sotto l’università di sassari riaffiorano scavi archeologici che riscrivono la storia medievale della città

sotto l’università di sassari riaffiorano scavi archeologici che riscrivono la storia medievale della città

Nel cuore di Sassari, sotto l’università degli studi di Sassari, emergono resti medievali che rivelano strutture urbane, fortificazioni e vita quotidiana tra Quattrocento e Seicento, visitabili il 24 e 25 giugno.
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A Sassari, sotto l’università, sono stati scoperti resti medievali che rivelano la storia urbana e sociale della città tra XV e XVII secolo; il 24 e 25 giugno si potranno visitare gli scavi con visite guidate. - Gaeta.it

Nel cuore di sassari, sotto il complesso dell’università, sono emersi resti che rivelano una faccia poco conosciuta della città, risalente al medioevo. Questa scoperta, frutto di lavori per la ristrutturazione di edifici universitari, ha riportato alla luce elementi che arricchiscono la conoscenza della vita e della struttura urbana fra il quindicesimo e il diciassettesimo secolo. Il 24 e 25 giugno sarà possibile visitare la zona degli scavi, un’occasione unica per osservare da vicino reperti che finora sono rimasti nascosti sotto i piedi di studenti e cittadini.

La riscoperta dell’antico sotto i palazzi universitari di sassari

L’area attorno all’università degli studi di sassari ha svelato un patrimonio archeologico inatteso durante lavori di adeguamento tecnico e strutturale. I cantieri nell’ex cortile Estanco, luogo già noto agli abitanti, hanno portato alla luce strutture medievali che confermano quanto il sottosuolo della città sia un deposito per testimonianze storiche. La soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio, insieme al personale dell’università, ha coordinato gli scavi con cura, tenendo conto della delicatezza sia delle vestigia che degli edifici circostanti.

Finanziamento e mappatura delle testimonianze medievali

Le operazioni, supportate da un finanziamento pubblico di circa 7,5 milioni di euro, hanno permesso di mappare e catalogare stratificazioni murarie, canalizzazioni antiche e altre testimonianze di attività artigianali. Lo scavo ha rivelato tracce di insediamenti che si sono susseguiti per secoli, raccontando una storia continua non solo della città ma anche di gente che ha vissuto, lavorato e si è protetta in queste stesse aree. Questa scoperta è un esempio concreto di quanto le città italiane conservino, sotto la superficie moderna, segmenti di storia che aspettano solo di essere riportati alla luce.

I reperti e le strutture ritrovate raccontano vite e difese medievali

Tra gli elementi più significativi emersi spiccano le antiche murature, alcune probabilmente appartenenti a case o edifici artigianali di fine Quattrocento o primo Seicento. Sono stati portati alla luce impianti per la gestione delle acque, indicando una certa complessità nelle soluzioni urbanistiche adottate. Diverse aree destinate a discariche urbane restituiscono informazioni importanti sugli abitanti e i loro consumi.

La torre medievale e le fortificazioni della città

In modo particolare, una struttura rettangolare, formata da blocchi squadrati, sembra rispondere all’ipotesi di una torre medievale segnalata già in carte storiche del 1899, disegnate da Enrico Costa. Questo elemento, considerato un altrimenti mito urbano, conferma che la città possedeva in passato fortificazioni più articolate di quanto si pensasse. I resti di una cinta muraria, scoperta in almeno due fasi costruttive, dimostrano che l’area era abitata e difesa ben prima della fondazione del collegio gesuitico, il primo nucleo dell’odierna università.

Altri ritrovamenti importanti riguardano depositi funerari, la cui analisi è affidata sia al laboratorio di archeologia medievale che al dipartimento di genetica medica. Questi studi offriranno dati sulla composizione biologica e sociale della popolazione sassarese del tempo, aprendo nuove strade su aspetti ancora poco conosciuti.

Un tassello fondamentale per la storia e la cultura di sassari

La scoperta ha un valore che va oltre l’interesse scientifico: ridisegna in parte la storia di sassari, fornendo materiali diretti su un’epoca poco documentata rispetto a quella moderna e contemporanea. La città si mostra come un centro abitato già attivo, organizzato e protetto nel medioevo, con presenze importanti e con una comunità strutturata.

Gli elementi rinvenuti permettono di ripensare anche la genesi dell’università stessa, che trova radici in quel territorio abitato e difeso secoli prima, con la presenza dei gesuiti che indicano un passaggio fondamentale per lo sviluppo culturale cittadino. La vita quotidiana, le attività artigianali e la gestione delle fortificazioni emergono così da un patrimonio materiale che parla direttamente.

L’università insieme alla soprintendenza ha deciso di non esporre i reperti in modo permanente, per proteggerli dalle conseguenze ambientali, scegliendo soluzioni di conservazione puntuali. Sono state inserite botole che consentono di ispezionare i siti senza danneggiarli. La tecnologia digitale, come i modelli tridimensionali e le proiezioni video, sarà utilizzata per rendere accessibile al pubblico la storia che questi resti rappresentano.

Il 24 e 25 giugno, in occasione di giornate di apertura straordinaria, sarà possibile visitare l’area degli scavi accompagnati da guide che spiegheranno ogni particolare. Quello che emerge sotto la vivace quotidianità dell’università sassarese è un prezioso racconto del tempo passato, ancora vivo nelle pietre e nelle tracce emerse dalla terra.

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