Le politiche comunitarie nelle Marche stentano a produrre effetti concreti, nonostante gli impegni presi. A metà del 2025 i pagamenti effettivi raggiungono percentuali molto basse rispetto alle risorse stanziate. Le conseguenze sulle condizioni economiche e sociali regionali emergono chiaramente dai dati più recenti su lavoro e imprese.
Un bilancio interlocutorio ma negativo sui pagamenti
Il consigliere regionale del PD Antonio Mastrovincenzo, relatore di minoranza sul rapporto sull’attuazione delle politiche europee nelle Marche, definisce il bilancio dell’amministrazione «interlocutorio ma in prevalenza negativo». L’attenzione è rivolta soprattutto ai pagamenti, cioè alle risorse realmente trasferite e utilizzate sul territorio, che risultano molto inferiori rispetto agli impegni assunti. A metà 2025, i fondi effettivamente erogati coprono solo dal 10 al 17 per cento delle somme stanziate dai programmi europei.
Conseguenze della discrepanza tra impegni e pagamenti
Questa discrepanza rallenta l’impatto delle politiche europee, riducendo l’effetto delle azioni progettate in ambiti come sviluppo economico, infrastrutture, formazione e sostegno alle imprese. L’impegno formale non corrisponde dunque a soldi o lavori concreti messi in campo, limitando il progresso atteso in termini di crescita regionale e coesione sociale.
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Le cause di questo rallentamento non sono ancora del tutto chiare ma indicano difficoltà amministrative nella gestione, nei controlli e nella realizzazione delle iniziative. Nel contesto attuale, in cui la crisi economica globale pesa sulle economie locali, rendere più veloci e incisivi i pagamenti potrebbe diventare cruciale per evitare un ulteriore peggioramento delle condizioni.
Peggioramento degli indicatori sociali ed economici nelle marche
I dati socio-economici raccolti mettono in evidenza situazioni poco incoraggianti nelle Marche, collegate proprio all’incapacità di attivare rapidamente le risorse europee. Mastrovincenzo cita dati inconfutabili che segnalano come la regione sia prima in Italia per numero di lavoratori intermittenti, una condizione che spesso corrisponde a una precarietà diffusa.
L’aumento sia della povertà relativa che di quella assoluta indica che molti cittadini si trovano in difficoltà crescenti, senza accesso stabile a un reddito sufficiente per vivere dignitosamente. Questa dinamica evidenzia carenze non solo nell’ottimizzazione dei fondi europei ma anche nell’insieme delle politiche regionali per il lavoro e il sostegno sociale.
Criticità nel tessuto imprenditoriale
La situazione delle imprese è un altro elemento critico: secondo quanto riportato da Mastrovincenzo, nel primo trimestre 2025 si è registrato un saldo negativo di 525 aziende nelle Marche. Questo calo netto evidenzia un ambiente economico fragile, con rischio di desertificazione produttiva e perdita di posti di lavoro. La difficoltà di far arrivare rapidamente fondi e sostegni alle imprese aumenta il rischio di chiusure e crisi locali.
L’urgenza di utilizzare pienamente le risorse europee
Il consigliere regionale ricorda che le risorse europee vanno utilizzate «bene, il più presto possibile e tutte», sottolineando un senso di responsabilità urgente da parte dell’amministrazione regionale. Ogni giorno di ritardo nella gestione efficiente di questi fondi si traduce in opportunità perdute per famiglie, lavoratori e imprese delle Marche.
L’uso tempestivo e completo dei programmi comunitari potrebbe invece rappresentare un sostegno concreto per stabilizzare il mercato del lavoro, rilanciare l’attività produttiva e contrastare le crescenti diseguaglianze sociali nelle province marchigiane. Il quadro attuale, con pagamenti bloccati o inesistenti, rallenta o addirittura annulla queste potenzialità.
Monitoraggio e confronto pubblico come strumenti chiave
Nel corso del 2025 sarà fondamentale osservare come evolverà l’attuazione dei programmi europei sulle Marche e se sarà possibile recuperare il ritardo accumulato. Il monitoraggio rigoroso e il confronto pubblico su questi temi rimangono strumenti utili per stimolare azioni più rapide e più efficaci da parte degli enti locali.
Dati, numeri e fatti continuano a raccontare la storia di una regione che fatica a tradurre risorse in risultati tangibili per i suoi cittadini e il suo tessuto produttivo, con un peso sempre più evidente sulle condizioni economiche della popolazione.