La cronaca locale riporta un episodio avvenuto in un paese, dove un maresciallo ha dovuto usare la propria pistola d’ordinanza per fermare un giovane armato. L’intervento è stato descritto nei dettagli nella relazione di servizio, che chiarisce le dinamiche di una situazione sfuggita rapidamente di mano. Il fatto coinvolge un 23enne di nome Muhammad, colpito a distanza ravvicinata dopo un primo tentativo di allontanamento da parte delle forze dell’ordine.
La dinamica della sparatoria raccontata dal comandante della stazione
Secondo quanto emerge dal rapporto ufficiale, il maresciallo aveva iniziato sparando verso il basso, mirando alle gambe di Muhammad con l’intento di neutralizzarlo senza ucciderlo. In quel momento, il giovane si era fermato per un breve istante, ma si era subito lanciato in avanti con uno sguardo carico d’odio. Non potendo più allontanarsi perché troppo vicino alla situazione, il maresciallo ha dovuto reagire con un secondo sparo, questa volta mirato ad abbatterlo, come specificato nella relazione.
Episodio a distanza ravvicinata
L’aggressore si trovava a meno di cinquantacinque centimetri quando sono stati esplosi gli ultimi colpi. Il maresciallo, con prontezza, ha alzato il tiro dall’area delle gambe verso punti più vitali, per porre fine alla minaccia. È stata una risposta dettata dalla necessità di proteggersi e tutelare chi si trovava sul posto, valutata come estrema ma necessaria.
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Il numero dei colpi e le zone colpite sul corpo di Muhammad
Il resoconto ufficiale parla di cinque colpi sparati nel primo momento di reazione, che avevano già fatto cadere Muhammad, colpendolo inizialmente alla spalla destra. Solo dopo un secondo attacco ravvicinato, sono stati esplosi altri sette colpi per un totale di dodici spari con una Beretta di ordinanza.
Le ferite riportate dal giovane sono state concentrate tra il torace e la testa, aree critiche che hanno reso impossibile una nuova reazione da parte sua. Il numero dei colpi e le zone colpite confermano la drammaticità dell’episodio e l’intensità dello scontro, accaduto in pochi attimi di confusione.
La reazione del maresciallo e il contesto dell’intervento
Il maresciallo, comandante della stazione, si trovava a gestire un momento di grande tensione e pericolo per sé e per le altre persone presenti. Dopo aver tentato un primo sparo non letale, ha dovuto alzare il tiro nel momento in cui Muhammad gli si è avvicinato in modo aggressivo.
Decisione sotto pressione
La scelta di sparare anche a distanza così ravvicinata è stata motivata dalla mancanza di spazio per ritirarsi e dall’impossibilità di usare mezzi meno violenti contro un soggetto determinato a colpire. L’intervento è stato chiaramente indicato come una misura estrema ma resa indispensabile dalla situazione in rapido sviluppo.
Questo episodio rimane sotto osservazione a livello giudiziario e amministrativo, mentre in paese continua a circolare un clima di tensione a seguito di quanto accaduto. Le forze dell’ordine mantengono la propria versione, fondata sulla difesa personale e il controllo di una minaccia grave e immediata.