Stati uniti intensificano sorveglianza sulla groenlandia, danimarca reagisce con dura condanna

Stati uniti intensificano sorveglianza sulla groenlandia, danimarca reagisce con dura condanna

Le tensioni diplomatiche tra Stati Uniti e Danimarca aumentano dopo le rivelazioni sull’attività di intelligence americana in Groenlandia, con accuse di spionaggio e preoccupazioni per la sovranità e le risorse minerarie dell’isola.
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L’aumento delle attività di intelligence statunitense in Groenlandia ha causato tensioni diplomatiche con la Danimarca, che denuncia una violazione di sovranità e spionaggio tra alleati in un contesto geopolitico sensibile legato a risorse e indipendenza. - Gaeta.it

Le recenti rivelazioni in merito all’incremento dell’attività di intelligence degli Stati Uniti sulla Groenlandia hanno acceso nuove tensioni diplomatiche tra Copenaghen e Washington. Il nodo centrale riguarda il territorio autonomo della Danimarca, sempre più al centro di interessi geopolitici legati alle risorse minerarie e alle aspirazioni indipendentiste dell’isola.

La denuncia della danimarca sulla sorveglianza americana in groenlandia

Mette Frederiksen, premier danese, ha commentato in maniera secca la notizia uscita negli Stati Uniti che parla di un aumento delle attività spionistiche nel territorio groenlandese. Le agenzie di intelligence americane, secondo un’inchiesta del Wall Street Journal, si sarebbero concentrate su due fronti: il monitoraggio del movimento che spinge per l’indipendenza della Groenlandia e il sentiment dell’opinione pubblica rispetto all’estrazione delle risorse minerarie da parte di compagnie americane. Questo fatto ha suscitato preoccupazione immediata a Copenaghen, perché la Groenlandia, pur essendo un territorio autonomo, rimane formalmente sotto la sovranità danese.

La danese ha sottolineato con durezza che “non si possono spiare gli alleati”, ritenendo questa attività un atto di sfiducia inaccettabile, anche alla luce delle relazioni storiche tra i due paesi. Le parole di Frederiksen arrivano in un clima di crescente tensione, con l’ex presidente Donald Trump che in passato aveva manifestato pubblicamente interesse per un’eventuale annessione della Groenlandia agli Stati Uniti, alimentando ulteriori sospetti nel governo danese.

La reazione diplomatica in danimarca e la convocazione dell’incaricata americana

Lo scandalo ha spinto il ministero degli Esteri danese a convocare Jennifer Hall Godfrey, incaricata d’affari degli Stati Uniti a Copenaghen, per chiarimenti formali. La convocazione, avvenuta il 6 febbraio 2025, ha avuto come protagonisti anche il sottosegretario Jeppe Tranholm-Mikkelsen e il ministro degli Esteri Lars Løkke Rasmussen, entrambi impegnati a gestire la crisi diplomatica. Rasmussen ha definito la vicenda “molto preoccupante” e ha sottolineato la gravità del fatto che un alleato possa spiare un paese amico.

Il premier della Groenlandia, Jens-Frederik Nielsen, ha preso posizione con parole dure, definendo il comportamento degli Stati Uniti “inaccettabile e irrispettoso”. Nielsen rappresenta l’esecutivo locale e ha ribadito che la protezione della sovranità e degli interessi dell’isola è una priorità. L’attività di intelligence, se confermata, rischia di minare il dialogo sulle politiche energetiche e minerarie nella regione, complicando ulteriormente le trattative per una maggiore autonomia.

La difesa di washington e le accuse contro il wall street journal

Da Washington, Tulsi Gabbard, direttrice dell’intelligence nazionale, ha scelto di non negare apertamente il contenuto dell’inchiesta, ma ha rivolto accuse precise contro chi ha diffuso le informazioni riservate. Gabbard ha dichiarato che sono state presentate tre segnalazioni di reati al dipartimento di Giustizia statunitense, lamentando la presenza di fughe di notizie che compromettono la sicurezza nazionale. In riferimento diretto al Wall Street Journal, ha criticato violentemente il giornale per aver contribuito a una campagna contro l’attuale presidente, suggerendo un tentativo di politicizzare l’intelligence.

Le parole di Gabbard si sono concentrate sul concetto di lealtà verso l’istituzione e sulla priorità di rispettare i protocolli di sicurezza. Ha assicurato che chiunque sia responsabile di aver divulgato materiale sensibile sarà perseguito duramente, a prescindere dalla posizione o dal ruolo. La vicenda si inserisce in un contesto più ampio di scontri interni all’amministrazione americana e di scontri sulla gestione delle informazioni riservate riguardo temi strategici come la Groenlandia.

Groenlandia al centro di contese tra danimarca e stati uniti

Il ruolo della Groenlandia, isola strategica per posizionamento geografico e risorse naturali, è tornato a essere oggetto di tensioni. La volontà degli Stati Uniti di mantenere un controllo sull’area è emersa con forza negli ultimi anni soprattutto in relazione alla presenza di giacimenti minerari e all’importanza militare nel quadro della difesa artica. La pressione su Copenaghen si intensifica per garantire che le scelte sul futuro dell’isola non siano prese senza il coinvolgimento dell’autorità danese e della popolazione locale.

Nel frattempo cresce il dibattito interno groenlandese sul rapporto con Danimarca e Stati Uniti, tra chi sostiene l’indipendenza e chi invece punta a rafforzare la cooperazione. L’allarme sollevato da queste rivelazioni mette in luce come gli equilibri nell’Artico siano fragili, e che la rivalità anche tra alleati possa avere effetti concreti, con ricadute non solo politiche ma economiche e sociali sulla vita dei groenlandesi.

L’attenzione della comunità internazionale resta alta, con gli occhi puntati non solo su Washington e Copenaghen, ma anche su altre capitali coinvolte dagli scenari artici. Negli anni a venire, la gestione delle risorse e il rispetto dei diritti delle popolazioni locali saranno temi chiave da presidiare nel delicato rapporto tra stati.

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