Steve Mccurry e il cibo: una mostra al museo civico archeologico di Vieste tra immagini e umanità

Steve Mccurry e il cibo: una mostra al museo civico archeologico di Vieste tra immagini e umanità

Dal 24 maggio al 28 settembre il museo civico archeologico di Vieste ospita la mostra fotografica di Steve Mccurry sul cibo come simbolo di identità, resilienza e memoria culturale, curata da Biba Giacchetti.
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Dal 24 maggio al 28 settembre il Museo Civico Archeologico di Vieste ospita una mostra fotografica di Steve McCurry dedicata al cibo come simbolo di memoria, identità e resilienza, con 70 immagini che raccontano storie di speranza e umanità in contesti difficili. - Gaeta.it

Dal 24 maggio al 28 settembre il museo civico archeologico di Vieste ospita una mostra fotografica dedicata al cibo con le immagini di Steve Mccurry. L’esposizione mette in evidenza il valore profondo e molto umano del cibo, non solo come nutrimento ma anche come memoria, legame e identità culturale. Le 70 fotografie selezionate raccontano territori segnati da guerre, calamità ed esclusione, ma anche momenti di condivisione e tenerezza. Il percorso punta a coinvolgere visitatori e comunità in una riflessione intensa e visibile sul ruolo del cibo nella vita quotidiana di tante persone.

Il significato profondo del cibo negli scatti di steve mccurry

Le fotografie di Steve Mccurry raccolte in questa mostra raccontano molto più del semplice pasto: rappresentano storie di sopravvivenza e tradizione. In aree duramente colpite da guerre o calamità naturali, come spesso accade nei reportage di Mccurry, il cibo assume una dimensione simbolica. Esso diventa un filo che lega eventi traumatici a un senso di continuità, resistenza e cultura. Non si parla mai di lusso, ma del gesto primario che salva.

Volti di resilienza e speranza nelle immagini

Ogni immagine restituisce uno spaccato umano forte. Vediamo volti di bambini, famiglie e persone comuni che trovano nel cibo una forma di conforto e sicurezza. Allo stesso tempo, emerge la forza fragile di chi, in condizioni estreme, trova ancora il modo di fare della quotidianità un momento di calore e speranza. Le fotografie raccontano anche i mercati colorati e la trasformazione creativa degli alimenti, testimonianze di ingegno e rispetto verso ciò che la natura offre. Tutto questo si mescola a un’umanità intima e vera, senza artifici o spettacolarizzazioni.

Il ruolo di biba giacchetti e la cura dell’esposizione

La selezione delle 70 immagini è frutto di un lavoro condiviso tra Steve Mccurry e Biba Giacchetti, storica collaboratrice del fotografo che ha curato la mostra con il supporto di Peter Bottazzi, Orion57 e Giuseppe Benvenuto. Giacchetti sottolinea come la mostra non sia un semplice insieme di fotografie, ma un “percorso espositivo” che induce a riflettere sul cibo come segno di identità e resilienza.

Un approccio umanista per un messaggio universale

Il lavoro di curatela ha puntato a restituire il senso più ampio del cibo nelle società fotografate, lontano dalla banalità dell’immagine commerciale per arrivare a cogliere le emozioni dietro ogni gesto legato al nutrimento. L’approccio umanista di Mccurry si sposa così con una disposizione delle opere che guida lo spettatore in un viaggio visivo tra speranza e resistenza, tra memoria collettiva e vita quotidiana, sempre nel rispetto della realtà di chi quei momenti li vive.

La mostra appare come un invito diretto a guardare con attenzione e a non dimenticare storie spesso taciute, scampoli di vita che parlano al pubblico grazie all’empatia che la fotografia riesce a costruire.

La partecipazione di luca argentero e l’impatto sulla città di vieste

L’inaugurazione della mostra, prevista il 23 maggio, vede la presenza dell’attore Luca Argentero. Conosciuto per il suo impegno nel sociale attraverso “1 Caffè Onlus”, Argentero porterà attenzione all’evento che si inserisce nel quadro di iniziative culturali e sociali promosse dal comune di Vieste.

Cultura e sociale: un messaggio dal sindaco giuseppe nobiletti

Il sindaco Giuseppe Nobiletti ha definito la mostra una “occasione preziosa per Vieste”, sottolineando il valore della cultura come elemento di crescita sociale e attrattiva turistica. Per una città che guarda anche al turismo culturale per rilanciare l’economia locale, una rassegna di questo tipo rappresenta un’opportunità per attrarre visitatori interessati non solo al patrimonio storico ma anche alle tematiche umane.

L’evento non si limita a esporre fotografie, ma costruisce un dialogo tra arte, occasione di riflessione e partecipazione collettiva. La presenza di un volto noto come Argentero rafforza il legame con iniziative di solidarietà e sostegno a realtà più fragili, tema strettamente legato alle immagini esposte.

Il museo civico archeologico di vieste come nuovo scenario culturale

Il museo civico archeologico di Vieste si trasforma per qualche mese in un luogo dove la fotografia incontra la storia e la contemporaneità. Le sale ospitano una mostra che coinvolge con intensità emotiva e visiva, offrendo ai visitatori una pausa riflessiva.

Un ponte tra storia, arte e attualità

Il museo si conferma così come spazio aperto, capace di accogliere non solo reperti storici ma anche messaggi attuali e tangibili. La scelta di ospitare una rassegna fotografica di questo tipo testimonia un interesse verso temi sociali e culturali di grande attualità, rendendo il museo un punto di riferimento in provincia di Foggia.

Grazie al lavoro di curatori e organizzatori, la mostra crea un ponte tra esperienze diverse, superando la dimensione locale per raggiungere un pubblico più vasto. Non è un caso che una raccolta fotografica firmata da un autore noto a livello mondiale trovi spazio proprio in questo contesto, arricchendolo e valorizzandolo con immagini che raccontano storie di uomini e donne viste da vicino.

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