Stefano boeri al lavoro su roma, il piano urbanistico tra microquartieri, fiumi e archeologia diffusa

Stefano boeri al lavoro su roma, il piano urbanistico tra microquartieri, fiumi e archeologia diffusa

A Roma, Stefano Boeri guida il laboratorio roma 050 per trasformare la città in 252 microquartieri connessi da acqua, archeologia e la riqualificazione del GRA, puntando su mobilità sostenibile e spazi verdi.
Stefano Boeri Al Lavoro Su Rom Stefano Boeri Al Lavoro Su Rom
A Roma, Stefano Boeri guida un progetto urbanistico innovativo che suddivide la città in 252 microquartieri collegati da acqua, archeologia e una nuova visione del GRA, puntando su sostenibilità, identità locale e vivibilità. - Gaeta.it

A roma sta prendendo forma un nuovo progetto urbanistico che mira a cambiare il volto della città nei prossimi decenni. Stefano Boeri, architetto noto per i suoi boschi verticali, ha guidato un gruppo di dieci architetti per elaborare un piano che guarda al futuro, basandosi su tre elementi fondamentali: l’acqua, l’archeologia e la trasformazione del gra. Il lavoro, commissionato dal sindaco Roberto Gualtieri, prende in considerazione centinaia di iniziative già avviate e propone nuove strade per rendere la capitale più vivibile e connessa.

Laboratorio roma 050: un mosaico di microquartieri per rilanciare la città

Stefano Boeri ha creato un team giovane e affiatato per lavorare su roma: due architetti senior e otto under 35 hanno dato vita al laboratorio roma 050, un osservatorio urbano che ha mappato progetti esistenti e suggerito nuove idee. Il risultato è la suddivisione della città in 252 microquartieri, ognuno dotato di una forte identità locale. Non a caso, molti romani si sentono prima abitanti del loro rione, poi cittadini di roma. Questa consapevolezza precisa ha spinto Boeri e la sua squadra a pensare a come collegare questi nuclei sparsi, creando una città-arcipelago che possa dialogare meglio al suo interno.

Il progetto punta sull’autonomia e la riconnessione delle piccole comunità, rispettando le peculiarità di ogni quartiere. Questi micro-centri dovrebbero farsi carico del proprio sviluppo e della qualità della vita dei residenti, mantenendo allo stesso tempo un dialogo continuo con il resto della città capitolina, per evitare isole isolate. È una visione che consente di valorizzare la storia e l’identità dei luoghi con un approccio moderno, mettendo al centro le persone e i loro legami quotidiani.

L’acqua come filo conduttore per collegare i quartieri e valorizzare ambiente e turismo

Un punto centrale del piano di Boeri riguarda i corsi d’acqua di roma. L’acqua scorre nella città, ma risulta spesso nascosta o poco fruibile. L’Aniene, per esempio, dispone di un parco che potrebbe avere la stessa attrazione dell’Appia Antica, mentre il Tevere rimane spesso chiuso dietro i suoi muraglioni di cemento. Boeri immagina di far diventare questi fiumi elementi connettivi, aprendo tratti navigabili che colleghino il centro fino alla foce, a Ostia. Sfruttare le vie d’acqua significherebbe creare nuovi collegamenti di mobilità dolce, e offrire spazi di relax e turismo diversi dal classico circuito cittadino.

Questa idea si combina anche con la valorizzazione della rete ferroviaria e metropolitana. La capitale dispone già di infrastrutture importanti, ma ve ne sono alcune linee minori o abbandonate che potrebbero tornare utili per migliorare gli spostamenti. L’obiettivo è far comunicare meglio i microquartieri e sviluppare una mobilità più sostenibile, meno dipendente dalle auto. A completare la visione c’è la trasformazione del gra, la grande arteria a anello intorno a roma. Il piano mira a trasformare i suoi 68 chilometri da semplice tangenziale a un “magnete urbano” dove natura e città si incontrano, facilitando il passaggio tra il centro storico e la periferia metropolitana.

Il cantiere di roma e il recupero degli spazi pubblici tra verde e archeologia

La capitale è oggi un grande cantiere, con numerosi interventi in corso. Boeri accoglie con favore i lavori fatti, citando ad esempio piazza pia e l’area del mausoleo di agosto, che quando sarà completata offrirà nuovi spazi aperti ai cittadini. Questi cantieri spesso procedono per fasi, e per ora manca il verde nelle piazze restaurate, una lacuna che l’architetto sottolinea. Il richiamo più forte è a rispettare ogni albero esistente e a piantarne di nuovi, per portare sulle piazze quel verde tanto necessario sia in orizzontale che, perché no, in verticale.

Alcune sezioni di roma appaiono ancora vittime della loro stessa storia come città amministrativa e di turismo. Boeri sostiene che molti uffici pubblici e ministeri potrebbero essere trasferiti fuori dal centro storico, per alleggerire la pressione e liberare spazio abitativo a favore di famiglie e giovani. Questo vorrebbe dire riportare residenti veri entro le mura aureliane, intercettando anche studenti e lavoratori che frequentano la città, e contribuendo a una vita urbana più viva e meno unidimensionale.

Un’archeologia diffusa per roma: portare alla luce percorsi nuovi oltre il centro

Il tema dell’archeologia attraversa tutti i progetti di Boeri, che vogliono guardare oltre le aree più conosciute di roma. Il patrimonio storico e archeologico della città è enorme, ma spesso urbano e periferico restano separati. Laboratorio roma 050 propone di concepire l’archeologia come un sistema diffuso, capace di mettere in rete siti e testimonianze dal centro alla periferia, favorendo scoperte continue e nuove rotte di turismo.

Il racconto personale di Boeri si lega a questa visione: di recente, ha visitato la Domus Aurea con Rem Koolhaas, un altro celebre architetto, rimanendo quasi senza parole davanti allo splendore nascosto. Questa esperienza racconta di una roma che ha molto da offrire oltre i soliti luoghi, e che può aprirsi a nuovi visitatori e residenti con interessi diversi. L’archeologia così può non essere solo una vetrina, ma un elemento vivo che dialoga con la città, con i suoi abitanti e con chi arriva da fuori.

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