La sedicesima edizione del Festival del lavoro a Genova ha offerto un’occasione per riflettere sul tema della sicurezza nei luoghi di lavoro. Il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, è intervenuto per sottolineare gli sforzi messi in campo dal governo e la necessità di rafforzare la cultura della prevenzione tra aziende e lavoratori. Il dibattito si concentra sulla lotta agli incidenti sul lavoro, ancora troppo frequenti nonostante l’aumento delle ispezioni e degli ispettori.
Il ruolo del governo nella regolamentazione e nei controlli
Negli ultimi anni, il governo ha promosso diverse norme per migliorare la sicurezza sul lavoro. Secondo Durigon, molte regole sono state approvate per contrastare gli infortuni e ridurre le morti sul lavoro. Aumentare il numero degli ispettori ha rappresentato una scelta pratica per intensificare i controlli su cantieri, stabilimenti e uffici. Questi ispettori sono chiamati a verificare il rispetto delle norme di sicurezza e a far emergere situazioni irregolari o pericolose.
Quando le leggi non bastano
Il sottosegretario ha riconosciuto che, nonostante il numero crescente di ispezioni, il problema resta serio. Le leggi e i controlli, spiega, non bastano da soli. I dati giornalieri sugli incidenti sul lavoro continuano a mostrare cifre preoccupanti. Questo spinge a immaginare che altri fattori incidano nel mantenere alto il rischio. L’attività di vigilanza viene quindi estesa, ma richiede tempi e risorse sempre maggiori, senza assicurare da sola la riduzione degli incidenti.
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L’importanza di costruire una cultura condivisa della sicurezza
Più della sola applicazione delle regole, Durigon ha richiamato l’attenzione sulla cultura della sicurezza. Questo riguarda il modo in cui le aziende e i lavoratori percepiscono e affrontano il tema della prevenzione. Senza un reale impegno e consapevolezza da tutte le parti coinvolte, gli incidenti continueranno a verificarsi. Nel parlare del contesto aziendale, Durigon ha evidenziato la necessità di integrare la sicurezza nella quotidianità professionale, come una responsabilità condivisa.
Formazione e comunicazione come strumenti chiave
La cultura della sicurezza implica formazione continua, aggiornamenti pratici e una comunicazione efficace tra tutte le figure coinvolte. Si tratta di un processo lungo, che deve spingere a un cambiamento di atteggiamento nei confronti delle norme. Non basta rispettare le regole per paura di sanzioni; serve una convinzione diffusa che la sicurezza protegge veramente la vita. Solo così si possono ridurre in modo significativo le tragedie legate al lavoro.
La sicurezza sul lavoro come responsabilità collettiva
Durigon ha insistito sul fatto che non esista un singolo soggetto incaricato di assicurare la sicurezza sul lavoro. È un compito che coinvolge vari attori: istituzioni, datori di lavoro, sindacati, lavoratori e anche soggetti che offrono formazione e consulenze. Ogni parte ha un ruolo preciso, che deve essere svolto con impegno per creare un sistema coerente e affidabile.
Definire la sicurezza come un “gioco di squadra”, nelle parole del sottosegretario, significa che nessuno può sottrarsi a questa responsabilità. Le procedure di prevenzione, gli investimenti in strumenti adeguati e le pratiche di controllo devono muoversi di concerto. La cooperazione tra le diverse figure è indispensabile per ottenere risultati concreti e duraturi. Solo con questo approccio si potrà affrontare con efficacia la piaga degli incidenti mortali sul lavoro.