Il mosciolo selvatico di portonovo, piccolo mitile tipico del territorio del conero, vive un momento di forte difficoltà. Slow Food Italia e la condotta Slow Food Ancona e Conero hanno deciso di sospendere temporaneamente il presidio dedicato a questa risorsa per proteggere la specie e garantire il futuro della comunità di pescatori che ne dipende. L’azione si rende necessaria a causa della combinazione di problemi ambientali e attività umane che stanno compromettendo la sopravvivenza del mosciolo.
La situazione attuale del mosciolo selvatico e le cause della crisi
Il presidio Slow Food dedicato al mosciolo selvatico di portonovo sta attraversando una fase delicata. La diminuzione drastica degli esemplari di taglia commerciale, indispensabili per la pesca e la vendita, ha segnato un forte impatto sull’economia locale e sui pescatori che da anni basano parte del loro lavoro su questa specie. Slow Food Ancona e Conero segnalano come le cause principali della crisi siano da ricondurre a due fattori. Il primo è ambientale: l’innalzamento della temperatura marina ha alterato le condizioni vitali per il mosciolo, modificando il substrato e rendendo l’habitat meno idoneo. Il secondo fattore è l’impatto diretto della pesca, che ha aumentato la pressione sugli esemplari rimasti.
Conseguenze della crisi per il 2025
Le conseguenze di questi fattori combinati si manifestano in una scarsità evidente nel periodo di pesca del 2025. Di conseguenza la raccolta, già limitata, impatta negativamente sull’attività dei pescatori e compromette la possibilità di recupero della specie se la pressione continuerà a persistere. Slow Food sottolinea che mantenere una normale attività di pesca in queste condizioni avrebbe un effetto peggiorativo sulla specie e sull’intera catena produttiva del presidio.
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La decisione di sospendere il presidio per tutelare biodiversità e comunità di pescatori
La sospensione del presidio Slow Food del mosciolo selvatico nasce da una scelta consapevole. Slow Food, che ha come obiettivo fondamentale la salvaguardia della biodiversità, non può sostenere un’attività che rischia di estinguere una specie autoctona e legata al territorio. La sospensione si basa sulla valutazione della situazione attuale: proseguire la pesca significherebbe mettere a rischio ogni tentativo di recupero in futuro, compromettendo anni di lavoro svolto dalla comunità e dagli esperti.
Le parole di raffaella ponzio
Raffaella Ponzio, responsabile del progetto presìdi Slow Food in Italia, ha spiegato che “all’avvio del presidio si puntava a rilanciare questa risorsa come patrimonio economico e culturale. Tuttavia, i dati di quest’anno dimostrano che pesca e consumo rischiano di far svanire definitivamente il mosciolo selvatico. Serve quindi un impegno collettivo che coinvolga i pescatori, le attività commerciali locali e tutti coloro che partecipano alla filiera, accettando un sacrificio temporaneo. Solo così sarà possibile sperare in un ritorno della specie e la riapertura del presidio negli anni a venire.”
Accanto alla decisione, si rende necessario un sostegno economico per i pescatori, diretta conseguenza della sospensione dell’attività. Slow Food chiede che vengano messi a disposizione i fondi per aiutare chi è legato alla pesca del mosciolo ad affrontare questo momento critico e a supportare la ricerca per studiare la ripresa della specie.
Iniziative per sensibilizzare il territorio e preservare il mosciolo
Per dare visibilità alla crisi e coinvolgere i cittadini nella tutela della specie, il progetto prevede l’installazione di cartellonistica nelle spiagge del conero. Cartelli informativi spiegheranno lo stato del mosciolo selvatico, le ragioni della sospensione e l’importanza di evitare il prelievo dei pochissimi esemplari rimasti. Questa misura vuole impedire che la pressione sulle risorse si protragga, aggravando ulteriormente la situazione.
Intensificazione dei controlli
Parallelamente, saranno intensificati i controlli da parte delle autorità competenti per evitare attività di pesca irregolari. Il rispetto di queste regole è fondamentale perché anche poche catture di mosciolo di taglia commerciale possono rappresentare un ulteriore fattore di stress per una specie già in affanno.
Edoardo Baleani, fiduciario della condotta Slow Food Ancona e Conero, ha rimarcato che “la sospensione vuole essere un segnale forte e un appello rivolto a tutta la comunità. La crisi del mosciolo del conero coinvolge non solo i pescatori ma tutta la cittadinanza e le amministrazioni locali. Serve una presa di coscienza che porti a decisioni responsabili per evitare di perdere definitivamente una risorsa naturale e culturale.”
Negli ultimi anni lo sfruttamento e i mutamenti naturali hanno confinato il mosciolo selvatico in una situazione precaria, particolarmente delicata a portonovo. La sospensione del presidio rallenta il prelievo e vuole dare spazio a una possibile ripresa che, senza un’azione decisa, rischierebbe di non arrivare mai.