Sostenibilità della pesca in Europa: proposte per un futuro equilibrato

Sostenibilità della pesca in Europa: proposte per un futuro equilibrato

Esperti e rappresentanti governativi si sono riuniti a Roma per discutere politiche sostenibili per la pesca, sottolineando il ruolo cruciale dei pescatori nella tutela degli oceani e nella sicurezza alimentare europea.
SostenibilitC3A0 della pesca in E SostenibilitC3A0 della pesca in E
Sostenibilità della pesca in Europa: proposte per un futuro equilibrato - Gaeta.it

Il settore della pesca sta affrontando sfide significative per la sua sostenibilità e per questo è cruciale avere un dialogo aperto fra istituzioni e professionisti. Durante un recente incontro a Roma, esperti e rappresentanti governativi hanno discusso le politiche necessarie per supportare i pescatori, promuovendo un approccio che riconosca il loro ruolo fondamentale nella tutela degli oceani e nella sicurezza alimentare dell’Europa.

Il ruolo dei pescatori nella sostenibilità ambientale

Filippo Parrino, vicepresidente di Legacoop Agroalimentare, ha messo in risalto l’importanza dei pescatori nel contesto della sostenibilità. “La pesca non è un problema, ma una risorsa”, ha affermato. Secondo Parrino, i pescatori devono essere visti come alleati nella conservazione dell’ecosistema marino piuttosto che come colpevoli della crisi. Questi professionisti, infatti, possiedono una conoscenza profonda dell’ambiente marino e sono consapevoli che la loro stessa esistenza dipende dalla salute dei mari.

I rappresentanti del settore hanno insistito sull’importanza di riconoscere i tradizionali legami tra i pescatori e le comunità locali. Essi non sono solo fornitori di pesce, ma custodi di pratiche e culture che possono contribuire al mantenimento della biodiversità. La proposta è di integrare le competenze dei pescatori nelle politiche ambientali e di sviluppo sostenibile, creando sinergie tra tutela dei mari e attività economica.

Richieste al Commissario europeo

Durante l’incontro, Parrino ha richiesto al Commissario europeo per la pesca e gli oceani, Cōstas Kadīs, di adottare un approccio alle politiche comunitarie che non stigmatizzi i pescatori. Ha sottolineato l’importanza del “Patto per gli Oceani“, evidenziando tuttavia che questo progetto ambizioso non deve focalizzarsi esclusivamente sulla pesca e sull’acquacoltura. Per affrontare le problematiche ambientali in modo efficiente, è necessario un piano che consideri tutti gli aspetti della Blue Economy.

Il vicepresidente ha chiesto quali misure la Commissione europea intenda implementare per bilanciare le necessità ambientali, economiche e sociali, e ha messo in evidenza come la questione climatica, compresa l’acidificazione dei mari e la diffusione di specie invasive, non possa essere ignorata. I pescatori devono essere protagonisti nella definizione delle politiche, contribuendo con la loro esperienza alle soluzioni da adottare.

Necessità di investimenti e semplificazione burocratica

Nel corso del suo intervento, Parrino ha sollevato la questione dei fondi europei dedicati alla pesca e all’acquacoltura. Ha sottolineato l’importanza di garantire che gli investimenti siano mirati e specifici, piuttosto che generici e indiscriminati. “È essenziale mantenere un fondo dedicato per modernizzare la flotta, migliorare la formazione e garantire la sicurezza a bordo”, ha affermato.

Un altro punto critico toccato da Parrino riguarda la burocrazia. Ha espresso preoccupazione per l’aggravio normativo che potrebbe comportare la creazione di atti delegati e di esecuzione, sottolineando come questo finirebbe per aumentare i costi per le imprese già sotto pressione. La richiesta è stata chiara: un coinvolgimento attivo dei portatori di interesse nel processo decisionale, affinché le soluzioni siano praticabili e adatte alle reali esigenze del settore.

Revisione della Politica Comune della Pesca

La revisione della Politica Comune della Pesca è un altro tema centrale emerso durante l’incontro. Parrino ha evidenziato come sia importante riconoscere gli sforzi già compiuti dal settore, come la riduzione delle catture non necessarie e la transizione verso pratiche più sostenibili. Ha inoltre messo in evidenza i veri fattori di depauperamento degli stock ittici, tra cui inquinamento, cambiamenti climatici e attività di pesca illegale.

L’analisi dei dati riportati dalla FAO dimostra che, dal 2000 al 2023, la flotta europea ha subito una diminuzione del 28%, e i problemi relativi alla salute degli stock ittici non possono essere attribuiti solo alla pesca. La riforma deve quindi considerare queste dinamiche, mantenendo i punti di forza del sistema attuale e apportando le modifiche necessarie a quello che non ha funzionato.

La sfida che il settore della pesca deve affrontare è di natura complessa e interconnessa. Ci si attende che le nuove strategie tengano conto delle specificità e delle esigenze di chi vive e lavora in questo ambito, assicurando così un futuro equilibrato e sostenibile al settore.

Change privacy settings
×