti, intento a costruire un ‘ciclo d’oro’ di successi per il club.

Una carriera internazionale ricca di sfide

L’esperienza con la Nazionale inglese

Il periodo di maggiore notorietà internazionale per Eriksson arriva quando assume la guida della Nazionale inglese dal 2000 al 2004. Nonostante la presenza di talenti straordinari come David Beckham e Michael Owen, l’allenatore non riesce a portare l’Inghilterra a una vittoria in un torneo importante. La squadra, a lungo considerata tra le favorite, non riesce ad affermarsi ai livelli sperati, lasciando un mix di rimpianti e aspettative disattese.

Gli ultimi capitoli della carriera

Dopo l’esperienza con la Nazionale inglese, Eriksson ha intrapreso una serie di avventure in club meno celebri e in Nazionali come il Messico, la Costa d’Avorio e le Filippine. Anche se alcuni di questi appuntamenti non si sono rivelati fortunati, la sua decisiva influenza nel calcio mondiale è innegabile. L’ultima tappa della sua carriera lo ha riportato in Svezia, incarico come direttore tecnico del Karlstadt, dove ha potuto tornare alle origini, prima della sua diagnosi di cancro e dell’inevitabile addio al mondo del calcio.

Il viaggio di Sven Goran Eriksson è un esempio di dedizione e passione per il gioco, un’eredità che continuerà a vivere nei ricordi di chi ha avuto l’opportunità di seguirne la carriera.

  • Laura Rossi

    Laura è la mente dietro una popolare rubrica su Gaeta.it, un rinomato sito dedicato alle notizie e agli eventi della città di Gaeta e dell'intero Lazio. La sua rubrica, apprezzata per l'approccio approfondito e analitico, si concentra su temi di attualità, cronaca locale e sviluppi culturali, offrendo agli abitanti e ai visitatori informazioni dettagliate e aggiornate. Grazie alla sua esperienza e passione per il giornalismo, Laura ha saputo creare un legame solido con la sua audience, fornendo contenuti che non solo informano ma stimolano anche il dibattito e la riflessione sulla vita nella regione.

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