Suoni delle dolomiti 2025: 30 anni di musica tra le vette con concerti e trekking musicali dal 27 agosto

Suoni delle dolomiti 2025: 30 anni di musica tra le vette con concerti e trekking musicali dal 27 agosto

Il festival Suoni delle Dolomiti celebra 30 anni con oltre 900 artisti, concerti gratuiti tra le montagne trentine e iniziative inclusive, unendo musica classica, jazz ed etnica in paesaggi naturali unici.
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Il festival Suoni delle Dolomiti celebra 30 anni nel 2025 con concerti gratuiti di musica classica, jazz, etnica e pop in scenari naturali unici del Trentino, unendo arte, natura e sostenibilità. - Gaeta.it

Il festival suoni delle dolomiti si prepara a festeggiare i suoi primi trent’anni con un programma ricco e variegato di eventi dal 27 agosto al 4 ottobre 2025. Oltre 900 artisti provenienti da ogni angolo del mondo hanno già calcato le montagne trentine, trasformando rifugi e cime in palcoscenici naturali per concerti gratuiti di classica, jazz, etnica e pop. L’edizione 2025 propone un viaggio tra passato e futuro della musica, puntando anche su nuove voci e su iniziative inclusive per avvicinare il pubblico a uno spettacolo unico, immerso in paesaggi sorprendenti.

Un festival nato tra musica e natura

Il festival suoni delle dolomiti è nato nel 1995 con l’obiettivo di creare un legame tra musica e natura, raggiungendo luoghi spesso inaccessibili ad altri tipi di eventi. Da allora, più di 900 musicisti internazionali sono saliti dalle valli fino a rifugi e cime famose del trentino per proporre spettacoli dal vivo. Questa manifestazione si è distinta per la sua formula originale: concerti gratuiti nei luoghi più suggestivi delle dolomiti, con un pubblico che si costruisce cammino dopo cammino, imbattendosi in musica dal vivo, spesso lontano dalle classiche sale da concerto.

La musica ha sempre rappresentato il punto centrale, ma il festival ha saputo crescere integrando arte e natura in modo simbiotico, arrivando a considerare anche l’aspetto dell’approccio sostenibile al territorio montano. Il pubblico non è formato da semplici spettatori, ma da camminatori, esploratori che scelgono di affrontare sentieri per godere di un’esperienza unica, sedendosi a volte su prati o rocce, senza una scenografia prefissata, con l’unico sfondo delle montagne più belle del mondo.

Riflessione sui 30 anni di storia

Il traguardo dei 30 anni nel 2025 vuole essere non solo una celebrazione delle edizioni passate, ma anche un momento di riflessione per il futuro. Questo si traduce in una proposta che mette a confronto passato e presente, con eventi particolari programmati per segnare i momenti più importanti della rassegna, dalla prima data fino all’ultimo concerto.

Gli appuntamenti e gli artisti più attesi del 2025

L’edizione del 2025 si apre con un’anteprima il 6 giugno, al rifugio fučiade, nel gruppo della marmolada, con una performance di alessandro baricco e l’ensemble francese di musica medievale diabolo in musica. Il festival vero e proprio inizierà il 27 agosto partendo dalla malga tassulla, nelle dolomiti di brenta, con l’ensemble dei wiener philharmoniker, uno dei nomi più rappresentativi della musica classica internazionale.

Il cartellone porta poi a spostarsi in vari luoghi, alcuni accessibili solo dopo un’escursione, come il concerto all’alba del 4 settembre sul col margherita, previsto per le 6:30. Tra gli artisti presenti figurano il trombettista paolo fresu accompagnato dall’orchestra haydn, il violoncellista mario brunello, storico protagonista e direttore artistico del festival da oltre dieci anni, e il compositore e violoncellista giovanni sollima insieme al mandolinista avi avital.

