L’Unione italiana vini ha deciso di sospendere per un anno il rilascio di nuove autorizzazioni per l’impianto di vigneti che comportano l’allargamento della superficie coltivata in Italia. La misura coinvolge circa 6.500 ettari, pari a un incremento dell’1% del vigneto nazionale. La decisione è stata presa durante il consiglio nazionale Uiv, svolto in Puglia, presso l’azienda agricola Rocca a Leverano , con l’obiettivo di contenere e riordinare il potenziale viticolo nazionale in un momento di mercato complesso.
Decisione di sospensione delle nuove autorizzazioni per i vigneti
La proposta di bloccare per un anno le autorizzazioni all’impianto di nuovi vigneti ha trovato consenso all’interno dell’Uiv. L’obiettivo primario è limitare la crescita della superficie vitata, che in Italia continua a espandersi, mentre sul mercato globale la domanda di vino registra un calo di quasi il 10% negli ultimi cinque anni. La misura è stata valutata come un passo necessario a contenere un potenziale produttivo in espansione in un contesto di riduzione dei consumi.
Il presidente dell’Uiv, Lamberto Frescobaldi, ha illustrato come questa sospensione sia una misura transitoria imprescindibile per avviare una revisione complessiva. La proposta prevede anche una riforma del potenziale viticolo, tramite una revisione delle quantità di uva previste dai disciplinari di produzione e una modifica delle rese consentite per i vini comuni. Lo scopo è ridurre gli squilibri tra produzione e consumo, conservando al tempo stesso le caratteristiche dei territori e la qualità dei vini.
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Il contesto di mercato e le ragioni dietro la proposta di blocco
Negli ultimi cinque anni, la domanda globale di vino è diminuita di quasi il 10%, un dato che segnala una contrazione nei consumi e mette sotto pressione i produttori. Italia resta l’unico grande paese produttore di vino che continua ad ampliare la superficie coltivata a vigneto. Questa dinamica, secondo Uiv, non è sostenibile a medio termine e potrebbe portare a problemi di sovrapproduzione eccessiva.
Il segretario generale Uiv, Paolo Castelletti, ha sottolineato come la sospensione delle autorizzazioni offra anche il tempo necessario per un confronto approfondito tra tutti gli attori interessati, dalle aziende agricole ai consorzi di tutela. Questo stop temporaneo diventerebbe così l’occasione per rivedere in modo razionale l’organizzazione e la gestione del potenziale viticolo regionale. Solo con l’intervento diretto dei territori si potrà costruire un sistema più equilibrato che tenga conto delle specificità locali e di un modello produttivo sostenibile.
Stime sulle giacenze e implicazioni per la campagna vitivinicola 2025
Secondo l’Osservatorio Uiv, la campagna vitivinicola che si concluderà il 31 luglio 2025 porterà a un livello stimato di giacenze attorno ai 42-44 milioni di ettolitri di vino e mosto. Questo dato corrisponde a circa un’intera vendemmia, una quantità che pesa sulle dinamiche di mercato e sulla gestione dei magazzini.
Il mantenimento di scorte così elevate evidenzia quanto sia necessario evitare ulteriori aumenti nella produzione, che aggraverebbero la situazione di invenduto e potrebbero spingere verso una crisi di mercato con prezzi in discesa. La decisione di bloccare per un anno le nuove autorizzazioni mira proprio a fermare questo trend, evitando che il vigneto si espanda mentre la richiesta rimane in calo.
I produttori italiani si trovano quindi in una fase di attesa e riflessione, chiamati a interpretare segnali chiari dall’Uiv e a partecipare attivamente ai processi di revisione del sistema vitivinicolo. L’interesse comune sarà mantenere un equilibrio tra superficie coltivata, volumi prodotti e richieste del mercato, per garantire stabilità al comparto e tutelare la qualità dei vini italiani.