Il Tribunale Amministrativo Regionale per l’Abruzzo, sezione di Pescara, ha deciso di sospendere il servizio di bus elettrici che circolano sulla Strada Parco di Pescara. La sospensione arriva dopo una serie di denunce mosse da consiglieri comunali che avevano segnalato carenze tecniche e rischi legati all’utilizzo degli autobus su un percorso inizialmente progettato per sistemi filoviari. La vicenda ha messo in evidenza divergenze tra amministrazione comunale e opposizione, in particolare riguardo la gestione della sicurezza e il corretto svolgimento delle procedure di controllo.
Le preoccupazioni iniziali sul servizio bus elettrico su strada parco
La questione ha avuto inizio da un’interrogazione presentata il 29 aprile 2025 dal professor Marco Presutti, consigliere del Partito Democratico al consiglio comunale di Pescara. L’interrogazione chiedeva chiarimenti sul servizio denominato “la verde”, un sistema di bus elettrici attivato sulla Strada Parco. Presutti aveva già espresso dubbi riguardo alla sicurezza del tracciato, progettato per il sistema filoviario e non per autobus. In particolare, aveva sottolineato la mancanza di valutazioni tecniche adeguate per garantire che il passaggio degli autobus fosse effettivamente sicuro.
Nel testo dell’interrogazione si faceva notare che la strada non aveva ancora superato i controlli di sicurezza necessari, un punto poi evidenziato dall’ordinanza del TAR. Questo mancato superamento dei controlli ha fatto emergere come l’amministrazione abbia agito in modo irregolare, dando il via libera all’esercizio del servizio prima della conclusione degli esami tecnici specifici. Presutti richiamava inoltre l’assenza di un collaudo tecnico-funzionale valido per il passaggio dei bus, e la disparità tra i controlli effettuati localmente e quelli richiesti dal ministero, che non erano stati eseguiti.
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Oltre a ciò, i rischi legati alle infrastrutture sono stati confermati da incidenti che si erano già verificati sulla strada. Il TAR, nel valutare il “periculum”, ha riconosciuto proprio in questi problemi un motivo valido per intervenire con la sospensione del servizio. La stratificazione di questi elementi ha portato a una decisione urgente, volta a proteggere la sicurezza dei cittadini e a evitare ulteriori danni.
Il percorso istituzionale e le risposte dell’amministrazione comunale
La situazione ha preso una piega più complicata a livello politico e istituzionale. La prima interrogazione di Presutti era stata presentata nell’aprile 2025 con richiesta di urgenza per una discussione immediata in consiglio comunale. La presidenza, però, negò quella richiesta senza fornire spiegazioni dettagliate, un comportamento che ha suscitato perplessità soprattutto di fronte alla gravità delle preoccupazioni sollevate, che includevano anche riferimenti agli incidenti già accaduti.
Di fronte al rifiuto, l’interrogazione è stata formalmente ripresentata il 5 maggio dello stesso anno, fissando un termine di 10 giorni per una risposta scritta. La risposta arrivò il 14 maggio, ma fu redatta da un dirigente tecnico, ingegner Giuliano Rossi, e non da un organo politico. Questo documento ha risposto solo parzialmente ai quesiti, ignorando del tutto aspetti politici e la ricerca di responsabilità da parte della giunta comunale.
Il 20 maggio, durante la prima seduta utile del consiglio comunale, Presutti è intervenuto di nuovo per denunciare l’inadeguatezza di quel riscontro. In base al regolamento comunale, la risposta a un atto ispettivo deve arrivare direttamente dall’organo politico competente – sindaco o giunta – e non da dirigenti tecnici. L’assessore Adelchi Sulpizio si era impegnato a fornire una sua versione in aula, ma quella risposta non è mai stata presentata, lasciando inevase le richieste di chiarimento politico.
Questa sequenza di eventi ha alimentato dubbi sulla trasparenza e sulla volontà di confrontarsi con le istituzioni rappresentative della città, soprattutto me davanti a questioni riguardanti la sicurezza pubblica e la gestione delle infrastrutture.
L’ordinanza del tar come accertamento delle irregolarità e dei rischi
La sospensione cautelare disposta dal Tribunale Amministrativo Regionale per l’Abruzzo conferma molti punti sollevati dalle opposizioni. Il TAR ha rilevato carenze nei controlli di sicurezza necessari prima dell’avviamento del servizio di bus elettrici su Strada Parco, richiamando la mancata verifica ministeriale prevista per opere di questo tipo. Il tribunale ha sottolineato che la messa in esercizio è avvenuta prematuramente, senza aver completato tutte le procedure obbligatorie.
Il documento giudiziario parla di irregolarità commesse dalle amministrazioni coinvolte e mette in guardia sui rischi concreti per la sicurezza pubblica. La situazione è resa ancora più grave dalla presenza di precedenti incidenti, che avevano già mostrato criticità lungo il percorso. Il TAR ha così riconosciuto la fondatezza del “periculum”, che giustifica la sospensione cautelare del servizio.
Questo pronunciamento ha smascherato anche la risposta parziale fornita dall’amministrazione, ritenuta insufficiente a chiarire le criticità e a mettere in sicurezza la cittadinanza. I provvedimenti dei giudici fanno emergere una gestione approssimativa e un certo riluttanza da parte della giunta ad assumersi responsabilità chiare e dirette.
Implicazioni politiche e impegni per il futuro della mobilità a pescara
La vicenda ha messo in luce un conflitto tra aspetti tecnici e politici. Le richieste di chiarimento e trasparenza hanno di fatto portato uno scontro acceso tra consiglieri di opposizione e amministrazione locale. L’inerzia e la mancanza di risposte soddisfacenti da parte della giunta hanno alimentato un clima di sfiducia nei confronti della gestione pubblica.
Ancora oggi, dopo l’ordinanza del TAR, non risultano interventi concreti da parte della giunta per risolvere le problematiche evidenziate e per ripristinare un servizio sicuro e regolare sul tracciato della Strada Parco. Il caso pone un interrogativo importante sul modo in cui vengono gestiti progetti di mobilità innovativa in città come Pescara, dove la sicurezza stradale e la corretta verifica dei sistemi devono essere una priorità.
La situazione di sospensione obbliga le autorità a fare passi decisi per completare le verifiche tecniche e mettere a punto infrastrutture adatte all’uso dei bus elettrici. Ci si aspetta quindi un’accelerazione nelle procedure di controllo e una maggiore attenzione alle segnalazioni del consiglio comunale. In futuro, la trasparenza e la partecipazione resteranno nodi cruciali per affrontare le sfide della mobilità sostenibile nella città adriatica.