Un altro momento speciale è il trekking musicale previsto dal 12 al 14 settembre, da madonna di campiglio al rifugio brentei, con una formazione di altissimo livello come il quartetto prometeo accanto a brunello. Questa escursione a pagamento rappresenta l’essenza dell’evento: la musica che si ascolta non in una sala chiusa, ma tra panorami naturali che amplificano l’emozione dell’ascolto.

Un concorso per rilanciare nuove proposte musicali

Per festeggiare i 30 anni, il festival ha promosso un concorso dedicato a paolo manfrini, fondatore del suoni delle dolomiti scomparso nel 2018. Lo scopo era scovare giovani gruppi interessati a legare arte e natura attraverso proposte originali. Su 48 candidature valutate, alla fine è stato scelto il trio vocale jazz le scat noir, formato da tre ragazze che si esibiranno il 2 settembre ai laghi di bombassei in val di fiemme.

Questa iniziativa sottolinea la volontà di mantenere vivo il festival con nuove idee, senza tradire la formula che ha garantito tanti successi negli ultimi trent’anni. L’idea che la musica riesca a vivere bene ovunque, persino negli spazi più aperti e privi di architetture, è centrale. Il gruppo vincitore ha il compito di proporre un “suono nuovo” delle dolomiti, che sappia dialogare con l’ambiente e catturare l’attenzione di chi ascolta in mezzo alla natura.

Il valore della musica negli spazi aperti

Mario brunello, violoncellista e direttore artistico del festival, racconta come la musica con la emme maiuscola si adatti perfettamente ai grandi spazi naturali. Tra le montagne non occorrono palcoscenici imponenti o scenografie: bastano le note e l’aria di quei luoghi perché la musica raggiunga il suo valore pieno.

Brunello spiega che a differenza delle sale da concerto – ricche di storia e acustica calibrata – nei rifugi e sulle cime il suono è quello che nasce in quel preciso momento, un’esperienza autentica e senza filtri per l’artista e per il pubblico. Chi frequenta il festival è anche chiamato a prendersi cura del posto dove si tiene l’evento. In trent’anni si è diffusa una mentalità di rispetto per il territorio, al punto che gli spettatori si preoccupano di lasciare la montagna intatta, richieste più comuni agli abitanti locali.

Questa modalità ha fatto sì che l’evento diventasse un modello per vivere la montagna senza alterarla, favorendo un turismo culturale attento e sostenibile e un contatto reale con la natura, salutare anche per chi suona.

Musica senza distorsioni e inclusività

Suoni delle dolomiti predilige un approccio minimale, lontano dalla tecnologia che potrebbe distrarre dal suono e dal contatto diretto con l’ambiente circostante. Ogni concerto viene progettato per esaltare l’aria pulita, la luce naturale e il silenzio di montagna, elementi che fanno da cornice perfetta alla musica.

Dal punto di vista inclusivo, l’edizione 2025 mette in programma quattro concerti pensati per persone con disabilità. La prima edizione del festival aveva già dato esempio di questa attenzione: una donna cieca partecipò a un concerto in montagna, arrivando in ritardo, ma dimostrando che la musica si poteva apprezzare anche senza vedere le cime. Questo episodio restò nel ricordo degli organizzatori come simbolo della vera ragione per cui il festival esiste.

L’assenza di schermi e amplificazioni pesanti obbliga artisti e pubblico a concentrarsi sulle note, evitando distrazioni. La musica tra le dolomiti nasce così come momento di condivisione intima, vissuto attraverso un’esperienza che coinvolge tutti i sensi e sottolinea il ruolo unico della musica nello spazio aperto.

Con il programma del 2025 e i festeggiamenti in corso, il festival mantiene saldo il suo legame con il territorio e con le storie che la musica racconta in paesaggi dove il tempo sembra rallentare. Ogni concerto, ogni cammino, rappresenta un passo in un itinerario che ha radici profonde ma guarda avanti, pronto ad accogliere nuovi suoni tra le montagne.

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